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Speciale Fiera 2005 - Comune di Lonato del Garda

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scultura gradevole all’aspetto e pregevole per la fattura.<br />

Come effetto <strong>di</strong> questa curvatura <strong>del</strong> corpo, il<br />

ginocchio destro è flesso e leggermente sporgente, il<br />

braccio destro poggia sul bastone e, all’altezza <strong>del</strong><br />

petto sorregge un libro che accostato al corpo, è lì per<br />

essere messo in mostra. Stranamente, dal margine inferiore<br />

<strong>del</strong>la tonaca non si vedono fuoriuscire i pie<strong>di</strong>,<br />

anche se si intuisce qualcosa dalla forma <strong>di</strong> quel che<br />

resta <strong>del</strong> vecchio pie<strong>di</strong>stallo.<br />

Non mi <strong>di</strong>lungo sull’iconografia tipica <strong>di</strong><br />

Sant’Antonio abate; ne ho scritto in un altro articolo<br />

<strong>di</strong> questa pubblicazione. Faccio notare che la scultura<br />

è caratterizzata da pochi simboli: l’abito monacale,<br />

la mitra, il libro, il bastone con un campanello tanto<br />

piccolo da sfuggire all’attenzione dei più. Sant’Antonio<br />

non è, insomma, imme<strong>di</strong>atamente identificabile e<br />

si può essere facilmente tratti in inganno. Viene<br />

spontaneo osservare che con il maialino, per esempio,<br />

o un cinghiale vicino non ci sarebbero dubbi sull’identificazione<br />

<strong>del</strong> santo.<br />

La spiegazione sulla scarsa riconoscibilità è dovuta<br />

al fatto che la statua è molto antica e la raffigurazione<br />

fissata nell’iconografia che meglio conosciamo<br />

è maturata solo successivamente alla nostra scultura.<br />

Seicento anni <strong>di</strong> vita<br />

lasciano il segno<br />

Ad un esame ravvicinato, risulta subito evidente<br />

che tutta la superficie è ricoperta <strong>di</strong> numerosissimi<br />

fori <strong>di</strong> tarlo, <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni (dovuti a <strong>di</strong>verse<br />

specie <strong>di</strong> insetti xilofagi) con vari tratti <strong>di</strong> superficie<br />

“sfondata” e alcune parti <strong>del</strong>la scultura più sporgenti<br />

consumate dai parassiti e dallo strofinio esterno.<br />

La statua è scolpita in un unico blocco, fatta eccezione<br />

per le mani, i due oggetti non fissati (il bastone<br />

pastorale e il libro) e il pie<strong>di</strong>stallo nuovo che è stato<br />

aggiunto recentemente.<br />

Nelle sculture lignee le parti agettanti sono regolarmente<br />

scolpite in pezzi a parte e unite al corpo<br />

principale con tecniche <strong>di</strong>verse; ciò è dovuto alle misure<br />

relativamente ridotte e obbligate dei blocchi <strong>di</strong><br />

legno ricavati da tronchi d’albero.<br />

Sono evidenti anche smangiature e lacune, più o<br />

meno estese nella superficie <strong>del</strong> legno. Le più appariscenti<br />

riguardano il lembo <strong>del</strong> mantello ricadente dal<br />

braccio destro e il pie<strong>di</strong>stallo che è la parte che più ha<br />

risentito <strong>del</strong> tempo, forse a causa <strong>del</strong> contatto con il<br />

pavimento <strong>del</strong>la nicchia e con tracce <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà.<br />

Sia il libro che il pastorale non fanno parte <strong>del</strong><br />

blocco ligneo principale, ma sono oggetti assemblati<br />

alla scultura senza essere fissati. Purtroppo, oggetti<br />

<strong>di</strong> questo tipo sono terribilmente vulnerabili ed esposti<br />

a cadute, per<strong>di</strong>te e conseguenti manomissioni o<br />

sostituzioni arbitrarie.<br />

Le mani sono assemblate al corpo centrale me<strong>di</strong>ante<br />

spine in legno (visibili attraverso le fessure<br />

47 ª FIERA DI LONATO ’05<br />

<strong>del</strong>le giunzioni all’altezza dei polsi).<br />

Questi due pezzi <strong>del</strong>le mani sono stati <strong>di</strong> certo<br />

scolpiti successivamente alla scultura, e ciò si può dedurre<br />

da <strong>di</strong>versi particolari:<br />

1. sulle mani manca qualunque traccia <strong>di</strong> pittura.<br />

2. il legno <strong>del</strong>le mani è <strong>di</strong> colore più chiaro rispetto a<br />

quello <strong>del</strong> blocco principale ed è decisamente meno<br />

tarlato.<br />

3. lo stile <strong>del</strong>l’intaglio, pur <strong>di</strong>mostrando l’abilità <strong>di</strong><br />

mani esperte, è anonimo e completamente <strong>di</strong>verso<br />

dal resto <strong>del</strong>la scultura.<br />

4. essendo la scultura <strong>di</strong> ottima qualità, non è cre<strong>di</strong>bile<br />

l’approssimazione con cui sono state eseguite<br />

le due giunzioni, soprattutto quella <strong>del</strong>la mano sinistra.<br />

Anche il bastone ed il libro, che non sono fissati alla<br />

scultura, non sono originali, ma sostituiti nel corso<br />

degli anni, come vedremo più avanti.<br />

L’incre<strong>di</strong>bile incidente<br />

Diversi anni fa monsignor Boaretto parlando <strong>del</strong>la<br />

statua mi riferì che essa aveva subito un grave incidente.<br />

Una mattina, il sacrestano l’aveva trovata sul<br />

pavimento <strong>del</strong>la sacrestia. Durante la notte, evidentemente,<br />

il pie<strong>di</strong>stallo, da tempo consumato e malconcio,<br />

aveva ceduto e la scultura era caduta in avanti<br />

uscendo dalla nicchia e piombando a terra dopo un<br />

volo <strong>di</strong> due o tre metri.<br />

Ho voluto esaminare da vicino la scultura confrontandola<br />

con alcune fotografie scattate prima <strong>del</strong>l’incidente<br />

e, considerando la fragilità e la <strong>del</strong>icatezza<br />

<strong>di</strong> un oggetto così antico e tenendo conto <strong>del</strong> notevole<br />

peso che <strong>di</strong>mostra, ho dedotto che l’incidente ha<br />

provocato pochissimi danni.<br />

Probabilmente, gli effetti <strong>del</strong>la caduta sono stati<br />

attutiti da colpi interme<strong>di</strong> sugli arma<strong>di</strong> sottostanti e<br />

dalle pre<strong>del</strong>le in legno a livello <strong>del</strong> pavimento... O<br />

forse, chissà… una volta tanto Sant’Antonio ha fatto<br />

una grazia a se stesso!<br />

Comunque sia, i danni che ho rilevato riguardavano<br />

la mano sinistra che ha perso la parte <strong>del</strong>le <strong>di</strong>ta<br />

(che personalmente considero non originali), il bordo<br />

<strong>del</strong> mantello sotto la mano sinistra che si è sbrecciato<br />

per circa 20 cm e il bastone pastorale spezzato in più<br />

punti ma ricomposto e riparato bene.<br />

Dopo l’incidente monsignor Boaretto decise <strong>di</strong> far<br />

applicare un pie<strong>di</strong>stallo che conferisse stabilità alla<br />

scultura.<br />

Fu portata da un restauratore <strong>di</strong> mobili, il quale<br />

applicò con colla vinilica un pie<strong>di</strong>stallo rettangolare<br />

in legno massiccio che risolse il rischio “capitomboli”.<br />

Il restauratore per l’occasione la sottopose anche<br />

ad un trattamento antitarlo con petrolio, rime<strong>di</strong>o<br />

molto praticato per i mobili vecchi, ma improprio<br />

(per usare un eufemismo) per oggetti tanto antichi.<br />

Tra l’altro ho osservato tracce <strong>di</strong> polvere <strong>di</strong> legno in-<br />

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