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vero, falso, doc<br />

“OGGI CHE IL DOCUMENTARIO èin<br />

grande auge occorre soprattutto<br />

mettere in discussione le forme<br />

cinematografiche che lo veicolano. E<br />

non pensare solo al cinema che esiste,<br />

ma progettare anche quello del futuro”.<br />

E’ il biglietto da visita di Luciano<br />

Barisone, neodirettore del Festival dei<br />

Popoli di Firenze, che, giunto alla<br />

49esima edizione, continua a indagare<br />

il cinema documentario alla ricerca di<br />

volti, paesi e immagini di tutto il mondo.<br />

24 i film in competizione, tra cui - in<br />

prima italiana - La vie moderne di<br />

Raymond Depardon, carrellata<br />

antropologica sui contadini del sud<br />

della Francia, e Sleep Furiously di<br />

Gideon Koppel, tallonamento di un<br />

bibliotecario della campagna gallese,<br />

con la scomparsa delle tradizioni nel<br />

fuoricampo interno. In chiusura del<br />

festival, in programma dal 14 al 21<br />

novembre, la sorpresa dell’ultima<br />

Mostra di Venezia (Orizzonti DOC): Z32<br />

di Avi Mograbi, confessione-choc di un<br />

soldato israeliano di fronte alla<br />

macchina da presa.<br />

Accanto alla Diagonale baltica – gli<br />

ultimi 50 anni Doc di Estonia, Lettonia e<br />

Lituania – e la retrospettiva di Claire<br />

Simon, il Festival dei Popoli offre pure,<br />

nella sezione “Stile Libero”, anteprime<br />

italiane in lizza per il Premio del<br />

pubblico e quello - fondamentale - per<br />

la distribuzione: tra questi, Must Read<br />

after My Death di Morgan Dews, psicodocumentario<br />

formato famiglia. Spazio,<br />

poi, a riflessione e meta-riflessione<br />

sullo stato dell’arte documentaria con<br />

la tavola rotonda “L’eredità di Nanook”,<br />

ispirata dalla definizione di John<br />

Grierson su Nanook l’eschimese di<br />

Flaherty (1922): “Definire un film come<br />

documentario è una descrizione<br />

maldestra, ma essa continua a imporsi.<br />

(...) E nello stesso tempo ingloberà altri<br />

generi, differenti nella forma e nelle<br />

finalità”. Quanto mai preveggente, e<br />

quanto mai ideale per le intenzioni<br />

“futuristiche” del Festival, coniugate<br />

anche nel focus “I volti del potere”: dai<br />

personaggi storici ai movimenti politici,<br />

dalle idee al denaro, attraverso i Panni<br />

sporchi di Giuseppe Bertolucci (1980) e<br />

La Vie est à nous di Jean Renoir (1936),<br />

passando per Images d’Orient -<br />

Tourisme vandale di Yervant Gianikian e<br />

Angela Ricci-Lucchi (2001) e Les<br />

Anneaux du serpent di Christophe<br />

Cognet (2007). Potere al documentario!<br />

rivista del cinematografo<br />

46 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

Claire Simon, corsa all’umano<br />

“Il documentario è come un film di<br />

finzione improvvisato”. Parola della<br />

regista francese Claire Simon, a cui il<br />

Festival dei Popoli (14-21 novembre,<br />

Firenze) e Filmmaker/doc (19-23<br />

novembre, Milano) dedicano la prima<br />

retrospettiva completa realizzata nel<br />

nostro Paese. Supportato dalla<br />

monografia Claire Simon – La realtà<br />

diventa storia curata da Carlo<br />

Chatrian e Daniela Persico, l’omaggio<br />

illumina un’autrice, nata a Londra nel<br />

’55 e cresciuta in Provenza, dalla fede<br />

profonda, quella nel potere

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