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Luigi Narni Mancinelli Scene del mostro Immaginario ... - ImageShack

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Capitolo secondo. Teratologia politica<br />

a)Il <strong>mostro</strong> e il Re<br />

Nella lezione al Collège de France <strong>del</strong> 29 Gennaio 1975 Michel Foucault affronta la questione <strong>del</strong>la<br />

presenza e <strong>del</strong>l'irruzione <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong> <strong>mostro</strong> nella politica a partire dalla soglia storica <strong>del</strong>la<br />

Rivoluzione francese <strong>del</strong> 1789. A comparire sulla scena per la prima volta è l'imprevista immagine<br />

<strong>del</strong> <strong>mostro</strong> come Re e <strong>del</strong> Re come <strong>mostro</strong>. Piuttosto che l'emergere <strong>del</strong>la mostruosità nella<br />

violazione <strong>del</strong>l'antico ordine sacro pre-rivoluzionario viene alla ribalta prima la questione<br />

esattamente opposta <strong>del</strong>la rappresentazione, in vista appunto <strong>del</strong> nuovo ordine rivoluzionario<br />

nascente, <strong>del</strong> sovrano descritto e catalogato come uomo-<strong>mostro</strong>. Il tiranno e il despota sono visti nei<br />

pamphlet e nelle riflessioni a cavallo dei giorni <strong>del</strong>la presa <strong>del</strong>la Bastiglia come soggetti al di fuori<br />

di ogni patto stabilito e di ogni statuto possibile da definire con il popolo in rivolta. Il Re è dunque<br />

espressione di un'alterità assoluta, di caratteristiche eccedenti la natura regolata, vere e proprie<br />

escrescenze storiche da affrontare con l'unico mezzo conosciuto nell'epoca precedente verso il<br />

nemico assoluto e irrimediabilmente ostile all'uomo, cioè mediante la sua eliminazione fisica, la sua<br />

decapitazione, tagliare la testa al <strong>mostro</strong> : “La discussione sul processo <strong>del</strong> re, che ha occupato il<br />

periodo di tempo che sta tra la fine <strong>del</strong> 1792 e l'inizio <strong>del</strong> 1793, è molto importante, non solo perché<br />

vi si vede comparire il primo grande <strong>mostro</strong> giuridico, che è il nemico politico, il re, ma anche<br />

perché tutti questi ragionamenti li troveremo trasposti e applicati in un contesto <strong>del</strong> tutto differente<br />

nel XIX secolo, soprattutto nella seconda metà, quando il criminale quotidiano, attraverso le analisi<br />

psichiatriche o criminologiche (da Esquirol fino a Lombroso), sarà stato effettivamente<br />

caratterizzato come un <strong>mostro</strong>”[11]. E' l'epoca nella quale si indagano tutti i <strong>del</strong>itti commessi dai re<br />

e li si paragona dunque a <strong>del</strong>le specie criminali che non hanno stretto nessun patto con il popolo<br />

eccedendo qualsiasi norma nel rapporto con esso. La coppia mostruosa per eccellenza, sempre<br />

secondo la brillante archeologia teratologica foucaultiana, è quella formata da <strong>Luigi</strong> XVI e Maria<br />

Antonietta. Soprattutto alla regina proveniente da un paese straniero si attribuiscono una serie di<br />

comportamenti tipici di una figura scandalosa ed efferata, segnata dai tratti di mostruosità : “E'<br />

soprattutto attorno a Maria Antonietta che si cristallizzerà la tematica <strong>del</strong> <strong>mostro</strong> umano. Maria<br />

Antonietta cumula, nei libelli <strong>del</strong> tempo, diversi tratti specifici <strong>del</strong>la mostruosità. In primo luogo è<br />

la straniera, cioè non fa parte <strong>del</strong> corpo sociale. Anzi. Nei confronti <strong>del</strong> corpo sociale <strong>del</strong> paese in<br />

cui regna è la bestia feroce, o perlomeno l'essere allo stato di natura.. Inoltre, è la iena, l'orchessa, 'la<br />

femmina <strong>del</strong>la tigre', che -dice Prudhomme- 'una volta visto il sangue, non può più distogliersene'.<br />

Ecco dunque il lato cannibalesco, antropofagico <strong>del</strong> sovrano avido di sangue <strong>del</strong> popolo. E poi è<br />

anche la donna scandalosa, la donna depravata, che si abbandona alla licenza più oltraggiosa. In<br />

primo luogo, con l'incesto, poiché nei testi, nei libelli che abbiamo su di lei, veniamo a sapere che,<br />

quando era ancora bambina, è stata sverginata dal fratello Giuseppe II, che è diventata l'amante di<br />

<strong>Luigi</strong> XV e poi <strong>del</strong> cognato, conte d'Artois, quartogenito <strong>del</strong> Delfino”[12]. E' dunque una<br />

mostruosità accresciuta dai tratti, sempre essenziali e rilevanti, di una sessualità anomala e giudicati<br />

con maggiore severità in quanto forse concernenti una figura femminile. A questo riguardo<br />

possiamo anche fare una riflessione sull'evoluzione <strong>del</strong>la figura di Maria Antonietta per come è<br />

stata percepita successivamente nella storiografia o nella letteratura e nelle arti contemporanee.<br />

L'immagine <strong>del</strong>la regina sarà inevitabilmente depurata dai tratti mostruosi, tipici di un momento<br />

storico conflittuale segnato dall'esasperazione e dal cambio di regime, per essere invece trasfigurata<br />

nel più sobrio simbolo <strong>del</strong>l'indifferenza dei potenti rispetto ai bisogni <strong>del</strong>le masse, esemplificata<br />

nella famosa frase a lei attribuita “se il popolo reclama il pane dategli le brioches”. Quanto alla<br />

questione <strong>del</strong>la femminilità e <strong>del</strong>le deviazioni sessuali possiamo anche riscontrare nel recente film

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