Le vie infinite dei rifiuti - PORTA DI MASSA
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clan, con una lunga sequenza di omicidi e faide in tutta l’area che va da<br />
Fuorigrotta fino a Pianura.<br />
A seguito di un blitz da parte delle forze dell’ordine al Rione Traiano,<br />
venne arrestato Nunzio Perrella, fratello del boss Mario Perrella.<br />
Nunzio Perrella scelse, all’inizio del ’92, di diventare collaboratore di<br />
giustizia. Di fronte ai magistrati di Napoli, interrogato sui rapporti con<br />
altri clan per quanto riguardava il controllo del territorio e <strong>dei</strong> traffici di<br />
droga si espresse con la frase, ormai diventata famosa come una<br />
citazione tratta da un classico: “La monnezza è oro” 4 .<br />
I magistrati non riuscirono a credergli. Perrella dovette insistere per<br />
convincerli. Quasi <strong>vie</strong>ne da immaginarlo, mentre scuote le mani giunte<br />
verso gli inquirenti, mentre dice: “Dottore, ma quale droga…”<br />
Già. Non la droga, ma “la monnezza”, compresi i <strong>rifiuti</strong> nocivi, ed il<br />
pentito non esitò a puntare il dito contro il clan <strong>dei</strong> casalesi, all’epoca<br />
facente capo al noto latitante Francesco Schiavone, soprannominato<br />
Sandokan.<br />
Come conseguenza delle dichiarazioni di Perrella, nacque una nuova<br />
vastissima indagine da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di<br />
Napoli, concernente appalti e delitti di ogni tipo e natura; i magistrati<br />
inquirenti si resero conto che lo smaltimento ed il trasporto di <strong>rifiuti</strong> era<br />
un affare che faceva guadagnare ai casalesi proventi addirittura<br />
superiori a quelli derivanti dal traffico di stupefacenti e, per di più,<br />
senza correre praticamente alcun rischio: la legislazione dell’epoca<br />
infatti prevedeva pene di bassissimo profilo, non più di semplici<br />
contravvenzioni, per i reati contro l’ambiente, previsti dal decreto del<br />
Presidente della Repubblica n. 915 del 1982, per cui i costi e i rischi per<br />
le organizzazioni criminali erano assolutamente bassi rispetto ai<br />
benefici.<br />
Come raccontò il magistrato Lucio Di Pietro di fronte alla Commissione<br />
bicamerale d’inchiesta sul ciclo <strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong> della XIII legislatura il 16<br />
dicembre 1997, “Rimasi inizialmente sorpreso allorquando Nunzio<br />
Perrella, esponente di vertice della camorra napoletana, divenuto<br />
collaboratore di giustizia, nel corso di uno <strong>dei</strong> suoi interrogatori, nel<br />
dicembre 1992 affermò che a’ monnezza è oro. Il Perrella intendeva<br />
spiegare che l’affare dell’illegale traffico di <strong>rifiuti</strong> di ogni tipo (urbani,<br />
ospedalieri, chimici, tossico-nocivi in genere e radioattivi) faceva più<br />
utili del traffico internazionale di stupefacenti ed esponeva chi lo<br />
gestiva a minori rischi di natura penale, poiché, come è a tutti noto, i<br />
reati connessi alla raccolta, al trasporto ed allo smaltimento illegali <strong>dei</strong><br />
4 : <strong>Le</strong>gambiente – “Rifiuti S.p.A.”, cit.