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Luigi Narni Mancinelli Scene del mostro Immaginario ... - ImageShack

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un'interdizione <strong>del</strong>la legge civile, religiosa o divina”[1]. Il <strong>mostro</strong> eccede nella misura, può essere<br />

un minuscolo lillipuziano o il gigantesco Gulliver o l'enorme scimmia King Kong appeso sul<br />

grattacielo americano, ma anche manifestarsi nell'eccedenza di poter superare determinate leggi<br />

fisiche ritenute insormontabili come con l'immortalità, la telepatia, la bilocazione, l'invisibilità. Di<br />

fronte a questo costitutivo campionario di eccedenze e di abnormità e di ibridazioni gli uomini si<br />

sono sempre rapportati con un pari eccesso di pensieri e di stesse creazioni. L'uomo è stato attonito<br />

scopritore <strong>del</strong> <strong>mostro</strong> e suo attento e scrupoloso studioso ma anche suo creatore. Nell'ibridazione di<br />

più specie o di esseri con componenti <strong>del</strong>la tecnica fino ai cyborg ed ai robot opera esclusiva <strong>del</strong>la<br />

tecnologia, fino alla creatura <strong>del</strong> Dr. Frankenstein l'uomo e il <strong>mostro</strong> hanno stretto una particolare<br />

alleanza. E questi mostri sono spesso usciti dalle pagine dei libri o dalle pellicole cinematografiche<br />

o dai dipinti nelle chiese e sono diventati oggetto di culto, di timore, di speranza e di riscatto per gli<br />

uomini. Mostri buoni e mostri cattivi, mostri liberatori o tiranni. Mostri immaginari ma anche,<br />

questo è un altro punto decisivo <strong>del</strong>la questione, mostri realmente esistenti. E se non esistenti nella<br />

realtà fisica immediatamente riscontrabile, perlomeno esistenti per l'effetto prodotto da essi nella<br />

costituzione essa stessa ibrida <strong>del</strong>la vita umana nella commistione <strong>del</strong> pensiero e <strong>del</strong>l'osservazione<br />

<strong>del</strong>la realtà, nel prodotto immediato tra fiction, discorsi e narrazione e sue risultanze storico<br />

pratiche. E dunque in questa fiction che è la storia <strong>del</strong>le filosofie e <strong>del</strong>le politiche degli uomini pare<br />

quantomeno singolare che non ci sia una rilevante attenzione da parte degli studiosi riguardo i<br />

rapporti intercorsi tra il <strong>mostro</strong> e la politica ampiamente intesa. Se esistono e sono in pieno sviluppo<br />

filosofia politica, scienza politica, biologia politica, teologia politica e così via, nondimeno<br />

potremmo parlare <strong>del</strong>l'esistenza di una “teratologia politica” degna se non di un precipuo statuto<br />

costituente come scienza accademica quantomeno di una preliminare riflessione anche in abbozzo<br />

di lineamenti, disegni, immagini e ragionamenti. Ma se abbiamo cominciato a parlare di cosa sia (o<br />

di chi sia) il <strong>mostro</strong>, può essere utile fare un breve cenno sulla natura <strong>del</strong>la scienza dei mostri,<br />

appunto la Teratologia.<br />

b) La Teratologia<br />

Al principio <strong>del</strong> secolo XIX in Francia, sulla scia <strong>del</strong>le scienze naturalistiche ad opera di studiosi<br />

<strong>del</strong>la materia nasce questa scienza particolare legata allo studio di gravi ed abnormi devianze,<br />

scienza <strong>del</strong>le mostruosità, scienza <strong>del</strong> <strong>mostro</strong>, teratologia, <strong>del</strong> teratòs, <strong>del</strong> <strong>mostro</strong>. Il primo autore a<br />

cimentarsi in un compiuto Trattato di Teratologia è appunto il naturalista francese Etienne Geoffroy<br />

Sant Hilaire nel 1836. Sant-Hilaire studia e cataloga tutte le anomali complesse, congenite, gravi e<br />

molto complesse organicamente degli esseri viventi. Egli distingue “le anomali semplici o<br />

emeteriche, che vanno dalle semplici varietà ai vizi di conformazione (più pregiudicanti l'esercizio<br />

<strong>del</strong>le funzioni : imperforazione <strong>del</strong> retto, <strong>del</strong>la vulva, ecc.); le eterotasse, una categoria che permette<br />

di risolvere il problema classico nel XVIII secolo <strong>del</strong>l'inversione <strong>del</strong>le viscere o situs inversus.<br />

Nonostante una profonda trasformazione, se si considera il numero di organi spostati, le consegueze<br />

sulla salute <strong>del</strong>l'individuo sono nulle. Questa anomalia è quantitativamente importante dal punto di<br />

vista anatomico, ma non è visibile all'esterno, e non pregiudica l'esercizio <strong>del</strong>le funzioni. Bisogna<br />

dunque escluderla dallo studio <strong>del</strong>la mostruosità; Gli ermafroditismi, che colpiscono lo sguardo per<br />

la confusione tra i sessi che inducono, ma non comportano conseguenze vitali importanti per<br />

l'individuo che lo presenta (le conseguenze non toccano che la capacità riproduttiva)”[2]. Ma queste<br />

anomalie così gravi, queste mostruosità che appaiono all'esterno sono nocive agli “individui” che le<br />

presentano, a cosa portano e dove conducono questo “individuo” che ne è informato? Dove<br />

possiamo classificare il <strong>mostro</strong> che espone queste qualità, tra gli esseri umani degenerati e devianti<br />

una normazione anatomica oppure in una nuova specie? “A questa questione capitale (il <strong>mostro</strong> è un<br />

essere umano?), Etienne Geoffroy Sant-Hilaire risponde con un no categorico. No, non si deve<br />

confondere l'origine di un essere con la sua propria essenza. No, l'umanità non gli viene<br />

necessariamente per fatto d'essere nato da una donna. Tanto sul piano pratico che sul piano<br />

speculativo, bisogna guardarsi dal consideralo come un essere umano”[3]. Questa considerazione

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