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0688 LG Archimede_IV Bozza - Ospedale Niguarda Cà Granda

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Capitolo 1<br />

Introduzione, epidemiologia<br />

e rilevanza del problema<br />

Il Sanguinamento Gastrointestinale (SG) rappresenta un evento relativamente frequente in età pediatrica.<br />

Può costituire una emergenza quando nel bambino si assiste ad una rapida deplezione del volume<br />

ematico e quando si incontrano difficoltà per l’isolamento di accessi venosi così da interferire nelle procedure<br />

di rianimazione.<br />

La percentuale di mortalità è relativamente bassa ed è strettamente correlata alla presenza di una patologia<br />

associata (malformazione vascolare, epatopatia, ipertensione portale etc), ma essa si riduce quando<br />

la gestione dell’evento è garantita da Centri specialistici ed in relazione all’aderenza a protocolli e<br />

linee guida ben definiti. Nell’80% dei casi i SG si autolimitano spontaneamente, ma il monitoraggio<br />

della fase acuta, necessario per identificare i pazienti che sono a rischio di compromissione emodinamica,<br />

ed un corretto approccio medico iniziale, rappresentano i fattori prognostici più importanti.<br />

Un approccio razionale prevede:<br />

• valutazione del paziente (identificazione dei pazienti a rischio di instabilità emodinamica:<br />

monitoraggio dei parametri vitali, esame obiettivo, procedure animatorie)<br />

• assicurazione di un accesso venoso (conta globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, HB,<br />

HT, gruppo sanguigno, tests coagulativi, funzione renale, elettroliti)<br />

• monitoraggio diuresi<br />

• eventuale posizionamento di sondino nasogastrico e lavaggio gastrico in casi selezionati.<br />

Al di sotto di una determinata fascia di età (< 2 anni), in corso di SG acuto, è importante associare il<br />

monitoraggio di alcuni parametri come: la glicemia, la calcemia, e l’equilibrio acido base.<br />

L’uso di farmaci vasoattivi (octeotride, somatostatina) o inibitori della secrezione acida spesso precede<br />

la valutazione endoscopica. L’endoscopia ha un ruolo determinante per: informazioni diagnostiche<br />

(sede e natura dell’emorragia); informazioni prognostiche (livello di cura, efficacia del trattamento) ed<br />

è un insostituibile supporto terapeutico. Essa, nella gran parte dei casi, ha un ruolo diagnostico determinante.<br />

L’endoscopia “urgente” o “out of hours” (< 12 ore dalla prima osservazione) è indicata in casi<br />

molto selezionati come in pazienti che continuano a sanguinare, che presentano una caduta acuta dell’emoglobina<br />

dell’HB (> 3 gr/dL/ora) nelle 24 ore che precedono l’EGDS, o in pazienti con malattia cronica<br />

ad alto rischio (malattia emato-oncologica, insufficienza epatica, ecc.). Il timing dell’endoscopia<br />

viene stabilito dallo stato emodinamico del paziente: essa dovrebbe essere eseguita quando lo stato<br />

emodinamico migliora e vi è un adeguato supporto intensivistico. Se il paziente continua ad avere un<br />

massivo sanguinamento e non risponde alle manovre rianimatorie, l’esame endoscopico, pur necessario,<br />

diventa molto difficoltoso (nell’arco delle prime 6-12 ore).<br />

1.1 Livelli di raccomandazione<br />

E’ stata selezionata la letteratura e distinta secondo questo schema:<br />

Livello 1 Raccomandazione di tipo A<br />

studi clinici randomizzati controllati (RCT) e/o revisioni sistematiche di RCT<br />

Livello 2 Raccomandazione di tipo B<br />

trial prospettici con o senza controlli con ampie casistiche<br />

Livello 3 Raccomandazione di tipo C<br />

Case report, Consensus, parere di esperti, proposte delle Società Scientifiche,<br />

parere del Panel.<br />

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