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n. 1 - 2012 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre

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58<br />

rubriche<br />

Popscene<br />

«(Don’t) Look Back In Anger»: l’ossessione per il passato e la nostalgia<br />

del futuro nell’ultimo saggio <strong>di</strong> Simon Reynolds<br />

<strong>di</strong> Ugo Attisani<br />

Nel suo ultimo libro Retromania.<br />

Musica, cultura<br />

pop e la nostra ossessione<br />

per il passato,<br />

Simon Reynolds, probabilmente<br />

il più famoso<br />

ed influente critico<br />

musicale <strong>di</strong> questo decennio,<br />

affronta uno dei<br />

temi più delicati nel<br />

mondo della cultura attuale.<br />

In uno scenario<br />

ormai dominato da in-<br />

Ugo Attisani<br />

ternet, social network e<br />

da sempre più nuovi e numerosi strumenti <strong>di</strong> riproduzione<br />

musicale <strong>di</strong>gitale, pare sempre più evidente il<br />

declino dell’originalità e della creatività artistica a<br />

favore del predominio della nostalgia, che sfocia in<br />

un continuo riciclo <strong>di</strong> temi, suoni e immagini da un<br />

passato neanche troppo lontano, ma già assurto a<br />

ruolo <strong>di</strong> nuovo canone estetico.<br />

Del resto basta dare un ascolto neanche troppo attento<br />

alla miriade <strong>di</strong> trend, generi e sottogeneri che negli<br />

ultimi anni si sono succeduti all’attenzione <strong>degli</strong><br />

ascoltatori, per scorgere un infinito gioco <strong>di</strong> richiami<br />

e riman<strong>di</strong> ai suoni, alle costruzioni e anche all’immagine<br />

<strong>di</strong> artisti dei decenni precedenti, fino a coinvolgere<br />

anche quelli più oscuri e sconosciuti. Questo per<br />

non parlare <strong>di</strong> altri campi del mondo dello spettacolo,<br />

come il cinema e la stessa televisione, dove l’ultimo<br />

decennio è stato dominato da ogni possibile e immaginabile<br />

remake <strong>di</strong> film o serie tv <strong>degli</strong> anni Settanta<br />

e Ottanta.<br />

È questa, secondo Reynolds, l’epoca in cui la nostalgia<br />

<strong>di</strong>venta la principale protagonista dello scenario<br />

culturale, laddove la moltiplicazione incontrollabile<br />

dei supporti <strong>di</strong> riproduzione e <strong>degli</strong> strumenti e dei<br />

luoghi della loro con<strong>di</strong>visione permette <strong>di</strong> compiere<br />

quell’ideale viaggio a ritroso nel tempo che era stato<br />

fino a poco tempo fa l’ostacolo principale (e viene<br />

quasi da <strong>di</strong>re, opportuno) al ricongiungimento con un<br />

passato idealizzato, elaborato e manipolato fino a<br />

farlo <strong>di</strong>ventare un’età dell’oro. Non sorprende che il<br />

campo <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> questa rivoluzione al contrario<br />

sia il mondo della cultura popolare, dato che,<br />

come ci ricorda lo stesso Reynolds, la musica popolare<br />

nasce con l’invenzione delle registrazioni fonografiche,<br />

che permettevano per la prima volta alla<br />

musica <strong>di</strong> circolare <strong>di</strong>rettamente attraverso una sua<br />

singola ed in<strong>di</strong>viduale esecuzione, cristallizzata nel<br />

tempo, per essere fruita da una massa nello stesso<br />

medesimo arco <strong>di</strong> tempo, e non più attraverso uno<br />

spartito. Una rivoluzione, quin<strong>di</strong>, legata strettamente<br />

ad un’evoluzione tecnologica prima, e commerciale<br />

dopo, che ha fatto sì che la musica, ma anche il cinema<br />

e la televisione <strong>di</strong>ventassero il punto <strong>di</strong> riferimento<br />

<strong>di</strong> un mondo che andava sviluppandosi in modo<br />

sempre più veloce, aumentando ancor <strong>di</strong> più quel<br />

senso <strong>di</strong> spaesamento che accompagna ogni passaggio<br />

da un’epoca a un’altra.<br />

Nel suo saggio Reynolds mette da parte ogni possibile<br />

timidezza e prende decisamente posizione contro<br />

questa tendenza del passato a dominare la scena della<br />

cultura popolare. E in una serie <strong>di</strong> capitoli identifica<br />

quelli che sono stati secondo lui i principali attori <strong>di</strong><br />

questo fenomeno. Come già detto, l’autore in<strong>di</strong>vidua<br />

una ra<strong>di</strong>ce tecnologica del fenomeno, dovuta alla<br />

possibilità, per la prima volta nella storia, grazie alla<br />

rete e agli strumenti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione online, <strong>di</strong> accedere<br />

in un lasso <strong>di</strong> tempo brevissimo e a costo praticamente<br />

zero a qualsiasi prodotto culturale del passato.<br />

Questa libertà pressoché infinita <strong>di</strong> conoscenza e<br />

documentazione però porta con se il rischio <strong>di</strong> un sovraccarico<br />

<strong>di</strong> informazioni per l’ascoltatore, senza<br />

che ciò sia accompagnato da un incremento corrispettivo<br />

della capacità della nostra memoria <strong>di</strong> gestire<br />

questa immensa mole <strong>di</strong> dati. Il simbolo <strong>di</strong> questo<br />

passaggio culturale è, per Reynolds, Youtube, dove,<br />

nel giro <strong>di</strong> pochi anni, è stato riversato praticamente<br />

quasi tutto lo scibile culturale, senza però nessuna<br />

forma <strong>di</strong> criterio <strong>di</strong> catalogazione, in ossequio alla<br />

logica della spinta dal basso dei me<strong>di</strong>a moderni, e<br />

con una tendenza pronunciata ed evidente alla frammentazione<br />

<strong>di</strong> forme <strong>di</strong> narrazione lunghecome il cinema<br />

e la musica, frammentazione che finisce per riprodursi<br />

anche nelle capacità <strong>di</strong> attenzione e concentrazione<br />

dell’utente. Quello che ne risulta è quin<strong>di</strong> un<br />

appiattimento dei gusti dovuto alla scarsa <strong>di</strong>sponibilità<br />

a subire una proposta culturale, piuttosto che ritagliarsela<strong>di</strong>rettamente<br />

dalle fonti a <strong>di</strong>sposizione<br />

sulla rete.<br />

L’appiattimento dei<br />

gusti, a sua volta, si<br />

ripercuote sulla proposta<br />

creativa, come<br />

è facile testimoniare<br />

e come abbiamo già<br />

detto in precedenza,<br />

visto che <strong>di</strong>fficilmente<br />

è esistito un<br />

periodo così dominato<br />

dal riutilizzo<br />

del passato. In sostanza<br />

Reynolds aggiunge<br />

un corollario

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