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vero, falso, doc<br />

FIRENZE SI AFFACCIA SUL BALTICO.<br />

La geografia è cinematografica, la<br />

prospettiva quella del Festival dei<br />

Popoli che alla produzione di Lettonia,<br />

Lituania ed Estonia, dedica un’ampia<br />

panoramica, la “Diagonale Baltica“.<br />

Partendo dalla scuola del<br />

documentario poetico di Riga, la<br />

kermesse fiorentina lascia affiorare le<br />

linee invisibili che uniscono tradizione -<br />

l’esperienza dei cinegiornali, modelli di<br />

un minimalismo narrativo e formale - e<br />

innovazione - dalle germinali<br />

esperienze di Brauns e Verba ai<br />

capolavori moderni di Diana e<br />

Kornelijus Matuzevicius - per seguirne<br />

le fughe in avanti e le ricadute fuori<br />

confine: la ciclicità del tempo nell’opera<br />

dei registi lituani, l’insolito e il<br />

quotidiano in quella dei cineasti estoni.<br />

“Connessioni” che rivelano - ben oltre<br />

la prossimità, la Storia condivisa e i<br />

temi trattati - come sia la ricerca di una<br />

rivista del cinematografo<br />

48 fondazione ente dello spettacolo novembre 2008<br />

MEMORIE<br />

DAL BALTICO<br />

DA RIGA A TALLIN, IL DOCUMENTARIO INQUADRA IL PRESENTE<br />

PER SCOPRIRE LA STORIA<br />

La Lettonia farà<br />

da battistrada<br />

nella ricerca di<br />

un’estetica in bilico<br />

tra realismo<br />

e finzione<br />

“poetica del documentario” il vero<br />

valore di scambio. La Lettonia, ovvero<br />

Riga, farà da battistrada di questa<br />

esperienza. White Bells di Ivars<br />

Kraulitis è il primo film lettone (1961).<br />

Con il regista lavorano altri due grandi<br />

nomi del movimento, Uldis Braun (alla<br />

macchina da presa) e Herz Frank (alla<br />

sceneggiatura). E’ la storia di un doppio<br />

inseguimento: quello di una bambina<br />

nel suo girovagare curioso tra la folla in<br />

movimento; e quello di una città in<br />

fermento, Riga, vibrante dei ritmi della<br />

nuova industrializzazione, dei cantieri<br />

aperti, degli scenari pronti a mutare. In<br />

nuce gli elementi che caratterizzeranno<br />

le produzioni successive: l’eloquenza<br />

del bianco e nero, l’impiego narrativo<br />

del suono, la coesistenza dei contrari<br />

che fa esplodere di continuo ordine e<br />

disordine, ritmo e sospensione,<br />

momento ed eternità. Un naturalismo<br />

che si appoggia alla cronaca per<br />

giungere all’universalità, “come se<br />

nelle cose narrate potesse convivere il<br />

tempo del presente e quello<br />

dell’infinito, come se il presente<br />

risuonasse sempre di passato e futuro”

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