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Le vie infinite dei rifiuti - PORTA DI MASSA

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La Jolly Rosso stava tornando da Malta e quel che calamitò le<br />

attenzioni degli investigatori e degli assicuratori fu la circostanza che<br />

durante le indagini furono scoperti a bordo <strong>dei</strong> documenti posseduti da<br />

un noto imprenditore italiano chiamato Comerio, il quale si occupava di<br />

smaltimento di <strong>rifiuti</strong> radioattivi. 15<br />

Dall’inchiesta emerge il sospetto che a bordo ci fossero questi tipi di<br />

<strong>rifiuti</strong>, e che attorno a questa vicenda, legata a nazioni europee e non, si<br />

sia mossa un’impressionante rete di faccendieri, tra i quali spicca<br />

Comerio, trafficanti d’armi, agenti <strong>dei</strong> servizi segreti, uomini di<br />

governo e camorristi. 16<br />

Giorgio Comerio è un ingegnere di Busto Arsizio, ma residente in<br />

diverse parti del mondo: sull’isola britannica di Guernsey, a Malta, a<br />

Lugano e, in Italia, in una bella villa di Garlasco in provincia di Pavia.<br />

Di lui si è scoperto molto, e molto è stato detto. Per esempio che sia un<br />

affarista internazionale collegato ai servizi segreti di numerosi Stati, che<br />

sia stato espulso dal Principato di Monaco per traffico d’armi, poiché<br />

riforniva di missili Exocet i generali argentini, durante la guerra delle<br />

Falkland. L’ingegnere, dai modi cortesi e dalle amicizie influenti, si<br />

lascia spesso intervistare, non si nega a chi gli fa domande. Si definisce<br />

con apparente modestia “semplice esperto di navi e di localizzazioni”.<br />

Ha messo in piedi, con un socio austriaco e altri personaggi, la società<br />

ODM - Oceanic Disposal Management. Poi è andato in giro per il<br />

mondo ad offrire una soluzione davvero originale per la sistemazione<br />

delle scorie radioattive. Quelle stesse che i Governi non sanno dove<br />

mettere. L’ingegnoso progetto prevede il lancio, da navi appositamente<br />

riadattate, di siluri metallici, chiamati penetratori, caricati di scorie<br />

radioattive vetrificate o comunque inertizzate. Penetratori o meno,<br />

restano a tutti gli effetti <strong>dei</strong> siluri, che secondo il progetto<br />

dell’ingegnere si andrebbero a conficcare fra i cinquanta e gli ottanta<br />

metri al di sotto del fondale marino. I penetratori sono anche dotati di<br />

sonar che li rendono rilevabili per un eventuale recupero. La presenza<br />

<strong>dei</strong> sonar gli ha consentito di aggirare la legge, e far così considerare il<br />

suo sistema non come un trasferimento ai fondali marini del concetto di<br />

discarica, ma come un metodo di “deposito temporaneo”. Certo,<br />

esistono sia la Convenzione di Londra sia altre convenzioni<br />

internazionali che <strong>vie</strong>tano lo scarico in mare <strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong> e dichiarano<br />

espressamente illegali questi piani, ma secondo le parole di Comerio<br />

“attraverso i penetratori le scorie vengono depositate non dentro ma<br />

15 : Comm. Bic., XIV legislatura, seduta del 15 marzo 2005.<br />

16 : “L’Espresso”, 10 giugno 2004, pag. 46.

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