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Vita nelle Sezioni - Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia

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questo profondo legame tra la Città di<br />

Alghero e le Fiamme Gialle, suggellato<br />

infine dal motto araldico in lingua algherese<br />

“Ni Serrada Retrocedeix” “Neanche<br />

spezzata retrocede”.<br />

Questi sono i motivi veri e profondi di<br />

questa giornata di festa e della grande,<br />

sentita e commossa partecipazione<br />

della folla, qui raccolta.<br />

Ringrazio la Sezione ANFI di Alghero<br />

ed il suo Presidente, Maresciallo<br />

Giuseppe Soggiu, nostro indimenticato<br />

ed indimenticabile Comandante, il<br />

primo Comandante della Guardia di<br />

Finanza che ho conservato nella mia<br />

memoria, che ha voluto, con caparbietà<br />

e determinazione, la realizzazione di<br />

questo monumento in un luogo nevralgico<br />

della città; davanti al nostro mare,<br />

in un fazzoletto di terra particolarmente<br />

significativo che cuce idealmente mare,<br />

porto e centro cittadino. Uno spazio che<br />

di giorno sarà illuminato dai raggi del<br />

sole di Alghero, la notte da quelli della<br />

nostra luna e, sotto questa luce, il monumento<br />

costituirà una speranza di pace<br />

per tutti coloro che hanno perso i loro<br />

cari in tempo di guerra e<br />

nell'adempimento di un dovere.<br />

Grazie””.<br />

E' seguito l'intervento del M.M.A.<br />

Soggiu, il quale, dopo aver ringraziato<br />

le Autorità presenti e aver letto il messaggio<br />

augurale inviato dal Gen. C.A.<br />

Nino Di Paolo, ha sostenuto quanto<br />

segue: “”…avevo pensato di fare un<br />

breve excursus della vita e dell'eroismo<br />

dei finanzieri algheresi e <strong>d'Italia</strong> che<br />

oggi commemoriamo, ma la storia e il<br />

loro valore di cittadini e di uomini verrà<br />

illustrato dagli altri relatori che interverranno.<br />

Io mi limiterò a raccontare, con<br />

molta semplicità, di come nella mia<br />

infanzia sono entrato in contatto con<br />

4<br />

due delle famiglie dei colleghi, il cui<br />

nome è inciso sul monumento e precisamente<br />

la famiglia Sotgiu e la famiglia<br />

Sanna.<br />

Certo allora, a 10-12 anni, i miei pensieri<br />

non erano rivolti alla Guardia di Finanza,<br />

né tantomeno avrei pensato che un giorno<br />

mi sarei ritrovato, qui, a ricordare<br />

insieme alle loro famiglie questi uomini<br />

che non ho conosciuto personalmente<br />

ma la cui storia si è intrecciata in qualche<br />

modo con la mia.<br />

Dicevo che ho conosciuto la famiglia del<br />

maresciallo Sotgiu da ragazzo, perché<br />

mio padre possedeva, in località Ungias,<br />

un appezzamento di terreno che confinava<br />

con un piccolo vigneto di proprietà<br />

della vedova Sotgiu, “Sig.ra Rusina”.<br />

Questo piccolo vigneto era condotto da<br />

mio padre a mezzadria. Era prassi, allora,che<br />

una parte del raccolto andasse al<br />

proprietario del terreno e mio padre, ogni<br />

anno, quando l'uva era bella matura,<br />

riempiva i cestini e mi inviava a casa<br />

della Sir.ra Rusina a portarglieli. Le sembianze<br />

e il volto triste della Sig.ra sono<br />

ancora vivi nella mia mente. Soltanto<br />

quando sono venuto a conoscenza del<br />

dramma che aveva colpito la famiglia ho<br />

capito da che cosa era dettato<br />

quell'atteggiamento.<br />

Della famiglia Sanna, invece, ricordo la<br />

stireria che possedevano in Piazza<br />

Civica. Io abitavo all'inizio di Via Minerva<br />

e piazza Civica è stato il luogo dei miei<br />

giochi, delle mie birichinate. Qualche<br />

volta la Sig.ra Sanna si affacciava<br />

sull'uscio del suo negozio e ci chiedeva<br />

di allontanarci un po' perche facevamo<br />

troppa confusione. Inoltre, in quella stireria<br />

ha lavorato la mia cara zia Iolanda<br />

che ogni tanto andavo a salutare.<br />

Trascorsi gli anni della fanciullezza,<br />

dopo aver raggiunto la maggiore età ho<br />

deciso di arruolarmi nella Guardia di<br />

Finanza e sono venuto a conoscenza<br />

della storia dei nostri valorosi concittadini<br />

nel periodo in cui sono stato<br />

Comandante del Reparto di Alghero.<br />

Già da allora nella mia mente era balenata<br />

l'idea che l'eroismo di colleghi<br />

morti in guerra ed in servizio dovesse,<br />

in qualche modo, essere raccontato e<br />

reso visibile alle generazioni future.<br />

Quella idea, oggi, si è concretizzata ed<br />

io insieme a tutti coloro che, in qualche<br />

modo, hanno contribuito alla realizzazione<br />

del monumento, non possiamo<br />

che esserne orgogliosi e compiacercene.<br />

Un ringraziamento particolare: al Sig.<br />

Sindaco, Avv. Marco Tedde, che ha<br />

sostenuto l'idea della realizzazione del<br />

Monumento; al Col. Massimo<br />

Raccampo, Comandante del 152°<br />

Reggimento Fanteria della Brigata<br />

Sassari, per aver autorizzato il Caporal<br />

Maggiore Laura Orani, figlia del compianto<br />

App. Pietro, mio valido collaboratore<br />

quando comandavo il reparto di<br />

Alghero, alla lettura della preghiera del<br />

Finanziere; al Col. Giovanni Casadidio,<br />

Comandante Provinciale di Sassari,<br />

che non ha mai fatto mancare il suo validissimo<br />

contributo nella realizzazione<br />

del Monumento. Di lui ricordo una frase<br />

che citava ai giovani per ricordare che<br />

anche loro sarebbero diventati anziani:<br />

“Ciò che tu sei, lo fui anch'io, ciò che ora<br />

sono, lo sarai tu pure”. Ringrazio, inoltre,<br />

il Sig. Domenico Manca, che ha fornito<br />

il cippo marmoreo, il Sig. Giovanni<br />

Antonio Vago, che lo ha inciso; il Sig.<br />

Antonio Piga che ha realizzato l'asta<br />

della bandiera, l'Arch. Giovanna Angela<br />

Floris, che ha elaborato il progetto e tutti<br />

coloro che, con la loro fervente collaborazione,<br />

hanno reso possibile la realizzazione<br />

dell'evento.<br />

Termino l'intervento rivolgendo il mio<br />

pensiero ai giovani. Voglio dire loro che<br />

il monumento, che fra qualche minuto<br />

sarà inaugurato, non è un semplice<br />

masso di calcare dove sono incisi alcuni<br />

nomi: è qualcosa di più da cui trarre<br />

insegnamento. È un pezzo della nostra<br />

storia, è la storia di tanti uomini e di tanti<br />

giovani che hanno lottato e sono morti<br />

per portare avanti ideali di pace e di giustizia.<br />

E ai giovani dico, non siate indifferenti,<br />

sporcatevi le mani, portate avanti<br />

con coraggio i vostri ideali anche in<br />

questo momento di crisi, di difficoltà e di<br />

poca chiarezza. Non abbandonate<br />

l'idea e la speranza che è possibile vivere<br />

in un mondo ed in una società migliore<br />

e più solidale senza più guerre e divisioni.<br />

Concludo dicendo che “come ad<br />

FiammeGialle - Agosto/Settembre 2010

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