Il laboratorio matematico-scientifico: suggerimenti ed esperienze
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Laboratorio e software didattici<br />
stato più volte sperimentato su carta (Chiappini, Molinari, 1977). Irrim<strong>ed</strong>iabilmente quindi, le modalità<br />
di impiego pensate in una ipotetica sperimentazione durante la fase di progettazione dello strumento<br />
hanno fortemente condizionato le modalità di impiego messe in atto durante la sperimentazione,<br />
per sfruttare al massimo le funzionalità didattiche volutamente implementate nello strumento. La<br />
modalità di impiego del micromondo, rispetto all’obiettivo didattico prefissato, si allontana molto da<br />
un normale approccio trasmissivo perché fortemente influenzata dall’approccio centrato sulla costruzione<br />
diretta di significati dei concetti matematici in gioco da parte dello studente in modo interattivo<br />
con il sistema.<br />
<strong>Il</strong> gruppo IMAG propone invece un percorso didattico ancora su carta e usa alcune caratteristiche<br />
del sistema solo come fe<strong>ed</strong>back alle risposte già fornite da parte dello studente. Lo strumento è principalmente<br />
usato per verificare ipotesi o congetture costruite dallo studente secondo il percorso curricolare<br />
e didattico standard. L’idea di frazione non è costruita sulla ripartizione di una lunghezza in parti.<br />
<strong>Il</strong> gruppo greco usa invece il micromondo come strumento di esplorazione ma per dare un’idea di<br />
frazione strettamente legata al concetto di misura.<br />
In questo quadro di diverse modalità di impiego dello strumento viene naturale porsi la domanda<br />
relativa alle ragioni che possono aver condizionato questi diversi utilizzi.<br />
Oltre all’aspetto culturale specifico di ogni nazione, e a quello legato alla diversità tra<br />
sperimentazione svolta dal progettatore dello strumento e sperimentazione sviluppata da un qualsiasi<br />
utilizzatore, riteniamo che non vada sottovalutato l’aspetto legato alla ricerca e al quadro teorico nel<br />
quale ciascun gruppo sperimentatore era situato. Probabilmente questi sono i fattori davvero condizionanti<br />
le modalità di impiego di uno strumento.<br />
Per esempio il gruppo ITD pone particolare importanza all’aspetto sociale e alla costruzione del<br />
sapere come prodotto di un’attività in cui tutte le componenti di interazione risultano fondamentali. <strong>Il</strong><br />
quadro teorico di riferimento dell’ITD è principalmente quello dell’Activity Theory, in cui l’attività è<br />
un’azione, o una catena di azioni dirette verso un obiettivo, oggetto dell’attività. L’attività è m<strong>ed</strong>iata<br />
da mutue relazioni tra soggetto e oggetto, tra soggetto e comunità, tra comunità e oggetto (Cole and<br />
Engeström, 1991). Fondamentale è l’aspetto sociale dell’attività, in cui il sapere individuale si sviluppa<br />
socialmente. Ecco allora che viene giustificata la scelta di costruire un percorso didattico in cui le<br />
attività possano consentire allo studente di costruire significati partendo dall’interazione con lo strumento<br />
e interagendo con i compagni m<strong>ed</strong>iante discussioni. In questo approccio anche il ruolo dell’insegnante,<br />
risulta essere una presenza fondamentale per m<strong>ed</strong>iare il sapere in gioco.<br />
Profondamente diverso è invece l’approccio teorico su cui si basano le ricerche del gruppo IMAG.<br />
La sperimentazione condotta dal gruppo francese è stata guidata da due teorie: la teoria delle situazioni<br />
didattiche e la teoria antropologica. Secondo la teoria delle situazioni didattiche l’apprendimento<br />
dello studente si sviluppa interagendo con il milieu. <strong>Il</strong> milieu, e in particolare il fe<strong>ed</strong>back che fornisce,<br />
è un aspetto cruciale poiché il fe<strong>ed</strong>back dovrebbe essere ricco abbastanza da consentire allo studente<br />
di lavorare in modo autonomo e costruire la conoscenza adattando la propria alla situazione fornita dal<br />
milieu. In questo approccio il ruolo dell’insegnante è quindi minimizzato. La teoria antropologica è<br />
stata usata per descrivere i tipi di compiti che possono essere usati per l’approccio alle frazioni (e<br />
quindi concordi con le norme curriculari) e che siano contemporaneamente significativi rispetto allo<br />
strumento usato. Queste considerazioni spiegano la ragione per cui il software viene usato principalmente<br />
nella sua funzione di fe<strong>ed</strong>back senza perturbare troppo la situazione sperimentale.<br />
Per la costruzione della propria sperimentazione il gruppo ETL-NKUA si riferisce principalmente<br />
al quadro teorico delle Situat<strong>ed</strong> Abstraction (Noss et al 1997). Sulla base di questo quadro viene data<br />
particolare enfasi all’importanza della situazione costruita in modo appropriato per consentire allo<br />
studente di costruire i significati interagendo direttamente con gli strumenti disponibili, e questo mentre<br />
si prendono decisioni e si esprimono idee e giudizi, durante la risoluzione di un problema. <strong>Il</strong><br />
concetto di frazione come misura non è preso in considerazione di per sé, ma è legato alle situazioni in<br />
cui esso può essere usato e alle rappresentazioni disponibili. Nella costruzione della sperimentazione<br />
quindi, la scelta dello strumento guida la progettazione del compito che viene fatto con esso. Ecco<br />
perché riteniamo che a partire dalla retta dei numeri contenuta nel Micromondo Frazioni il gruppo greco<br />
abbia pensato alla frazione come misura e quindi abbia costruito situazioni appropriate per consentire<br />
allo studente di costruire significati interagendo con gli strumenti disponibili del micromondo stesso.<br />
Numero 8, ottobre 2007 47