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Scambio alla pari<br />

Intermedialità – Videogiochi, cinema, televisione, fumetti (a<br />

cura di Matteo Bittanti, Edizioni Unicopli, pagg. 237, € 17,00)<br />

è un volume che propone di indagare il fenomeno<br />

dell’interscambio fra i moderni media, spaziando dai<br />

supporti cartacei a quelli digitali, dalla celluloide al tubo<br />

catodico. Il libro si compone di dieci saggi a cura di altrettanti<br />

studiosi internazionali e ha come cardine il videogioco, del<br />

quale si esplorano tanto i punti di contatto<br />

che lo accomunano alle altre forme di<br />

comunicazione moderne, quanto le<br />

distanze che ne fanno un medium a sé<br />

stante. Riconoscendo ad ogni mezzo di<br />

comunicazione la propria dimensione<br />

artistica e culturale, il libro approfondisce<br />

sia questioni formali che contenutistiche,<br />

fondendo terminologie tecniche ad esempi<br />

di facile comprensione.<br />

ROBERTO SEMPREBENE<br />

Pantagruelico<br />

A più di dieci anni dall’uscita del ponderoso volume Panta<br />

Cinema a cura di Enrico Ghezzi, esce un nuovo numero della<br />

rivista letteraria di Bompiani dedicato alla settima arte. Questa<br />

volta si tratta di Panta Visioni – tra cinema e letteratura<br />

(Bompiani, pagg. 505, € 34,50), a cura di Elisabetta Sgarbi,<br />

Direttore Editoriale Bompiani, nonché regista e grande<br />

cinefila, e Francesco Casetti, uno dei massimi teorici<br />

cinematografici italiani. Le premesse sono buone, e, anche<br />

solo scorrendo l’elenco degli autori che hanno<br />

collaborato, il nuovo numero di Panta assume<br />

il carattere di una prelibatezza editoriale.<br />

Da Umberto Eco a Aleksandr Sokurov, da<br />

Hanif Kureishi e Michael Cunningham a John<br />

Milius, una trentina di scrittori, sceneggiatori<br />

e registi si confrontano attraverso le più<br />

diverse forme narrative con il tema della<br />

visione cinematografica.<br />

ROBERTO SEMPREBENE<br />

Amore nero<br />

Foto di scena, backstage e appunti: Parlami d’amore<br />

(Rizzoli, € 19,90), opera prima di Silvio Muccino, dallo<br />

schermo plana sulla carta, complici gli scatti di Philippe<br />

Antonello, classe 1968, scoperto da Silvio Soldini, in carnet<br />

Gibson, Olmi e Wes Anderson, e oggi uno dei migliori<br />

fotografi italiani per il cinema. Destinatari? I fan di Muccino<br />

e Carolina Crescentini, da scoprire, fuori e dentro il set, in<br />

144 pagine e 200 foto inedite. Dai colori<br />

di Antonello al Nero al Nero di Gregorio<br />

Napoli, evocativo titolo per la<br />

“Identificazione di Louis Nero, cineasta<br />

indipendente” (Barbieri Selvaggi<br />

Editori, € 14,00). “Identificazione o, con<br />

benevola ironia, vivisezione”, dice il<br />

critico, che loda Nero – 4 film all’attivo:<br />

Golem, Pianosequenza, Hans e La<br />

Rabbia – per coerenza e coraggio artistico.<br />

FEDERICO PONTIGGIA<br />

Dal sogno<br />

all’incubo<br />

Il Giro di vite di Henry James tra schermo e psicanalisi<br />

di Massimo Favia<br />

L’infinita<br />

sfumatura<br />

Cesare Secchi<br />

Ed. ETS,<br />

€ 18,00<br />

Nel 1898 Henry James scriveva uno dei racconti<br />

più innovativi e affascinanti della letteratura gotica<br />

americana: Il giro di vite, l’avventura di una<br />

governante che si ritrova ad accudire due<br />

splendidi bambini tra visioni spettrali e misteri<br />

inquietanti. In questo libro Cesare Secchi - autore<br />

de L’infinita sfumatura (ed. ETS, pagg. 246, €18,00) -<br />

approfondisce ed analizza con una lettura<br />

psicoanalitica la trasposizione cinematografica del<br />

testo eseguita da Jack Clayton in The Innocents<br />

del 1961 che rilegge il racconto di James in “una<br />

ispirata sintesi linguistica ed interpretativa”.<br />

L’analisi si sofferma a lungo sul film (cosceneggiato<br />

da Truman Capote) che mantiene<br />

intatto lo stile visionario del romanzo attraverso<br />

una punteggiatura evocativa ed asincrona (lunghe<br />

dissolvenze incrociate, profondità di campo).<br />

L’autore scandaglia l’immagine filmica per svelare,<br />

da un incontro con il testo stesso, le pulsioni<br />

oniriche che vi si nascondono: il racconto diviene<br />

occasione per risvegliare il proprio inconscio<br />

tramite il suo acuto senso visivo. Nel libro si<br />

esplora quindi la letteratura critica del romanzo<br />

per poi passare al confronto delle sue<br />

innumerevoli trascrizioni nei media; in particolare<br />

Secchi si sofferma sull’opera lirica Turn of the<br />

Screen di Benjamin Britten (1954) che costituisce<br />

“uno dei momenti privilegiati nella messa in forma<br />

della reazione affettivo/fantastica della novella”.<br />

novembre 2008<br />

rivista del cinematografo<br />

fondazione ente dello spettacolo<br />

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