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Le vie infinite dei rifiuti - PORTA DI MASSA

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amministratori locali. Dopo una localizzazione concordata, sarebbero<br />

state acquisite a prezzo agricolo le aree poi inserite nei piani regionali di<br />

smaltimento <strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong>, con conseguenti guadagni”. 12<br />

Localizzazione concordata, dicono i parlamentari italiani. Si tratta di<br />

un’attività organizzata, scientificamente calcolata, come vedremo tra<br />

breve.<br />

In quello stesso periodo, un collaboratore di giustizia ha fornito agli<br />

inquirenti importanti dettagli in relazione agli affari gestiti da<br />

Cannavale e Duvia con dirigenti della Oto Melara, fabbrica di armi di<br />

La Spezia, con l’aiuto di massoneria e camorra. Si parla di due armatori<br />

che a partire dagli anni ottanta mettono a disposizione alcuni mercantili<br />

per il trasporto di <strong>rifiuti</strong> tossici ma anche di materiale bellico, da La<br />

Spezia alla Somalia, passando spesso per i porti di Napoli e Malta. In<br />

questi casi le armi sono il pagamento per i clan somali che ricevono i<br />

<strong>rifiuti</strong> tossici. E le dogane? Per le dogane, soprattutto in Somalia, si usa<br />

il vecchio metodo <strong>dei</strong> contrabbandieri napoletani, che mezzo secolo fa<br />

usavano i motoscafi blu per andare al largo, accanto alle navi, che<br />

pertanto non fanno alcuno scalo nei porti.<br />

Giunti in Africa, i mercantili italiani restano al largo, al limite delle<br />

acque territoriali somale, dove entrano poi in azione pescherecci di<br />

altura, per ironia e beffa della sorte costruiti da imprenditori italiani<br />

nell’ambito della cooperazione italiana con il governo di Mogadiscio,<br />

questi prelevano <strong>rifiuti</strong> ed armi e li portano a terra. <strong>Le</strong> stesse navi<br />

intercettate da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin poco prima di essere uccisi<br />

nella capitale somala. Scatenando lo scandalo, e le inchieste. Inchieste<br />

che rendono più complicato il traffico verso l’estero.<br />

Tirando le somme, l’Italia di quegli anni è attraversata da una serie di<br />

eventi che rendono privilegiate le rotte interne <strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong>, rispetto a<br />

quelle transfrontaliere.<br />

Spendere qui pagine per ricostruire la fase storica delle “navi <strong>dei</strong><br />

veleni” sarebbe arduo e porterebbe via spazio, trattandosi di una<br />

vicenda complessa, nata dopo l’affondamento sospetto della motonave<br />

Riegel, carica di <strong>rifiuti</strong> radioattivi, avvenuto il 21 settembre 1987, a<br />

venti miglia marine al largo di Capo Spartivento, nel tratto ionico<br />

calabrese, dove i fondali sono assai profondi e caratterizzati da fosse<br />

vulcaniche. Per una buona ricostruzione ci si può rivolgere verso altri<br />

12<br />

: Comm. Bic., XIII legislatura, Relazione sulla Liguria e sul Piemonte, 2<br />

luglio 1998.

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