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Studio Chirotterofauna - Riserva Naturale dei Calanchi di Atri

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avvengono lungo strutture <strong>di</strong> connessione lineari, come file <strong>di</strong> alberi, siepi o<br />

corsi d’acqua con vegetazione ripariale, che mettono in collegamento i<br />

dormitori e i luoghi <strong>di</strong> foraggiamento, in assenza delle quali si realizza una<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> frammentazione dell’habitat, in cui è impe<strong>di</strong>to l’utilizzo da parte<br />

della fauna <strong>di</strong> aree altrimenti favorevoli alla sua presenza.<br />

Le azioni <strong>di</strong> tutela dell’ambiente finalizzate alla conservazione <strong>dei</strong> Chirotteri<br />

sono da in<strong>di</strong>rizzare al mantenimento <strong>di</strong> aree con vegetazione <strong>di</strong>versificata,<br />

ricche <strong>di</strong> strutture a mosaico e <strong>di</strong> elementi lineari <strong>di</strong> connessione, <strong>di</strong> specchi o<br />

corsi d’acqua, <strong>di</strong> siti <strong>di</strong> rifugio e <strong>di</strong> componenti antropiche inserite nel<br />

territorio. La realizzazione <strong>di</strong> tali interventi costituisce un beneficio per una<br />

moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> specie animali, nonché in generale per la conservazione<br />

dell’ambiente e del paesaggio naturale.<br />

Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> indagine<br />

I Chirotteri sono stati, fino a tempi recenti, tra i gruppi <strong>di</strong> vertebrati meno<br />

investigati, probabilmente a causa delle notevoli <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> indagine che tale<br />

ricerca comporta.<br />

Il gruppo <strong>dei</strong> Chirotteri comprende una notevole varietà <strong>di</strong> specie con<br />

<strong>di</strong>fferenti caratteristiche biologiche e comportamentali: ad esempio alcune<br />

sono solitarie e trovano rifugio tra le foglie o nelle cavità degli alberi; altre<br />

sono gregarie, e si rifugiano in colonie nelle grotte o nei vecchi e<strong>di</strong>fici, altre<br />

ancora si trovano in una situazione interme<strong>di</strong>a tra le due. Si tratta inoltre <strong>di</strong><br />

specie molto mobili, che spesso si rifugiano in luoghi inaccessibili o ben<br />

nascosti. Le abitu<strong>di</strong>ni notturne e l’utilizzo <strong>di</strong> ultrasuoni, non percepibili<br />

dall’orecchio umano, rappresentano ulteriori ostacoli che fino a poco tempo fa<br />

hanno limitato le possibilità <strong>di</strong> svolgere ricerche durante i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> attività<br />

<strong>dei</strong> Chirotteri, quando essi non si trovano nei rifugi, ma in volo nelle aree <strong>di</strong><br />

foraggiamento.<br />

I progressi della tecnologia, ed in particolare la reperibilità sul mercato <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spositivi rivelatori <strong>di</strong> ultrasuoni leggeri e relativamente economici, insieme<br />

alla messa a punto <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> analisi <strong>dei</strong> suoni <strong>di</strong> più facile utilizzo rispetto<br />

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