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Le vie infinite dei rifiuti - PORTA DI MASSA

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collinari, visibilmente e irreversibilmente deturpate. Non si salva<br />

neanche il Monte Somma, rientrante nell’area protetta del Parco<br />

Nazionale del Vesuvio.<br />

E’ solo uno <strong>dei</strong> mille prezzi che la Campania paga per il terremoto<br />

irpino del 1980. Migliaia di case crollate, centinaia di migliaia le<br />

abitazioni sgomberate in quanto inagibili, ed ecco nascere la necessità<br />

di case, di costruzioni. Arrivano miliardi di lire per la ricostruzione, e<br />

fioriscono all’ombra della camorra migliaia di imprese edili, piccoli<br />

cementifici, fabbriche di calcestruzzo, si moltiplicano le cave. Spesso le<br />

cave non sono neanche più vicine alle montagne, come spesso le si<br />

immagina. La maggior parte delle cave abusive è invece in campagna,<br />

in pianura. Si scavano le grandi buche, si preleva il materiale e lo si<br />

vende ai cementifici. Si continua a scavare e vendere sabbia finché non<br />

si rompe la falda acquifera e si formano <strong>dei</strong> laghetti artificiali, ottimi per<br />

gettarci dentro i <strong>rifiuti</strong> tossici.<br />

Con la nascita in Campania del fenomeno delle discariche illegali, si<br />

trova anche il modo per nascondere le cave abusive una volta esaurite.<br />

Per la legge italiana non si può costruire su zone adibite a discarica<br />

legale; viceversa, molto spesso i materiali di risulta degli scavi di<br />

fondamenta di edifici o quelli di smaltimento <strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong> vengono invece<br />

utilizzati come compattamento per le strutture fondiarie, o comunque<br />

per le fondamenta di altre strutture edilizie abusive. Da qui la<br />

conseguenza più semplice possibile: molte palazzine e ville abusive<br />

vengono costruite su ex discariche abusive. Perché? Perché così il<br />

materiale di risulta dello scavo <strong>vie</strong>ne venduto ai cementifici, con<br />

ulteriore guadagno, e perché con la costruzione dell’edificio si cementa<br />

tutto, non si consente di verificare in un secondo momento la presenza<br />

della discarica, che rimane sepolta per sempre sotto le fondamenta<br />

dell’edificio. Poi questo meccanismo, a distanza di tempo, porta danni<br />

per la salute <strong>dei</strong> cittadini, che spesso ignari vivono in appartamenti<br />

costruiti sopra i veleni.<br />

I camion carichi di <strong>rifiuti</strong> arrivano, nelle ore notturne, in corrispondenza<br />

di buche; si tratta spesso, come abbiamo visto, di cave a loro volta<br />

abusive di sabbia e materiali per l’edilizia; le buche vengono riempite di<br />

<strong>rifiuti</strong> e poi vengono immediatamente coperte. Inutile precisare che<br />

questo tipo di scarico comporta gravi infiltrazioni di sostanze tossiche,<br />

sia nelle falde acquifere sia nel terreno. E il fenomeno si espande<br />

rapidamente a tutta la provincia di Napoli e a gran parte della provincia<br />

di Caserta.

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