0688 LG Archimede_IV Bozza - Ospedale Niguarda Cà Granda
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4.6 Indagini e tecniche di emostasi non endoscopiche<br />
Consensus statement S.G. in età pediatrica<br />
Sebbene l’endoscopia consenta in un elevato numero di casi la diagnosi di sede e di natura dell’emorragia,<br />
esistono pazienti nei quali le procedure endoscopiche, pur adeguatamente condotte, risultano<br />
insufficienti. Anche nel bambino, come per il paziente adulto, sono utilizzabili in questo contesto<br />
metodologie alternative di tipo radiologico: l’angiografia e la scintigrafia.<br />
Queste tecniche assai raramente vengono impiegate nei casi di emorragia di chiara origine superiore<br />
(a monte del Treitz), mentre risultano importanti, dopo l’esclusione endoscopica di un sanguinamento<br />
gastrico e duodenale, nell’identificazione delle emorragie del piccolo intestino.<br />
Angiografia<br />
L’angiografia selettiva individua il sito dell’emorragia attiva se il flusso emorragico è maggiore di circa<br />
0.5 ml/min. Questa tecnica richiede, specie nel bambino, elevata esperienza e va condotta sotto appropriata<br />
sedazione. D’altro canto l’angiografia offre, accanto alla possibilità di identificazione del sito<br />
emorragico, anche soluzioni terapeutiche (embolizzazione, impiego di microspirali) di provata efficacia<br />
(grado B).<br />
Scintigrafia<br />
Sia nell’adulto che in pediatria viene utilizzata la scintigrafia mediante Tc 99m. Il tracciante radioattivo<br />
può essere impiegato come 99mTc-pertecnetato per l’identificazione di cellule gastriche eterotopiche,<br />
quali sono presenti nel diverticolo di Meckel, sebbene la metodica sia gravata dalla possibilità di<br />
falsi negativi o di falsi positivi (masse infiammatorie, malformazioni arterovenose).<br />
La sensibilità della scintigrafia può essere aumentata dalla premedicazione con antisecretori (ranitidina<br />
10 mg/kg /die nei 2 giorni precedenti).<br />
Il tecnezio viene anche complessato ad eritrociti (99mTc-labeled red cells) per la localizzazione di foci<br />
emorragici, alla condizione che il flusso sia attivo e ad una velocità di almeno 0.3 ml/min. (grado B).<br />
Gli eritrociti marcati rimangono inoltre in circolo per almeno 5 giorni dall’inoculazione e ciò permette<br />
la diagnosi di emorragie intermittenti, sebbene il trascinamento a valle del sangue stravasato ad opera<br />
della peristalsi intestinale possa costituire a volte un oggettivo limite interpretativo circa la sede dell’emorragia.<br />
4.7 Algoritmi decisionali<br />
Riteniamo pertanto utili alcuni algoritmi che, se pur non comprendono la totalità dei casi, possono<br />
velocizzare nella maggior parte dei pazienti il percorso decisionale, portando ad un risparmio di tempo<br />
e risorse a tutto vantaggio per il paziente critico (figura 1).