Qui - Porphyra
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dilaniati come eravamo da tali e tanti mali, 70<br />
per i quali non si trovava esito felice,<br />
finché il pansebastos non venne a Cipro, 12<br />
scampato a molti pericoli e a mille morti:<br />
da allora la tempesta delle disgrazie<br />
si cambiò in sereno, in primavera. 75<br />
Chi dubita del potere della gioia,<br />
mi ascolti e si convinca!<br />
L’arsura che mi aveva torturato per tanto tempo,<br />
il fuoco della quartana con il suo calore,<br />
come avvertì la presenza del sebastos 80<br />
si partì da me immediatamente!<br />
<strong>Qui</strong>ndi il sebastos ci riunì in un punto,<br />
come un uccello i suoi piccoli:<br />
con la melodia di armoniosi canti, 13<br />
riunisce e ordina 85<br />
dopo che essi sono sfuggiti alla rete e alla trappola.<br />
Egli suonò il segnale del ritorno,<br />
e noi accorremmo al sicuro intorno a lui.<br />
Non è cosa nuova né audace per l’arte<br />
aggiungere ai discorsi qualcosa di buffo: 90<br />
è infatti necessario alle sventure e ai tormenti<br />
mischiare qualcosa di allegro,<br />
e il cupo scrivere di storia<br />
richiede l’aggiunta di scherzi divertenti.<br />
Era il dì della grandiosa festa 95<br />
che siamo soliti chiamare Pentecoste<br />
ed eravamo tutti riuniti nelle chiese<br />
aspettando la funzione serale.<br />
Capitò che fossi vicino all'entrata<br />
quando entrò un tale, un cipriota, 100<br />
che in stupidità batteva tutti i compaesani!<br />
Arrivò, mi venne vicino, si fermo:<br />
puzzava di vino, e ancor di più d’aglio!<br />
E io, col naso impastato dal miasma<br />
(mi stomaca quest’odoraccio, 105<br />
che è come quello delle mie feci di quand’ero malato,<br />
o la figura dello stesso Satana),<br />
mi girò la testa e fui per svenire.<br />
L’oscurità che mi piombò sulle pupille<br />
a momenti mi buttava in terra mezzo morto. 110<br />
Io gli dissi, fissandolo tranquillamente:<br />
« Uomo, va’ più in là, non mi stare vicino:<br />
sai di aglio, per cui allontanati,<br />
ché non riesco a sopportare il fetore ».<br />
Ma egli non reagì, non lasciò il suo posto. 115<br />
Di nuovo gli dissi, un po’ più brusco:<br />
12 La notizia è confermata da GUGLIEMO DI TIRO, XVIII, 31; cfr. inoltre HORNA, Das Hodoiporikon, p. 317.<br />
13 Cfr. EURIPIDE, Bacchae, 160: «λωτός ὅταν εὐκέλαδος, ἱερὸς ἱερὰ παίγματα βρέμῃ» («quando l’aulo sacro<br />
sacre note in un fremito fa sonare in armonia»).<br />
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