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n. 1 - 2012 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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I colori del buio<br />

Intervista a Roberto Vecchioni<br />

<strong>di</strong> Alessandra Ciarletti<br />

Roberto Vecchioni, cantautore, scrittore, insegnante. È stato per trent’anni professore<br />

<strong>di</strong> greco, latino, italiano e storia in vari licei classici <strong>di</strong> Milano e <strong>di</strong> Brescia.<br />

La sua attività nel mondo musicale inizia negli anni Sessanta, quando comincia<br />

a scrivere canzoni per artisti affermati. Nel 1971 incide il suo primo album,<br />

Parabola, che contiene la celeberrima Luci a San Siro. Nel 1977 con l’album<br />

Samarcanda raggiunge il primo grande successo <strong>di</strong> pubblico, cui faranno<br />

seguito più <strong>di</strong> venti album e altrettante raccolte per una ven<strong>di</strong>ta totale che supera<br />

gli otto milioni <strong>di</strong> copie. Nel 2011 ha vinto il Festival <strong>di</strong> Sanremo con la canzone<br />

Chiamami ancora amore, tratta dall’omonimo album. Nel novembre scorso è<br />

uscito il doppio albumI colori del buio, sua prima antologia ufficiale, capace <strong>di</strong><br />

rappresentare le sue <strong>di</strong>verse anime, quella popolare, quella più classica fino ad<br />

arrivare al jazz. È inoltre autore <strong>di</strong> libri e saggi. Fra le sue opere letterarie ricor<strong>di</strong>amo<br />

la raccolta <strong>di</strong> racconti Viaggi del tempo immobile (1996); i romanzi Le parole non le portano le cicogne<br />

(2000), Il libraio <strong>di</strong> Selinunte (2004) e Scacco a Dio (2009) e la raccolta <strong>di</strong> fiabe Diario <strong>di</strong> un gatto con<br />

gli stivali (2006). Continua la sua attività d’insegnante presso svariate università italiane e straniere. Ha tenuto<br />

il corso <strong>di</strong> Forme <strong>di</strong> poesia in musica, presso le università <strong>di</strong> Torino (dal 2001 al 2003), <strong>di</strong> Teramo<br />

(2004-2005) e <strong>di</strong> Pavia dal 2006 ad oggi.<br />

Il 29 novembre scorso è uscito il suo ultimo album,<br />

una doppia raccolta con 33 brani scelti dalla<br />

sua quarantennale carriera ma anche due pezzi<br />

ine<strong>di</strong>ti, I colori del buio, che poi dà il titolo al<br />

lavoro, e Un lungo ad<strong>di</strong>o. Qual è il filo conduttore<br />

che va da Luci a San Siro a Samarcanda?<br />

Il filo conduttore è dato dal titolo, I colori del buio:<br />

sono 33 episo<strong>di</strong> che hanno determinato la mia vita.<br />

Sono spunti <strong>di</strong> colore che sono stati essenziali per me<br />

e che, nel bene e nel male, nel dolore o nella gioia,<br />

hanno segnato quegli scatti fondamentali che poi non<br />

ti <strong>di</strong>mentichi.<br />

Il segreto è quello: aumentare la<br />

capacità, la possibilità interna <strong>di</strong> dare un<br />

senso alla vita. Una vita senza incontri o<br />

una vita che rimanda agli incontri <strong>di</strong><br />

sempre e che non ne provochi <strong>di</strong> nuovi è<br />

inutile. Ci vogliono sempre nuovi<br />

incontri, nuove parole, anche nuovi litigi<br />

La sua creatività si muove infatti intorno a temi<br />

quali il sogno, la notte, l’amore, temi che a mio<br />

avviso hanno molto a che fare con le capacità<br />

dell’anima. Sono questi forse i “colori del buio”…<br />

Sì. E poi le stelle, la speranza, il passato, il ricordo…<br />

Questi sono temi fondamentali per me. Soprattutto la<br />

speranza, che è un tema fortemente consolatorio. Per<br />

me la forza della speranza è l’ottanta per cento della<br />

sopravvivenza. E mi pare bello qui citare il mito <strong>di</strong><br />

Pandora: quando tutti i mali escono dal vaso, la spe-<br />

ranza resta. Anche i greci sapevano questa cosa: che<br />

la speranza è fondamentale contro tutti i mali.<br />

E poi le persone. Più dei concetti, più delle idee <strong>di</strong><br />

libertà, <strong>di</strong> speranza, <strong>di</strong> gioia, d’amore, quello che<br />

conta sono le persone che conosci, le persone che<br />

ami, che hai amato, gli amici, le persone con cui hai<br />

con<strong>di</strong>viso qualcosa, una lotta, o anche gente che hai<br />

incrociato un giorno e che ti ha dato però molto.<br />

Perché il segreto è quello: aumentare la capacità, la<br />

possibilità interna <strong>di</strong> dare un senso alla vita. Una vita<br />

senza incontri o una vita che rimanda agli incontri<br />

<strong>di</strong> sempre e che non ne provochi <strong>di</strong> nuovi è inutile.<br />

Ci vogliono sempre nuovi incontri, nuove parole,<br />

anche nuovi litigi. Anche a sessant’anni o a settanta<br />

si scoprono sempre persone che ti fanno tornare<br />

giovane.<br />

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