n. 1 - 2012 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre
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64<br />
recensioni<br />
Il futuro ha un cuore antico?<br />
Il vintage high tech dei libri volanti <strong>di</strong> Mr Lessmore<br />
<strong>di</strong> Paolo Di Paolo<br />
È una vera gioia per gli<br />
occhi. Un’applicazione<br />
pensata per iPad arriva<br />
a conquistare un premio<br />
Oscar: The fantastic<br />
flying books of Mr Morris<br />
Lessmore <strong>di</strong> William<br />
Joyce e Brandon Oldenburg.<br />
Quanto <strong>di</strong> più tecnologicamente<br />
avanzato<br />
possiamo immaginare si<br />
lega tuttavia a un sog-<br />
Paolo Di Paolo<br />
getto che a molti sembrerà<br />
nostalgico. Il<br />
buon vecchio libro <strong>di</strong> carta, <strong>di</strong> cui da tempo si pre<strong>di</strong>ce<br />
la scomparsa, <strong>di</strong>venta in questi quin<strong>di</strong>ci minuti <strong>di</strong><br />
magia narrativa l’assoluto protagonista. Combinando<br />
tecniche <strong>di</strong> animazione bi<strong>di</strong>mensionale e tri<strong>di</strong>mensionale,<br />
i due registi hanno immaginato un uragano<br />
violentissimo, simile a quello che ha <strong>di</strong>strutto New<br />
Orleans. Mr Lessmore sta lavorando a un suo libro<br />
sulla terrazza <strong>di</strong> casa, la furia del vento spazza via<br />
tutto, compreso il suo esile corpo, e lo catapulta altrove.<br />
Il mondo ha perso i colori, i sopravvissuti si<br />
aggirano malconci e malinconici. Che fine hanno fatto<br />
i libri? Mr Lessmore si aggira sconsolato nella<br />
polvere, tossisce parole e si mette in attesa <strong>di</strong> un piccolo<br />
miracolo. È ritrovando i libri che ritrova sé stesso;<br />
è regalandoli che ritrova allegria – e le persone a<br />
cui li affida riacquistano il colore. I libri, nello spazio<br />
magico <strong>di</strong> un’ampia biblioteca domestica, manifestano<br />
i propri stati d’animo, chiedono attenzione, ballano.<br />
I libri si ammalano – e Mr Lessmore si impegna<br />
a curarli, ma non basta un po’ <strong>di</strong> nastro adesivo per le<br />
pagine scollate e un po’ d’ossigeno. Per guarire un libro<br />
bisogna leggerlo, riga per riga, parola per parola,<br />
scopre il buffo Mr Lessmore così simile a Buster<br />
Keaton.<br />
The fantastic flying books è un film muto a colori,<br />
carico <strong>di</strong> tenerezza e <strong>di</strong> mistero. E <strong>di</strong> una passione<br />
smodata per i libri, i libri <strong>di</strong> carta, con la loro materialità<br />
così attraente e fragile. Non hanno pregiu<strong>di</strong>zi;<br />
restano alla mano anche quando sono complicati. Li<br />
abbiamo letti sotto le coperte, li abbiamo spiegazzati<br />
e unti <strong>di</strong> crema solare, macchiati <strong>di</strong> caffè. Li abbiamo<br />
coperti <strong>di</strong> sba<strong>di</strong>gli e starnuti, <strong>di</strong>menticati sugli autobus,<br />
fatti scivolare nelle pozzanghere. Ce ne siamo<br />
serviti per bloccare le porte nei giorni <strong>di</strong> vento e assestare<br />
tavoli zoppi, per segnare al volo numeri <strong>di</strong><br />
gente che non abbiamo richiamato più. Non hanno<br />
protestato, i libri, quando li abbiamo letti in mutande<br />
e perfino senza. Un infinito numero <strong>di</strong> volte si sono<br />
accontentati <strong>di</strong> essere lasciati a metà, o molto prima.<br />
Nell’era del tascabile, non conoscono rancori e pudori,<br />
ammettono qualunque <strong>di</strong>strazione, affronto. Restano<br />
sempre <strong>di</strong>sinvolti e <strong>di</strong>sponibili: alle nostre giornatacce,<br />
alle curiosità sbagliate. Alla polvere.<br />
Il momento più triste è quando Mr Lessmore, invecchiando,<br />
sente che un giorno dovrà abbandonare la<br />
propria biblioteca. Uno accumula libri per una vita, li<br />
sente come compagni <strong>di</strong> viaggio, come amici, prova<br />
riconoscenza per come hanno arricchito testa e cuore,<br />
per come hanno riempito pomeriggi e notti <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne<br />
– e poi, un giorno, è costretto a lasciarli. Mr<br />
Lessmore guarda con tristezza la folla <strong>di</strong> volumi a<br />
cui deve <strong>di</strong>re ad<strong>di</strong>o. E anche i volumi lo salutano con<br />
grande malinconia. Ma The fantastic flying book of<br />
Mr Lessmore non si chiude su note cupe: c’è il segno<br />
<strong>di</strong> un riscatto imminente, la possibilità <strong>di</strong> una sopravvivenza<br />
che è con<strong>di</strong>visione.<br />
È curioso e affascinante questo cortocircuito fra la<br />
creatività ipertecnologica e una materia così vintage<br />
come l’amore per i libri <strong>di</strong> carta. Ma non è un caso<br />
isolato, se si considera che un vento nostalgico soffia<br />
in alcune delle opere cinematografiche più acclamate<br />
<strong>degli</strong> ultimi mesi: dall’esperimento <strong>di</strong> Michel<br />
Hazanavicius con il cinema muto, The Artist,<br />
allo scintillante Hugo Cabret <strong>di</strong> Martin Scorsese, a<br />
Midnight in Paris <strong>di</strong> Woody Allen, dove lo scrittore<br />
in crisi protagonista si ritrova per miracolo nella<br />
Parigi anni <strong>Tre</strong>nta. C’è qualcosa, nel cuore del passato,<br />
che ci attrae irrime<strong>di</strong>abilmente, con la forza <strong>di</strong><br />
un magnete. Non è un caso che James Cameron sia<br />
tornato al suo colossale Titanic del 1997 e abbia deciso<br />
<strong>di</strong> dargli una nuova veste 3D. Il futuro ha un<br />
cuore antico? Forse. Senz’altro si può sostenere che<br />
la nostalgia può essere creativa: non è detto che ci<br />
renda langui<strong>di</strong> e con la testa voltata in<strong>di</strong>etro. Come<br />
mostrano i libri volanti <strong>di</strong> Mr Lessmore, le scoperte<br />
del piccolo Hugo Cabret nell’universo del pioniere<br />
del cinema Méliès, o i lavori <strong>di</strong> carta <strong>di</strong> Rob Ryan<br />
(<strong>di</strong> cui si parla in questo numero a p. XX), il passato<br />
può funzionare come un terreno fertile su cui<br />
piantare e far fiorire la nostra immaginazione per<br />
darle, e dare a noi stessi, un futuro.