PROGETTO DI NUOVO INSEDIAMENTO ABITATIVO - COMMERCIALE IN VIA REGIA ANTICA A LONATO, AREA “EX DROMOKART”
14 SANT’ANTONIO ABATE Qualche notizia sulla vita <strong>del</strong> Santo, sull’iconografia, sulle tra<strong>di</strong>zioni e sulla chiesa a lui de<strong>di</strong>cata dai Lonatesi. La vocazione <strong>di</strong> Antonio Nato presso Koma in Egitto nel 251 e orfano prima dei vent’anni, seguì alla lettera il brano evangelico che <strong>di</strong>ce: “Và, ven<strong>di</strong> i tuoi beni e dàlli ai poveri”. Antonio regalò i suoi posse<strong>di</strong>menti ai concitta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong>stribuendo ai poveri il ricavato <strong>del</strong>la ven<strong>di</strong>ta degli altri beni mobili e si unì agli anacoreti che a quel tempo non conoscevano ancora luoghi remoti e abitavano vicino alle loro città, impegnati in pratiche spirituali. Via via, Antonio si spostò a vivere in una tomba sul fianco <strong>di</strong> una montagna, in un castello abbandonato; poi, quando troppi lo venivano a cercare, trovò rifugio sui monti presso il Mar Rosso. Intorno a lui si raccoglievano sempre più altri eremiti ed egli li guidava come padre spirituale, come abate, senza dar loro alcuna regola, ma solo consigli concreti, caso per caso. La solitu<strong>di</strong>ne venne interrotta da due viaggi ad Alessandria: il primo, per assistere nelle prigioni i condannati a morte; durante la persecuzione <strong>del</strong> 311, il secondo, per polemizzare contro gli ariani. Atanasio, scrive La vita <strong>di</strong> Antonio Il patriarca <strong>di</strong> Alessandria, Atanasio, scrive La Vita <strong>di</strong> Antonio pochi anni dopo la sua morte (avvenuta a 105 anni, secondo la tra<strong>di</strong>zione). La piccola opera (un centinaio <strong>di</strong> pagine a stampa, oggi) ha una <strong>di</strong>vulgazione e un effetto enormi. Tradotta subito dal greco in latino, sarà letta da generazioni <strong>di</strong> fe<strong>del</strong>i, dando inizio a un ampio “filone” <strong>di</strong> biografie monastiche; e soprattutto servirà da guida spirituale ai monaci, per secoli. Questo è stato infatti il primo scopo <strong>di</strong> Atanasio: scrivere per coloro che cercano una via spirituale. Le tentazioni <strong>di</strong> sant’Antonio Nella Vita <strong>di</strong> Antonio hanno gran posto le prove <strong>di</strong> ogni genere, le famosissime tentazioni <strong>di</strong> sant’Antonio, minutamente descritte: da quelle <strong>del</strong>la nostalgia, tipiche <strong>del</strong>la giovinezza, a quelle sessuali, o le insi<strong>di</strong>ose <strong>del</strong>la fama, <strong>del</strong>la ricchezza, <strong>del</strong> potere. 47 ª FIERA DI LONATO ’05 <strong>di</strong> FABIO TERRAROLI Volantino <strong>del</strong> 1910 relativo alla <strong>Fiera</strong> <strong>di</strong> S. Antonio abate. L’autore ci mostra Antonio ripetutamente aggre<strong>di</strong>to da torme <strong>di</strong> demoni, che lo picchiano selvaggiamente nell’antica tomba sulla montagna. Curate le ferite, ecco il monaco <strong>di</strong> fronte a un nuovo assalto, con i demoni che “facevano tremare tutto col loro frastuono; sfondarono le quattro pareti e si precipitarono, trasfigurati in forma <strong>di</strong> belve e <strong>di</strong> serpenti; il luogo brulicava <strong>di</strong> fantasmi <strong>di</strong> orsi e <strong>di</strong> leoni, <strong>di</strong> leopar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> tori, <strong>di</strong> scorpioni...”. Da questi racconti la fantasia <strong>di</strong> pittori e scrittori ha tratto più tar<strong>di</strong> ispirazione, per numerosissime opere rimaste nella storia <strong>del</strong>l’arte per la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> interpretazione, per la curiosità <strong>del</strong>le rappresentazioni, a volte <strong>di</strong>vertenti, altre angosciose, spesso inquietanti. La tentazione non è una cosa <strong>del</strong> passato Antonio non capitola davanti ai “mostri”; non si lascia <strong>di</strong>struggere. Riesce a liberarsi completamente dei serpenti e <strong>del</strong>le belve che sono dentro l’uomo. Quest’antica letteratura monastica non è dunque una gara <strong>del</strong> fantasioso e <strong>del</strong>lo stravagante: Antonio ha imparato, e poi insegna, che il Nemico fugge via