Luigi Narni Mancinelli Scene del mostro Immaginario ... - ImageShack
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mostruoso ed eccedente la classica iconografia religiosa <strong>del</strong>la sovranità, un <strong>mostro</strong> umano, appunto<br />
questa somma di uomini che simboleggia il Patto a cui essi si sottopongono : “Hobbes ci ha offerto<br />
tre chiavi di lettura per comprendere il significato <strong>del</strong> suo Leviatano. Nell’introduzione al libro egli<br />
lo definisce animale artificiale, un automa: è un prodotto <strong>del</strong>l’arte umana che, imitando l’uomo<br />
naturale, riesce a spingersi oltre i confini di una semplice riproduzione meccanica, come quella di<br />
un orologio. Risultato di questo atto creativo, la cui ratio consiste nel superamento <strong>del</strong>la imperfetta<br />
condizione naturale, è il magnus Leviathan, la comunità politica o stato: «Magnus ille Leviathan,<br />
quae civitas appellatur, opificium artis est et homo artificialis, quanquam homine naturali, propter<br />
cujus protectionem et salutem excogitatus est, et mole et robore multo major».<br />
Un’altra indicazione troviamo nel capitolo in cui Hobbes illustra il processo generativo <strong>del</strong>lo stato,<br />
cioè sempre <strong>del</strong> grande Leviatano, che in questo caso è anche definito deus mortalis: «Atque haec<br />
est generatio magni illius Leviathan, vel, ut dignius loquar, mortalis Dei; cui pacem et protectionem<br />
sub Deo immortali debemus omnem».<br />
La terza indicazione proviene dal cap. XXVIII, «Delle punizioni e <strong>del</strong>le ricompense», alla fine <strong>del</strong><br />
quale Hobbes sintetizza la trama <strong>del</strong> suo lungo discorso politico: «Hactenus de natura hominis,<br />
quem superbia aliaeque passiones suae ad submittendum se regimini alicui compulerunt, et rectoris<br />
sui potentia ingente disserui; comparans illum magno illi Leviathan; de quo (Job XLI.24,25) dicit<br />
Deus, non est potestas super terram, quae comparetur ei: factus est, ita non metuat: videt sublimia<br />
omnia infra se; et rex est omnium filiorum superbiae»[14].<br />
La paura <strong>del</strong>la morte violenta, la stanchezza per i conflitti interni alla società, il disordine generato<br />
dalle guerre di religione sono tutte cause <strong>del</strong>la nascita di quello che è nelle intenzioni hobbesiane un<br />
<strong>mostro</strong> che rappresenta un potere così alto da incutere timore a tutti, di tenere a freno i superbi e di<br />
regnare in maniera irrevocabile. Con il Leviatano gli uomini non possono venire a patti, il potere<br />
politico e quello religioso vengono finalmente sedati ed unificati e che creano sicurezza al popolo. Il<br />
patto è dunque precedente alla nascita <strong>del</strong> Leviatano ed è il modo in cui gli uomini realizzano una<br />
rappresentanza orizzontale di tutto il corpo politico. Non è più il <strong>mostro</strong> <strong>del</strong> Sovrano a cui si cede il<br />
dominio con un pactum subjectionis, ma è al contario un <strong>mostro</strong> moderno, laico, il <strong>mostro</strong> umano<br />
<strong>del</strong> razionalismo assolutista <strong>del</strong>lo Stato che nasce storicamente in questo periodo. La figura <strong>del</strong>la<br />
mostruosità presenta quindi dei tratti peculiari : il <strong>mostro</strong> umano è un <strong>mostro</strong> di uomini legati<br />
intimamente e indissolubilmente nel patto, un <strong>mostro</strong> che elimina ogni interferenza esterna <strong>del</strong><br />
possibile conflitto. Non siamo di fronte dunque ad un <strong>mostro</strong> <strong>del</strong> superamento né tantomeno ad un<br />
<strong>mostro</strong> tipico <strong>del</strong>l'adattamento eccedente, quanto più che altro ad una forma di ibridazione segnata<br />
dalla sommatoria <strong>del</strong>le caratteristiche umane volte al legame ed alla eliminazione <strong>del</strong> conflitto.<br />
Proprio questo elemento di scongiuramento <strong>del</strong>l'eventualità <strong>del</strong> conflitto segna con precisione la<br />
natura di questo <strong>mostro</strong> così particolare. In genere i mostri sono evocati per rappresentare un<br />
conflitto scabroso e non controllabile disegnandone i tratti eccedenti la norma anche per rassicurare,<br />
qui siamo appunto al momento più estremo di questa rassicurazione, siamo al <strong>mostro</strong>-umano come<br />
colui che blocca ogni possibile conflitto, il <strong>mostro</strong> <strong>del</strong>la pace imposta a cui è impossibile per natura<br />
ribellarsi. Questa impossibilità di ribellarsi al <strong>mostro</strong> per statuto perchè impigliati nella sua stessa<br />
costituzione fisica non potrà dunque che generare altri mostri speculari a questa eliminazione <strong>del</strong><br />
conflitto latente.<br />
c) Il <strong>mostro</strong> e la Moltitudine<br />
Pubblicato postumo nel 1681, il libro di Thomas Hobbes Behemoth: the history of the causes of the<br />
civil wars of England, and of the counsels and artifices by which they were carried on from the year<br />
1640 to the year 1660, noto con il nome di Behemot, mette in scena quell'altro <strong>mostro</strong> biblico che<br />
accompagna il Leviatano anche nello stesso libro di Giobbe ed in altre rappresentazioni bibliche. E'<br />
lo stesso Hobbes a precisare di voler mettere in contrapposizione le due figure mostruose, tra l'altro<br />
l'uno <strong>mostro</strong> marino e l'altro, nato anfibio come pseudo-ippopotamo, <strong>mostro</strong> terrestre : “A questo<br />
punto può risultare più chiaro il significato di Behemoth, titolo con cui è nota l’opera di Hobbes