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Il laboratorio matematico-scientifico: suggerimenti ed esperienze

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Laboratorio e macchine matematiche<br />

Si passa poi a considerare strumenti come il compasso perfetto e la macchina per le lenti iperboliche<br />

di Descartes (Fig. 1), per terminare con la presentazione dell’ellisse come sezione di un cilindro retto.<br />

Nel percorso sulle trasformazioni, si parte dalle genesi tridimensionali dell’omotetia (Fig.3), della<br />

traslazione e dello stiramento per approdare alla presentazione di un particolare pantografo (traslatore<br />

di Kempe), che permette di precisare alcuni termini delle sch<strong>ed</strong>e (puntatore, tracciatore, gradi di libertà,...)<br />

e fornire un esempio di esplorazione per il lavoro di gruppo.<br />

Figura 3: Genesi tridimensionale dell’omotetia: animazione CabriIIPlus e modello<br />

Seconda fase<br />

Nella seconda fase (Fig. 4), ad ogni gruppo di allievi viene fornita una macchina matematica e una<br />

sch<strong>ed</strong>a per l’esplorazione della macchina stessa (un esempio è data nella Fig. 5). Le domande della<br />

sch<strong>ed</strong>a permettono di portare l’attenzione prima alla struttura dello strumento, poi alle relazioni tra le<br />

varie componenti e in ultimo a ciò che esso realizza. Nel caso dei conicografi, agli allievi si chi<strong>ed</strong>e<br />

prima di enunciare la proprietà della curva descritta dal punto tracciatore, poi di determinarne l’equazione<br />

suggerendo la scelta degli assi coordinati, in ultimo di individuare alcune eventuali altre proprietà<br />

della conica. Sono soprattutto distribuiti gli strumenti a filo (ellisse, parabola e iperbole), l’ellissografo<br />

e l’iperbolografo ad antiparallelogramma, il parabolografo di Cavalieri. La scelta dell’assortimento<br />

dipende dalla storia della classe.<br />

Figura 4: Lavoro di gruppo<br />

Nel caso dei pantografi, alcune domande chi<strong>ed</strong>ono in un primo tempo di dare una definizione della<br />

trasformazione realizzata (localmente) dal sistema articolato e di esplicitare alcune proprietà della<br />

trasformazione, poi di determinare la forma delle regioni piane messe in corrispondenza dalla macchina,<br />

e alla fine di scrivere le equazioni della trasformazione. Le macchine matematiche su cui si lavora<br />

sono quelle per le isometrie (tranne la rotazione in quanto di difficile esplorazione), per l’omotetia e<br />

per lo stiramento.<br />

Numero 8, ottobre 2007 23

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