31.05.2013 Views

0688 LG Archimede_IV Bozza - Ospedale Niguarda Cà Granda

0688 LG Archimede_IV Bozza - Ospedale Niguarda Cà Granda

0688 LG Archimede_IV Bozza - Ospedale Niguarda Cà Granda

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Capitolo 8<br />

La terapia medica<br />

Il trattamento farmacologico nel SG acuto e cronico è basato essenzialmente sull’utilizzo di 3 classi di<br />

farmaci:<br />

1 farmaci che sopprimono l’acidità gastrica (anti-H2 ed inibitori di pompa protonica)<br />

2 farmaci vasoattivi (somatostatina, octeotride e terlipressina)<br />

3 farmaci antibiotici nel SG da ipertensione portale e da epatopatia cronica<br />

(uso non sempre condiviso).<br />

Sebbene pochi studi abbiano suggerito un reale beneficio nell’uso di questi presidi farmacologici nella<br />

gestione del sanguinamento acuto e cronico, essi possono essere considerati un supporto importante<br />

in attesa di una definizione diagnostica endoscopica e/o con altri presidi strumentali e per la prevenzione<br />

del rischio di risanguinamento. (122 Racc. tipo B)<br />

8.1 Farmaci antiacidi<br />

Antagonisti dei recettori H2 dell’istamina (ranitidina e famotidina) sono stati indicati nel trattamento del<br />

sanguinamento acuto gastrointestinale da causa prevalentemente peptica o nella prevenzione del<br />

rischio di risanguinamento da malattia peptica. I farmaci anti H2 agiscono riducendo la secrezione<br />

acida delle cellule parietali gastriche attraverso un blocco reversibile dei recettori e sono dotati di alta<br />

selettività e non agiscono sui recettori anti-H1.<br />

Nel sanguinamento acuto, il dosaggio della ranitidina è di 2.5-5 mg/kg/dose ogni 12 ore o in alternativa<br />

al dosaggio di 0.75-1.5 mg/kg/dose ev ogni 8 ore senza superare la posologia di 400 mg/die (123<br />

Racc. tipo B) con attento monitoraggio delle funzionalità renale ed epatica. Nei pazienti con insufficienza<br />

renale la posologia della ranitidina ev va adattata alla clereance della creatinina. La ranitidina<br />

sembra incapace di mantenere una adeguata e prolungata attività acido-soppressiva gastrica intesa<br />

come mantenimento costante di un ph > 6. Attualmente più efficace appare la terapia con inibitore di<br />

pompa protonica (IPP) nel trattamento di pazienti con ulcera sanguinante (124 Racc. tipo B). Numerosi<br />

trials clinici hanno dimostrato che in pazienti con ulcera peptica, il trattamento immediato con IPP<br />

riduce il rischio di risanguinamento, la richiesta di trasfusione di sangue e la durata della permanenza<br />

in ospedale (125 Racc. tipo B). La netta superiorità degli IPP rispetto agli anti-H2 è dovuta al loro meccanismo<br />

d’azione ed alle intrinseche proprietà farmacologiche e farmacodinamiche. Il loro sito d’azione<br />

è rappresentato dalla pompa protonica delle cellule parietali gastriche, ultimo passaggio della secrezione<br />

acida che viene irreversibilmente inattivata. Ciò spiega la loro differenza con gli anti-H2. Il legame<br />

irreversibile tra IPP e pompa protonica induce una drastica riduzione della secrezione acida e del<br />

volume del succo gastrico nelle 24 ore e l’innalzamento del ph gastrico al di sopra di 4, per periodi<br />

prolungati. La posologia utilizzata può variare da 0.7 a 3.3 mg /kg/die per os o per via ev (126 e Parere<br />

degli Esperti).<br />

Effetti collaterali possibili: disturbi gastrointestinali; a dosaggi elevati può essere epatotossico, invece<br />

non è segnalata nefrotossicità. E’ importante segnalare le possibili interazioni con altri farmaci che utilizzano<br />

la stessa via metabolica, infatti l’omeprazolo è metabolizzato dal cytocromo p 450 (isozima<br />

CYP2C19) per cui l’emivita di alcuni farmaci (Warfarin, Fenintoina, Diazepam…) può essere alterata in<br />

presenza di omeprazolo ma, dal punto di vista clinico, queste interazioni farmacologiche non sono<br />

significative (127). Numerosi studi hanno documentato che l'infusione continua endovenosa di alte<br />

dosi di omeprazolo può mantenere un ph intragastrico > 6 per oltre 24 ore nella fase acuta e riduce i<br />

rischi in pazienti con significativo sanguinamento acuto per lesioni ulcerose e coaguli visibili non sanguinanti<br />

(128 Racc. tipo B). Il trattamento ottimale del SG da malattia peptica gastrica e duodenale o<br />

da ipertensione portale risulta dalla combinazione dell’uso degli IPP e dell’emostasi endoscopica per<br />

lesioni attive e sanguinanti. La combinazione inoltre tra infusione di omeprazolo ed endoscopia appare<br />

più utile nella prevenzione del risanguinamento rispetto al solo trattamento endoscopico (129 Racc.<br />

tipo A).<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!