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Vita nelle Sezioni - Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia

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andiere mentre apriva la porta di un<br />

casolare. Riuscii ad immobilizzarlo, nel<br />

mentre arrivò Baldini; lasciata a lui<br />

l'incombenza di trattenere il fermato, mi<br />

allontanai alla ricerca di altri possibili<br />

contrabbandieri.<br />

Poi sentii Baldini chiedere aiuto a gran<br />

voce; il contrabbandiere era riuscito a<br />

fuggire. Lo vidi correre in mezzo ai prati;<br />

senza esitare decisi d'inseguirlo e, dopo<br />

una rocambolesca rincorsa, lo acciuffai<br />

nuovamente. Venni a sapere che il contrabbandiere,<br />

per divincolarsi dalla<br />

presa del Baldini, gli aveva affibbiato<br />

due sonori ceffoni ed era fuggito. (Per<br />

questi due ceffoni, il contrabbandiere, fu<br />

condannato a 6 mesi di carcere).<br />

La Brigata, controllava anche un piccolo<br />

Valico pedonale, utilizzabile solo <strong>nelle</strong><br />

ore diurne; vi faceva servizio un solo<br />

finanziere ed una signora con mansione<br />

di “Visitatrice” per le donne.<br />

Tra i tanti, due fatti mi colpirono, tanto da<br />

ricordarmeli ancora oggi.<br />

Il primo riguarda un anziano signore che<br />

mi capitò di vedere varie volte di passaggio<br />

al Valico; si dimostrava molto<br />

gentile ed affabile, non avrei mai immaginato<br />

che fosse dedito al contrabbando.<br />

Una mattina decisi di mandare tutti<br />

in “visita” e tra essi anche l'anziano<br />

signore. Scoprii che, sotto i larghi pantaloni,<br />

portava i mutandoni con infilati<br />

dentro una cinquantina di pacchetti di<br />

sigarette.<br />

Il secondo fatto riguarda una signora di<br />

mezza età; dall'aspetto sembrava incinta<br />

di nove mesi. Mandata in “visita”<br />

risultò avere addosso una “bastina” che<br />

la cingeva, piena di pacchetti di sigarette.<br />

Vicino al Valico vi era una località denominata<br />

“Campo Persico”, caratterizzata<br />

da una collinetta divisa in due dalla rete<br />

metallica di confine; dalla parte italiana<br />

era stata scavata per fare spazio ad un<br />

agglomerato di case e stalle con cortile<br />

interno, mentre dalla parte svizzera la<br />

collina degradava dolcemente in prati<br />

adibiti a pascolo per le mucche e, ad<br />

una distanza di circa 10 metri dalla rete,<br />

era stata costruita una capanna in<br />

legno, come deposito di attrezzi.<br />

Campo Persico, data la vicinanza (4/5<br />

metri) della fattoria al confine, era uno<br />

dei “punti fissi” più sorvegliati della<br />

Brigata. Di giorno un solo finanziere, di<br />

notte due la sorvegliavano continuamente.<br />

All'imbrunire, quando <strong>nelle</strong><br />

camere da letto della fattoria si accendevano<br />

le luci, i finanzieri potevano assistere<br />

a veri e propri “spogliarelli” di<br />

sorelle, fidanzate o mogli di contrabbandieri,<br />

che, qualora i finanzieri si fossero<br />

distratti, erano pronte a varcare il confine.<br />

Ricordo che il brigadiere Antonucci,<br />

quando ci mise al corrente di questo, ci<br />

disse: .<br />

In quella località eravamo sotto osservazione<br />

delle spie dei contrabbandieri che,<br />

in ogni momento, controllavano tutti i<br />

nostri movimenti, cronometrando anche<br />

il tempo che si impiegava nell'effettuare il<br />

perimetro della zona e, nonostante la<br />

nostra presenza fosse costante, cercavano<br />

in tutti i modi di gabbarci. Una mattina,<br />

io e un collega, che se non ricordo<br />

male si chiamava Cosimo, salutammo il<br />

collega che ci aveva sostituito e<br />

c'incamminammo verso il Valico. Tra il<br />

chiaro e lo scuro dei primi albori ci<br />

sembrò di avere scorto, al di là della rete,<br />

delle ombre furtive. Senza dare<br />

nell'occhio, proseguimmo verso il Valico<br />

e, come la curva ci nascose, strisciando<br />

al suolo, tornammo indietro appostandoci<br />

al riparo di un cespuglio. L'attesa non<br />

fu molto lunga, quando ad una distanza<br />

di pochi metri da noi, sentimmo armeggiare<br />

sulla rete metallica; ci mettemmo in<br />

posizione pronti a scattare. Ancora un<br />

minuto di “suspense”, quando vedemmo<br />

uscire due contrabbandieri con il sacco<br />

in spalla, scattammo come molle; loro ci<br />

videro e cercarono di rientrare in<br />

Svizzera; noi arrivammo in tempo per<br />

afferrare i sacchi perché con i corpi<br />

erano già al di là della linea di confine.<br />

Sentimmo due spari di pistola; era una<br />

guardia svizzera che, convinta di spaventarci,<br />

reclamava la restituzione delle<br />

“bricolle” ai due giovani malcapitati, accusandoci<br />

di averle sequestrate in territorio<br />

svizzero.<br />

Ci caricammo i due sacchi in spalla e rientrammo<br />

in caserma; questa volta eravamo<br />

stati noi a gabbare loro.<br />

Uno, due, tre, quattro, erano i contrabbandieri<br />

che, quella mattina del mese di<br />

marzo, avevo contato mentre, incuranti<br />

della mia presenza, entravano nella<br />

capanna di legno situata nel prato svizzero<br />

in “Campo Persico”, con la “Bricolla”<br />

in spalla. Dei quattro, tre li vidi andare via<br />

scarichi, uno era rimasto lì ma, non lo vidi<br />

più uscire. Passai alcune ore a sorvegliare<br />

quella capanna, ma non ci fu nulla di<br />

nuovo. Decisi di fare un giro di ricognizione<br />

intorno alla fattoria, quando vidi una<br />

persona con una “bricolla” in spalla montata<br />

su di una lambretta, partire a tutta<br />

velocità. Esclamai, ero stato<br />

tutto il tempo a controllare la capanna e<br />

non si era mossa foglia, da dove sarà<br />

uscito il contrabbandiere? Mi domandai.<br />

Tornato in caserma raccontai il tutto al<br />

Comandante ed anche lui rimase perplesso;<br />

dopo un po' disse:. Così, il mattino dopo, di buonora,<br />

ci recammo tutti nella fattoria con<br />

un mandato di perquisizione. Cercando<br />

accuratamente nella stalla trovammo<br />

una botola; qualcuno si calò dentro e<br />

scoprì che era il punto terminale di un<br />

cunicolo che collegava la capanna al territorio<br />

svizzero. , dissi, subito, al<br />

Comandante.<br />

Venimmo a sapere che quel cunicolo<br />

era stato ricavato durante la guerra del<br />

1940/1945 per permettere la fuga di<br />

Ebrei, disertori o ricercati politici. Dopo<br />

la guerra era stato chiuso ma i contrabbandieri,<br />

negli anni, lo avevano riaperto<br />

varie volte. (In quel periodo, la valle fu<br />

chiamata la “Valle dell'oro”, per le numerose<br />

ricchezze sottratte o pretese per la<br />

salvezza dei fuggiaschi da parte dei passatori<br />

o contrabbandieri).<br />

Intanto erano passati 10 mesi dal mio<br />

arrivo in Val Mulini, ero uno dei più<br />

anziani di servizio, vari fermi erano stati<br />

effettuati e, oltre a qualche scaramuccia<br />

di poco conto e di due ceffoni presi da<br />

Baldini, non era successo nulla di grave.<br />

Dopo qualche anno, venni a sapere che<br />

le cose erano mutate in peggio in tutta<br />

quella zona di confine.<br />

Oltre alla guerra tra bande per il predominio<br />

sul territorio, ci fu anche la morte<br />

del Tenente Aleo Cosimo, colpito da un<br />

proiettile vagante mentre inseguiva dei<br />

contrabbandieri e dei finanzieri Giorgio<br />

Ardizzone e Carmine Parisse, investiti<br />

da contrabbandieri in fuga su potenti<br />

autovetture.<br />

Un giorno arrivò in ispezione il Maggiore<br />

La Rocca, mi chiamò a rapporto e nel<br />

congedarmi, mi disse: .<br />

Fui trasferito alla Brigata Volante di<br />

Argegno; al confronto, mi sembrò di<br />

essere in Paradiso.<br />

Recentemente sono tornato in Val<br />

Mulini; l'ho trovata trasformata con strade<br />

e numerose abitazioni nuove. La<br />

nostra caserma, rialzata di un piano, è<br />

diventata un ristorante, con piscina<br />

annessa.<br />

(Coloro che si riconoscono <strong>nelle</strong> foto possono<br />

contattare G. Trotta telefonando al n°<br />

3476890292)<br />

26 FiammeGialle - Agosto/Settembre 2010

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