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Qui - Porphyra

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Versi di Messer Costantino Manasse per il suo viaggio a<br />

Gerusalemme.<br />

Canto secondo.<br />

Avendo partecipato di queste meraviglie,<br />

credetti di trovare un rapido ritorno<br />

e allontanare il peso che avevo su di me.<br />

Ma eccola nuovamente di gran carriera:<br />

la sventura che è con me ovunque 5<br />

di nuovo mi afferrò, di nuovo mi atterrì.<br />

Appena giunto a una rapida trireme<br />

col vento in poppa verso la funesta Tiro,<br />

dove c'è penuria persino di una ciotola d’acqua.<br />

O maledetta, o odiosissima Tiro! 10<br />

Già, la tua aria pesante e soffocante 136<br />

e le vampe ardenti del sole,<br />

quali lingue di retori potrebbero raccontarli?<br />

Di qui incominciano i sintomi della malattia,<br />

male esiziale, insopportabile al massimo. 15<br />

Mi prese l’ardore della febbre<br />

come un fuoco vivace ben alimentato di frasche;<br />

le viscere gonfie, mi divorava l’anima:<br />

mi carbonizzò e mi consumò,<br />

mi arrostì e mi frisse. 20<br />

Mi oscurava con fumi densi la testa<br />

e con essa annebbiava le pupille della ragione.<br />

I capelli cadevano come quelli di un morto,<br />

non sopportando l’arsura dell’incendio.<br />

Ohimè, ohimè, me sventurato, degno di compianto, 25<br />

uomo che presto appassisce, scavato fino all’osso,<br />

con addosso solo la magra ombra di un corpo<br />

o meglio, del corpo solo la pelle.<br />

O Cristo creatore dell’universo, o Dio fonte di vita,<br />

quello svuotamento dei visceri, 30<br />

quel vomito dalla mia bocca, che mi ha consumato<br />

e mi ricorda<br />

quel frutto proibito 137 di un tempo<br />

per il quale fui allettato e raggirato, misero me!<br />

ebbi in cambio le amare mie sventure. 35<br />

Se avverto l’amaro della bile,<br />

lo considero segno di morte;<br />

le mani pendevano insensibili, le gambe tremavano:<br />

senza saldo equilibrio<br />

mi abbatteva a terra come un cadavere senza vita! 40<br />

Ingurgitavo d'un fiato interi mari,<br />

prosciugavo d’impulso interi fiumi:<br />

136 STRABONE, XVI, 2, 23 osserva che il clima di Tiro era malsano a causa delle numerose tintorie della porpora. Ai<br />

tempi di Costantino Manasse la città era un porto molto frequentato, e la situazione doveva essere molto simile.<br />

137 τροφή: lett. “nutrimento”. Manasse pensa al frutto dell’albero della conoscenza (Genesi 2,17), come farà più avanti<br />

(III, 52).<br />

23

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