Studio Chirotterofauna - Riserva Naturale dei Calanchi di Atri

alberi cavi sono state dislocate altrettante stazioni di ascolto, visitate nel
momento dell’uscita dei Chirotteri dai rifugi, nelle ore intorno al tramonto.
Sull’intero territorio compreso nell’area di studio, nel corso di ulteriori 8
uscite effettuate nei mesi da giugno a settembre in orari a partire da un’ora
prima dell’alba, sono state condotte le osservazioni finalizzate al rilevamento,
attraverso l’impiego del bat-detector, di gruppi di animali in volo diretti verso
i luoghi di rifugio, allo scopo di ottenere una indicazione relativa alla loro
collocazione, tanto più vicina quanto più il rilevamento avviene in orari
prossimi al sorgere del sole (32).
Ai proprietari di vecchi edifici situati nel centro abitato della città di Atri ed ai
responsabili degli edifici pubblici e delle chiese sono state rivolte interviste
circa l’utilizzo dei relativi stabili da parte dei pipistrelli e, nei casi in cui ciò è
stato consentito, è stata effettuata una visita al fine di valutarne l’uso da parte
degli stessi.
Sulla base delle indicazioni bibliografiche, nonché dell’esito di interviste
rivolte ai residenti sono state individuate, nel centro abitato di Atri, 18 cavità
artificiali, di cui dieci sprovviste di un vero sistema ipogeo e, per tale motivo,
inadatte alla frequentazione da parte dei Chirotteri, e quattro rese
inaccessibili, sia alle persone, sia ai pipistrelli, da sistemi di protezione
applicati in corrispondenza degli ingressi. Ognuna delle quattro grotte
rimanenti è stata sottoposta a tre ispezioni, svolte rispettivamente nei mesi di
luglio, settembre e dicembre, al fine di verificarne l’utilizzo da parte dei
Chirotteri per le attività di riposo, riproduzione, svernamento. Nel corso di tali
sopralluoghi sono state rilevate all’interno delle cavità ipogee la temperatura e
l’umidità relativa per mezzo di un termometro e igrometro. L’ ispezione delle
cavità sotterranee è stata integrata, per la individuazione degli esemplari
eventualmente rifugiati in piccole fessure o in cunicoli inaccessibili all’uomo,
con la rilevazione dei segnali ultrasonori in corrispondenza degli ingressi al
momento dell’uscita degli animali dai rifugi.
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