Scarica la ricerca in formato PDF - Il mosaico di Otranto
Scarica la ricerca in formato PDF - Il mosaico di Otranto
Scarica la ricerca in formato PDF - Il mosaico di Otranto
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Quel<strong>la</strong> donna va identificata come il qu<strong>in</strong>to Leone, e secondo me non solo perché nel Ciclo è <strong>la</strong> qu<strong>in</strong>ta<br />
manifestazione ufficiale del<strong>la</strong> Dea, ma perché è <strong>la</strong> portatrice del<strong>la</strong> conoscenza del 5° elemento. E dopo terra,<br />
fuoco, acqua, ed aria, il qu<strong>in</strong>to elemento è l’Etere, che gli orientali identificano come Akasca. Questo potrebbe<br />
significare che tutte le esperienze delle nostre vite passate, se riuscissimo a superare il Passaggio ci<br />
tornerebbero come patrimonio <strong>di</strong> conoscenza facendo espandere <strong>la</strong> nostra Coscienza e permettendoci<br />
l’accesso al Piano Superiore.<br />
La Diana posta sotto ai leoni è portatrice qu<strong>in</strong><strong>di</strong> del qu<strong>in</strong>to elemento, ma il mostruoso serpente che<br />
Pantaleone ha posto sopra <strong>la</strong> sua testa come una spada <strong>di</strong> Damocle tra lei e <strong>la</strong> torre (pericolo simboleggiato<br />
anche con <strong>la</strong> scacchiera posta sul<strong>la</strong> testa nel Capro protetto dal cervo ferito) ci <strong>di</strong>ce che El<strong>la</strong> porta anche con se<br />
l’annuncio dell’imm<strong>in</strong>ente pericolo del fati<strong>di</strong>co Passaggio, che potrebbe essere ancora una volta non positivo<br />
se non verrà riportata quanto prima <strong>la</strong> Giustizia e l’Ord<strong>in</strong>e e l’umanità non comprenderà quanto prima cosa gli<br />
è consentito fare e cosa non lo è.<br />
All’<strong>in</strong>terno del Bosco Sacro che anticamente copriva tutta l’area dei Castelli Romani esisteva un Tempio<br />
importantissimo de<strong>di</strong>cato a Diana Nemorense, che le ricerche archeologiche <strong>di</strong> Filippo Coarelli e <strong>di</strong> Giuliano<br />
Di Benedetti raccontano antico <strong>di</strong> oltre qu<strong>in</strong><strong>di</strong>cimi<strong>la</strong> anni.<br />
Reperti archeologici nel Tempio <strong>di</strong> Diana <strong>di</strong> Nemi<br />
Altri appassionati <strong>ricerca</strong>tori del luogo, guardando <strong>la</strong> cart<strong>in</strong>a fisica del<strong>la</strong> zona vedono un teschio. Guarda<br />
caso il teschio, come voleva suggerirci anche il Gurc<strong>in</strong>o nei suoi Pastori <strong>di</strong> Arca<strong>di</strong>a, è sempre un elemento<br />
legato al<strong>la</strong> nostra Grande Dea. Ed i miti sembrano <strong>di</strong>re che i Castelli Romani siano <strong>la</strong> Testa del Drago.<br />
Ed <strong>in</strong> questi stessi luoghi, <strong>in</strong> tempi antichissimi, tra Nemi e Montecavo esisteva anche un tempio de<strong>di</strong>cato a<br />
Giove, dove ancora gli antichi romani e altri popoli <strong>la</strong>t<strong>in</strong>i attraverso le tante vie Sacre venivano <strong>in</strong><br />
pellegr<strong>in</strong>aggio e sacrificavano tori bianchi. Luoghi dove, grazie ai <strong>la</strong>vori per fare il museo delle navi, è tornata<br />
ad essere visibile una strada Sacra che evidentemente univa i due tempi gemelli.<br />
Davanti al<strong>la</strong> figura <strong>di</strong> Diana abbiamo un Cervo ferito che protegge un capro che ha una scacchiera sul<strong>la</strong><br />
testa:<br />
<strong>mosaico</strong> reperti Gimbutas cerchi nel grano<br />
<strong>Il</strong> Cervo rappresenta sempre <strong>la</strong> nostra Grande Dea, che qui viene limitatamente descritta nel<strong>la</strong> sua veste <strong>di</strong><br />
Diana-Artemide, <strong>di</strong>v<strong>in</strong>ità tute<strong>la</strong>re dei Boschi e del<strong>la</strong> fertilità: Pantaleone l’ha <strong>di</strong>segnata ferita per <strong>la</strong> frode<br />
perpetrata da Gesù e che <strong>la</strong> chiesa ha cont<strong>in</strong>uato a nascondere. <strong>Il</strong> capro, che come possiamo vedere è un capro<br />
femm<strong>in</strong>a, rappresenta <strong>la</strong> nostra nuova donna ed è protetto da Lei. <strong>Il</strong> capro ha <strong>la</strong> scacchiera <strong>in</strong> bilico sul<strong>la</strong> testa<br />
(non per <strong>di</strong>rci che le forze <strong>in</strong> lei sono <strong>in</strong> equilibrio) ed un fiore a tre petali nel<strong>la</strong> bocca che <strong>in</strong><strong>di</strong>ca il suo potere<br />
sui tre Regni.<br />
Quanto Pantaleone racconta evidenziando il ruolo delle donne che non sono state riconosciute come<br />
<strong>in</strong>carnazioni <strong>di</strong> quell’anima antica ma che hanno <strong>la</strong>sciato comunque un segno nel<strong>la</strong> storia, riveste <strong>la</strong> sua<br />
importanza poiché <strong>la</strong> storia ci descrive tali donne come persone normali, normalissime, <strong>di</strong>versamente da<br />
quanto ci viene raccontato <strong>in</strong>vece su Gesù.<br />
Narrandoci questa storia e mettendo nel <strong>mosaico</strong> simboli legati al<strong>la</strong> Grande Madre, il monaco vuole<br />
significarci che <strong>la</strong> storia <strong>di</strong> Gesù non è vera. Ma forse non sapremo mai cosa accadde veramente oltre duemi<strong>la</strong>