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Qui - Porphyra

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2.2. Orazioni.<br />

Costantino Manasse era un puro intellettuale di corte: 19 la<br />

sua fortuna presso i notabili veniva da lui gestita attraverso<br />

panegirici e orazioni celebrative o funebri dirette a un numero<br />

limitato di persone di alto rango: l'imperatore Manuele I<br />

Comneno, il diplomatico e militare Giovanni Contostefano,<br />

protettore del poeta, e la sua consorte, Teodora Contostefanina,<br />

la sebastocratorissa Irene, cognata dell'imperatore, e Alessio<br />

Ducas, governatore di Cipro (cfr. Hodoiporikon, II, 57-69). Ci<br />

sono pervenute cinque orazioni: una monodia funebre per la<br />

morte di Teodora Contostefanina, 20 il cui inizio verte<br />

sull'opposizione tra il matrimonio gioioso e la separazione<br />

definitiva per poi proseguire con immagini che sottolineano il<br />

vuoto lasciato dalla defunta e la commozione del poeta; la<br />

seconda è una lunga e incoraggiante consolatoria 21 al vedovo<br />

Giovanni Contostefano. 22 Segue una orazione funebre per il<br />

cugino del governatore di Cipro Alessio Ducas, Niceforo<br />

Comneno, lunga riflessione sulla nobiltà del personaggio. 23<br />

Intorno al 1170, 24 Costantino Manasse cade in disgrazia presso<br />

l'imperatore a causa di alcune calunnie. Allora si rivolge al<br />

logothetes tou dromou e poeta Michele Agiotheodorites 25 con<br />

un elogio in cui cita l'aneddoto di Apelle, 26 che divenne<br />

famoso dipingendo un impressionante ritratto della dea Atena.<br />

Così il poeta giustifica le lodi al potente funzionario attraverso<br />

la metafora dell'orto, che rappresenta la sua condizione<br />

economica e sociale e che viene fertilizzato dalla reputazione,<br />

la quale a sua volta dipende dall'opinione dei potenti: chiede<br />

quindi aiuto affinché la chiara fama del dignitario cui si rivolge<br />

venga in aiuto alla sua reputazione. 27 Comincia quindi<br />

un'autodifesa: il poeta è di libera nascita e educazione, si lega a<br />

persone miti e sagge e non ambigue e sfrontate, ha iniziato<br />

19<br />

«A professional parasite» lo definisce MAGUIRE, Court Intellectuals…, cit., p. 161; lo stesso Costantino Manasse,<br />

nell'elogio di Michele Agiotheodorites (v. infra, nota 7), ammette di essersi istruito «nelle aule imperiali e nelle case<br />

illustri».<br />

20<br />

Cfr. KURTZ, in “Vizantijskij Vremennik” 7 (1900), pp. 630-635. Per ulteriori dettagli sulle orazioni funebri di<br />

Costantino Manasse cfr. SIDERAS A., Die byzantinischen Grabreden. Prosographie, Diaterung, Uberlieferung 142<br />

Epitaphien und Monodien aus dem byzantinischen Jahrtausend, Wien 1994, pp. 191-195.<br />

21<br />

Cfr. KURTZ, in “Vizantijskij Vremennik” 7 (1900), pp. 636-645.<br />

22<br />

Giovanni Contostefano è chiamato ἀνὴρ Ἕλλην (p. 637) a sottolinearne il coraggio e la forza d'animo; il termine<br />

(“greco”), che fino al XI secolo era usato per indicare i pagani (ancora Michele Psello lo usa riferendosi ai Cinesi; cfr.<br />

PAGE G., Being Byzantine, Cambridge 2008, pp. 63-82), torna ad avere un significato non negativo, e piuttosto etnico,<br />

proprio a partire dal XII secolo, in età comnena. Anche il discorso per Michele Agiotheodorithes è definito «ἑλλήνιος<br />

perché περιττοὶ τὴν σύνεσιν Ἕλλήνες» («Eccelsi sono i Greci per sagacia»).<br />

23<br />

Cfr. KURTZ, in “Vizantijskij Vremennik” 17 (1910), pp. 302-322.<br />

24<br />

Cfr. MAGUIRE, Court Intellectuals…, cit., p. 162.<br />

25<br />

Cfr. HORNA K., in “Wiener Studien” 28 (1906), pp. 173-184; alle pp. 194-197 è pubblicato un poemetto mutilo di<br />

Agiotheodorites sul carnevale nell'ippodromo di Costantinopoli (1. febbraio, 1168).<br />

26<br />

Il celebre pittore del quadro allegorico che raffigurava la Calunnia personificata, al quale Costantino Manasse<br />

accenna.<br />

27<br />

Cfr. p. 175, 71: «Φήμη ψευδὴς καὶ διαβολὴ δύο κακὰ συγγενῆ· θυγάτηρ ἡ φήμη διαβολῆς» («La falsa<br />

fama e la calunnia sono parenti: la fama è figlia della calunnia»).<br />

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