n. 1 - 2012 - Servizio di hosting - Università degli Studi Roma Tre
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66 con più attenzione, facendo caso<br />
alle fonti dei dati e riflettendo sul<br />
modo in cui sono organizzati, si<br />
capisce <strong>di</strong> avere effettivamente a<br />
che fare con un grande lavoro <strong>di</strong><br />
ricerca e <strong>di</strong> comunicazione. E soprattutto<br />
emerge la sostanziale<br />
inconfutabilità dei dati in alcun<br />
modo accompagnati da opinioni,<br />
come nel grafico che ci mostra le<br />
più <strong>di</strong>ffuse cause <strong>di</strong> morte nel<br />
XX secolo, e in parallelo il fatto<br />
che rispetto ad argomenti sui<br />
quali non esistono dati, gli uomini<br />
ancora oggi elaborano teorie<br />
giustificative proprio come facevano<br />
i primitivi <strong>di</strong> fronte ai fenomeni<br />
sconosciuti, è il caso della<br />
pagina de<strong>di</strong>cata a «Che cos’è la<br />
coscienza».<br />
McCandless ci consegna una sorta<br />
<strong>di</strong> piccola enciclope<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fatti<br />
e informazioni, sui massimi sistemi<br />
come sulla nostra quoti<strong>di</strong>anità,<br />
e ci mette in con<strong>di</strong>zione come<br />
<strong>di</strong> osservare <strong>di</strong>rettamente i<br />
fenomeni anziché leggerne in<br />
maniera decisamente più <strong>di</strong>staccata. Una cosa è<br />
scorrere tra le righe <strong>di</strong> una colonna che la guerra<br />
in Iraq è costata finora circa sei volte i guadagni<br />
del mercato farmaceutico globale, o sei volte<br />
quanto costerebbe convertire l’intero pianeta alle<br />
risorse energetiche rinnovabili, altra cosa è vedere<br />
un enorme rettangolo viola che riempie più <strong>di</strong><br />
mezza pagina vicino ad altri ventisette rettangoli<br />
minuscoli che occupano l’altra pagina e mezza e<br />
sui quali trovi scritte voci <strong>di</strong> questa importanza.<br />
Tra le righe poi, o meglio fra le immagini, possiamo<br />
trovare anche <strong>degli</strong> spunti secondari, semplicemente,<br />
come detto, dalla semplice lettura<br />
delle fonti. Osservando ad esempio il grafico<br />
delle buone occasioni per chiudere una relazione<br />
sentimentale, che ci mostra i perio<strong>di</strong> dell’anno<br />
Timelines. I viaggi nel tempo nei film e<br />
nelle serie TV<br />
con più separazioni, ve<strong>di</strong>amo che<br />
la fonte è Facebook Lexicon, ossia<br />
un sistema, ora chiuso da Facebook<br />
e sostituito con altro, che<br />
analizzava i post in bacheca e gli<br />
aggiornamenti della voce “situazione<br />
sentimentale” <strong>degli</strong> utenti<br />
per ricavare ad esempio questo<br />
tipo <strong>di</strong> statistiche, con tutte le<br />
conseguenze e gli usi che se ne<br />
possono ricavare. Informazione<br />
in<strong>di</strong>retta.<br />
E si capisce anche perché l’autore<br />
si auto definisce information designer,<br />
un creativo, quin<strong>di</strong>. Alcuni<br />
definiscono questo metodo un<br />
modello <strong>di</strong> giornalismo, altri meno,<br />
<strong>di</strong> sicuro è un modello <strong>di</strong> informazione<br />
a tutti gli effetti. Seppur<br />
poco utilizzata, la traduzione<br />
italiana della parola designer esiste,<br />
ed è progettista. Quello che<br />
troviamo dentro Information is<br />
beautiful è, in effetti, progettazione<br />
dell’informazione, ossia non<br />
pura e semplice creatività grafica<br />
a cui vengono appiccicati i risultati<br />
<strong>di</strong> questo o quel sondaggio, ma, come in tutte<br />
le forme del design, creatività modellata dalla <strong>di</strong>sciplina<br />
e dalla tecnica, dove si può scorgere <strong>di</strong>etro<br />
a ogni scelta grafica, a ogni forma utilizzata e<br />
preferita rispetto alle altre, una consapevolezza e<br />
uno stu<strong>di</strong>o rivolto tutto a massimizzare il valore<br />
intrinseco che i dati portano con se, sfruttando al<br />
massimo la nostra percezione visiva. Il concetto<br />
<strong>di</strong> base è che la percezione è comprensione.<br />
Information is beautiful è anche un blog, informationisbeautiful.net,<br />
costantemente aggiornato,<br />
dove si trovano alcuni dei contenuti del libro e altri<br />
ovviamente ine<strong>di</strong>ti, che proseguono la ricerca<br />
in infographics <strong>di</strong> McCandless e dei suoi collaboratori,<br />
materiale decisamente interessante, su cui<br />
ogni tanto vale la pena passare a riflettere.<br />
Quante tonnellate <strong>di</strong> anidride carbonica produciamo ogni anno? Qual è<br />
la frase più gettonata per lasciarsi? Come si prepara un Margarita? Quali<br />
sono stati gli allarmismi più infondati della storia? Le attività dell’uomo<br />
stanno realmente incidendo sull’innalzamento del riscaldamento globale?<br />
Navighiamo a vista in un mondo in cui ogni giorno siamo bombardati<br />
da un flusso ininterrotto <strong>di</strong> notizie, e molte volte gli organi <strong>di</strong> stampa<br />
non ci aiutano a mettere chiarezza, creando confusione e contrad<strong>di</strong>zioni.<br />
David McCandless, sfruttando appieno gli strumenti <strong>di</strong> visualizzazione<br />
delle informazioni, ci propone un modo migliore per osservare<br />
e per comprendere il mondo al primo sguardo, una mappa moderna che<br />
illustra le relazioni tra i fatti, il loro contesto e la rielaborazione me<strong>di</strong>atica<br />
a cui vengono sottoposti, <strong>di</strong>mostrando come l’informazione analogica<br />
possa comprendere, or<strong>di</strong>nare e rendere più efficace quella <strong>di</strong>gitale.<br />
David McCandless, Information is beautiful, Milano, Rizzoli, 2011