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Luigi Narni Mancinelli Scene del mostro Immaginario ... - ImageShack

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arrovellano nella patetica quanto improbabile restaurazione di una qualche teleologia”[7]. In questa<br />

prospettiva l'immaginario <strong>del</strong>la mostruosità data come ambivalente ed aperta sia ad un suo recupero<br />

da parte <strong>del</strong> dominio che ad una sua trascendenza, viene interrogato anche sulla ricaduta che può<br />

portare sulle soggettività chiamate ad identificarsi e rispecchiarsi nella figura <strong>del</strong> <strong>mostro</strong>. Il <strong>mostro</strong><br />

può rassicurarci, afferma la Braidotti, perchè rappresenta un essere che è aldilà <strong>del</strong>la catastrofe e che<br />

ha già compiuto il processo di metamorfosi che coinvolge giocoforza ciascuno di noi : “Come<br />

suggerisce Diana Arbus, i corpi deformi hanno già attraversato il tunnel e ne sono venuti fuori. Se<br />

non proprio sopravvissuti, essi sono per lo meno reattivi nella loro capacità di compiere<br />

metamorfosi e quindi sopravvivere e farcela. Molti umani forse hanno invece attualmente seri dubbi<br />

sulla loro capacità di farcela”[8]. Tra le riflessioni filosofiche e politiche più significative ed<br />

interessanti <strong>del</strong> novecento entra di diritto quella di Gilles Deleuze e Felix Guattari. Questa anomala<br />

coppia formata dal filosofo post-strutturalista e dallo psicanalista eretico si accosterà in maniera<br />

singolare ed anomala al tema <strong>del</strong>l'abnormità e <strong>del</strong>la mostruosità nell'antropologia e nella politica.<br />

Nella loro ricerca sul divenire animale, sulle mille differenze e ripetizioni dentro il piano<br />

d'immanenza, D & G disegnano su questo piano una serie di mutazioni e cambiamenti che<br />

avvengono e riguardano sia l'aspetto stesso <strong>del</strong>l'uomo che le sue eccedenze e contaminazioni<br />

possibili verso l'animale : “L'Uomo dei lupi continua a gridare : sei o sette lupi! Freud risponde :<br />

che? Dei capretti? Com'è interessante, io tolgo i capretti, resta un lupo, dunque è tuo padre...Ecco<br />

perchè l'Uomo dei Lupi si sente così stanco : rimane steso con tutti i suoi lupi nella gola e tutti i<br />

piccoli buchi sul naso, tutti questi valori libidinali sul suo corpo senza organi. La guerra sta per<br />

arrivare, i lupi stanno per diventare bolscevichi. L'Uomo resta soffocato da tutto quello che aveva<br />

da dire. Ci annunceranno soltanto che è ritornato ben educato, gentile, rassegnato, “onesto e<br />

scrupoloso”, in breve, guarito. Lui si vendica ricordando che la psicoanalisi manca di una visione<br />

veramente zoologica : “Per un giovane niente può avere più valore che l'amore per la natura e la<br />

comprensione <strong>del</strong>le scienze naturali, in particolare <strong>del</strong>la zoologia”[9]. Queste linee di fuga dallo<br />

status quo e dall'immobilità verso il movimento e la differenziazione porteranno dunque i due autori<br />

francesi a disegnare numerosi aspetti debordanti la natura umana come possibili figure evolutive<br />

animali e mostruose. Uomini lupi, la vespa e l'orchidea, il gatto e il babbuino, la pantera rosa, i<br />

vampiri ecc. Tutte figure di un immaginario costruito in base alla domanda se sia possibile sottrarre<br />

il pensiero al mo<strong>del</strong>lo di stato : “Tuttavia “pensatore privato” non è un'espressione soddisfacente,<br />

poiché insiste sull'interiorità, mentre si tratta di un pensiero <strong>del</strong> di fuori. Mettere il pensiero in<br />

rapporto immediato col di fuori, con le forze <strong>del</strong> di fuori, insomma far <strong>del</strong> pensiero una macchina da<br />

guerra, è una strana impresa, di cui si possono studiare in Nietzsche i procedimenti precisi<br />

(l'aforisma, ad esempio, è molto diverso dalla massima, nella repubblica <strong>del</strong>le lettere, è come un<br />

atto organico di Stato o un giudizio sovrano, mentre un aforisma attende il suo senso da una forza<br />

esterna, da una forza ultima che deve conquistarlo o soggiogarlo, utilizzarlo). Per un'altra ragione<br />

ancora “pensatore privato” non è una buona espressione : perché se è vero che questo contropensiero<br />

attesta una solitudine assoluta, si tratta però di una solitudine estremamente popolata, come<br />

il deserto stesso, una solitudine che tesse già i suoi legami con un popolo a venire, che invoca ed<br />

attende questo popolo, ed esiste solo grazie ad esso anche se manca ancora...'Ci manca quest'ultima<br />

forza, in assenza di un popolo che ci sostenga. Cerchiamo quest'appoggio popolare...'. Ogni<br />

pensiero è già una tribù, il contrario di uno Stato”[10]. La posta in gioco riguarda dunque il rapporto<br />

tra l'uomo e la sua possibile mostruosità, il suo divenire-<strong>mostro</strong>, così come riguarda il rapporto tra<br />

gli uomini e i mostri immaginari visti come potenze esterne ed estranee. Una politica <strong>del</strong>la<br />

trasformazione non potrà che confrontarsi con il Mostro, con l'influenza che esso getta<br />

sull'evoluzione <strong>del</strong>le società. Mostruosità e politica, politica <strong>del</strong>la mostruosità. Nel campo <strong>del</strong>le<br />

credenze comuni che generano sensi di appartenenza e identità così come tribù contro lo Stato e<br />

macchine da guerra appaiono dunque queste figure mostruose e sarà bene che le parti in lotta<br />

cerchino ciascuna dal proprio punto di vista di capire chi siano questi mostri. Per fermarli, sedarli,<br />

bloccarli e quietarli oppure per invocarli, liberarli e lasciarli agire e vedere poi degenerare la<br />

situazione.

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