O terra Romana, ornamento del mondo intero, si inumidiscono gli occhi nell'attesa di vederti. Ahi, ahi, gemo e ti bramo sospirando, o bellissima zia, gioiello dei congiunti! 115 Sono lontano dal tuo amabile volto, o cerchia dorata, dignità dei monaci; raggelai, svenni, mi dissolsi. È ciò che soffrono le cicale che si nutrono di rugiada, e d’estate intonano un canto melodioso 120 ma muoiono con l’inverno! Infatti, l'affannata specie umana scaldata al dolce sole della tranquillità ha voce più tonante di Stentore 13 e allarga la cassa toracica, 125 con voce levigata intesse il bel canto; ma se è vittima del gelo degli affanni appassisce, ohi!, non resistendo al freddo! Il generoso, l'aureo Ducas, Nilo di benefici, vero fiume d'oro, 130 mi sazia di bocconi pregiati e fa piovere su di me la rugiada del monte Hermon 14 senza aspettarsi da me ricompensa, (poiché, come potrebbe il disco lunare, pieno di luce, prenderne in prestito da una lucciola?) 135 bensì mosso da filantropia. Ma se penso alla terra di Bisanzio fiele mi sembra la grassa mensa, tutto amaro, perfino se bevessi nettare e mi portassero da mangiare ambrosia. 140 Anche l’uccello canterino in gabbia, benché nutrito in abbondanza, più che a sazietà, desidera libere dimore e non sopporta la vita con gli uomini e sempre cerca la via di fuga in segreto! 145 Niente è infatti tanto dolce e degno di essere cercato come la luce della libertà e la vita senza pensieri. O Cristo, fa che tutto finisca bene, 15 sì, sì, Vasaio della natura umana, sì sì, Giardiniere della schiatta mortale 150 sì che grato ti possa cantare inni di salvezza e offrire una coppa di ringraziamento! 16 12 Cfr. Giovanni 1,9; al miracolo della piscina di Siloe si fa riferimento anche al v. 110: il muoversi delle acque era segno di intervento divino e quindi di imminente guarigione. 13 Araldo degli Achei (cfr. Iliade, V, vv. 785-786), dalla voce fortissima “che gridava quanto altri cinquanta”. 14 Monte della Palestina situato sul confine nord-orientale siro-libanese. Esso segnava il confine della Terra Promessa e il limite della conquista di Giosuè (Deuteronimio 3,8; Giosuè 12,1 e 13,5). Ai piedi del Monte Hermon Gesù annunciò la costruzione della sua Chiesa e la sua futura morte e resurrezione (Matteo 16,18-21). Sarebbe anche il Monte della Trasfigurazione: cfr. Matteo 17,1-8; Marco 9,2-8; Luca 9,29-36. Per l'immagine cfr. Salmi 133 (132), 3. 15 Χριστός e χρηστός erano omofoni nella pronuncia bizantina: il gioco di parole era comune. 16 Allude, in maniera volutamente ambigua, al calice dell'Eucaristia. 26
O terra di Bisanzio, o città amatissima occhio della terra, decoro del mondo, stella abbagliante e lume del mondo che è sotto, 155 potessi essere in te, in te mi deliziassi 17 mi riscaldassi e mi guidassi, perché non sia più separato dal tuo abbraccio materno! 17 L’uso più celebre di κατατρυφάω + genitivo è in Salmi 36 (37):4: «κατατρύφησον τοῦ κυρίου» («deliziati nel Signore»). Cfr. anche A Patristic Greek Lexicon, s.v. Κατατρυφάω. 27