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Qualcuno con<br />
cui correre<br />
anteprima<br />
Dal bel romanzo di Grossman una<br />
storia (onesta) di formazione, con echi della<br />
Londra di Dickens<br />
Regia<br />
Con<br />
Genere<br />
Distr.<br />
Durata<br />
rivista del cinematografo<br />
68 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />
DISCRETO<br />
QUALCUNO CON CUI CORRERE è un esempio di come<br />
dalla buona letteratura a volte si possa tirare fuori<br />
dell’onesto cinema. Contro le prescrizioni dei puristi – il<br />
film è una cosa, il testo letterario un’altra – l’israeliano<br />
Oded Davidoff ha il merito di restare fedele al bel<br />
romanzo di David Grossman, lontano da inutili<br />
personalismi e reinvenzioni. Regia invisibile per una<br />
dignitosa storia di formazione in cui corrono in tanti.<br />
Corre Assaf, alla ricerca della padrona di un labrador che<br />
lo trascina per le vie più malfamate di Gerusalemme;<br />
corre Tamar, una ragazzina tostissima, col dono della<br />
voce (Bar Belfer è brava a stare in scena, meno a cantare)<br />
e qualcuno da salvare; e corre Shay, fratello di Tamar, in<br />
fuga da tutto e tutti, nel sangue la musica di Hendrix,<br />
nelle vene l’eroina. Sullo sfondo una capitale che non è<br />
quella degli ultradossi di Mea Sharin e neppure quella del<br />
Muro del Pianto, ma brulicante città globale, lercia e<br />
uguale alle altre, dominata dalla fisica sociale di Dickens,<br />
dove i carnefici prosperano sulla pelle dei giusti, i reietti<br />
spopolano, il male si allarga come un buco nero, e gli<br />
innocenti vincono anche quando perdono. Se trovano<br />
qualcuno da prendere per mano. Qualcuno con cui<br />
correre.<br />
GIANLUCA ARNONE ✪<br />
Oded Davidoff<br />
Bar Belfer, Yonatan Bar Or<br />
Drammatico, Colore<br />
Medusa Film<br />
117’<br />
Awake<br />
anestesia cosciente<br />
Hayden Christensen a “cuore<br />
aperto” in un medical thriller dallo spunto<br />
interessante<br />
Regia<br />
Con<br />
Genere<br />
Distr.<br />
Durata<br />
Joby Harold<br />
Hayden Christensen, Jessica Alba<br />
Thriller, Colore<br />
Eagle Pictures<br />
80’<br />
DEI 21 MILIONI che ogni anno ricorrono all‘anestesia, 30<br />
mila non si addormentano. Il loro corpo è rigido, la loro<br />
mente vigile. Immobilizzati sul tavolo operatorio sentono<br />
tutto, ma non possono reagire. Il fenomeno, noto come<br />
“anestesia consapevole”, è lo spunto di Awake, medical<br />
thriller dell’esordiente Joby Harold. “Sveglio” è Hayden<br />
Christensen, rampollo dell’high class americana, bello e<br />
poco in salute: il suo cuore - diviso tra la madre possessiva<br />
(Lena Olin) e una ragazza tutta miele (Jessica Alba) – ha<br />
bisogno di un trapianto. Lui non vorrebbe, ma una volta<br />
trovato un donatore, accetta di sottoporsi all’intervento<br />
affidandosi alle mani di un chirurgo amico. Paralizzato<br />
dall’anestetico ma cosciente, vivrà l‘incubo di un’operazione<br />
a cuore aperto, scoprendosi vittima di una macchinazione.<br />
Interessante per 40 minuti, ben confezionato e dalle<br />
atmosfere sonnambule (favorite da uno score cupo e<br />
ossessivo), Awake fila liscio fino alla “sorpresa”. Che subito<br />
si esaurisce però per via del suo carattere antispettacolare<br />
(se l’eroe è immobile manca l’azione), costringendo lo script<br />
a lunghi monologhi fuori campo, salti nel tempo e situazioni<br />
grottesche. Innocuo, ma ipocondriaci e cardiopatici si<br />
astengano.<br />
DILETTA ALLIEVI ✪<br />
in sala<br />
DISCRETO