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■ di Settimio Cipriani*<br />

La grandezza di Dio<br />

nel Creato<br />

I Salmi 12 e 15<br />

«Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto» (v. 2).<br />

È l’inizio del Salmo 12, piuttosto pessimista sulla situazione<br />

in cui si trova il Salmista. Come contropartita si può<br />

collocare il Salmo 15, che invece esalta la “benevolenza”<br />

del Signore che accetta nella sua intimità il Salmista, «che<br />

pratica la giustizia/ e dice la verità che ha nel cuore» (v. 2).<br />

Proprio su questi due Salmi piuttosto concisi, ma molto<br />

significativi, vorrei fermare la mia attenzione e quella del<br />

lettore.<br />

Salmo 12<br />

E incominciamo dal Salmo 12, che nel sottotitolo viene attribuito<br />

a David, che, nel caso, domanderebbe protezione<br />

a Dio dal mondo “menzognero”, in cui si trova a vivere a<br />

corte e in mezzo al suo popolo.<br />

2 Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto;<br />

sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo.<br />

3 Si dicono menzogne l’uno all’altro,<br />

labbra adulatrici parlano con cuore doppio.<br />

4 Recida il Signore le labbra adulatrici;<br />

la lingua che vanta imprese grandiose,<br />

5 quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti,<br />

le nostre labbra sono con noi:<br />

chi sarà il nostro padrone.<br />

6 Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,<br />

ecco, mi alzerò – dice il Signore –;<br />

metterò in salvo chi è disprezzato».<br />

7 Le parole del Signore sono parole pure,<br />

argento separato dalle scorie nel crogiuolo,<br />

e raffinato sette volte.<br />

Tu, o Signore, le manterrai,<br />

ci proteggerai da questa gente, per sempre,<br />

anche se attorno girano i malvagi<br />

e cresce la corruzione in mezzo agli uomini.<br />

«Salvami, Signore!»<br />

Il Salmista inizia con una richiesta di salvezza, perché è<br />

circondato da gente «menzognera», capace soltanto d’inganno<br />

e sopraffazione.<br />

Come manto per coprire la propria falsità adopera l’adulazione<br />

e l’ambiguità di linguaggio, per cui non è facile<br />

scoprire i veri sentimenti che animano questi diversi personaggi<br />

di corte: «Salvami, Signore! Non c’è più un uomo<br />

giusto; sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo» (v. 2).<br />

Persino tra di loro ci sono questi loschi personaggi, falsi e<br />

bugiardi, che si ingannano a vicenda «parlando con cuore<br />

doppio» (v. 3).<br />

Una triste situazione di falsità e di menzogna, che rende<br />

irrespirabile l’ambiente in cui viene a trovarsi il Salmista.<br />

Di qui la sua reazione sdegnata, che arriva persino a<br />

invocare il Signore perché «recida la lingua» ai mentitori,<br />

che l’adoperano per denigrare e demolire i loro<br />

avversari: «Recida il Signore le labbra adulatrici/…<br />

quanti dicono: “Con la nostra lingua siamo forti/... chi<br />

sarà il nostro padrone?”» (vv. 4-5).<br />

Il Signore, invocato, risponde<br />

E, di fatto, il Signore risponde garantendo il suo intervento<br />

in aiuto ai «miseri» e agli oppressi: «Per l’oppressione dei<br />

miseri e il gemito dei poveri/ ecco mi alzerò/... metterò in<br />

salvo chi è disprezzato» (v. 6).<br />

Queste “parole” di consolazione e di salvezza rassicurano<br />

l’orante, perché le sa libere da ogni possibilità di menzogna.<br />

Egli adopera qui un’immagine molto forte per descrivere<br />

la sincerità, che paragona all’argento ben depurato:<br />

«Le parole del Signore sono parole pure,/argento separato<br />

dalle scorie nel crogiuolo,/raffinato sette volte» (v. 7).<br />

Il Salmo si conclude, ribadendo la fiducia del Signore che<br />

manterrà fede alle sue parole di protezione per il giusto,<br />

a tutti i costi, «anche se attorno si aggirano i malvagi/ e<br />

cresce la corruzione in mezzo agli uomini» (v. 9). Nonostante<br />

la “crescita” del male, la forza del bene avrà dunque<br />

il sopravvento!<br />

Un invito, dunque, alla fiducia, nonostante la sempre incombente<br />

suggestione del male.<br />

Salmo 15<br />

Di contenuto completamente diverso è il Salmo 15, che<br />

descrive la particolare “purezza di vita” che devono praticare<br />

tutti coloro che vengono ad onorare il Signore nel<br />

suo “tempio” in Gerusalemme.<br />

Il luogo santo per eccellenza esige anche santità di vita in<br />

tutti coloro che intendono frequentarlo. È questo il tema<br />

di fondo di questo Salmo di altissimo contenuto morale.<br />

1 Signore, chi abiterà nella tua tenda?<br />

Chi dimorerà sulla tua santa montagna?<br />

2 Colui che cammina senza colpa,<br />

pratica la giustizia,<br />

e dice la verità che ha nel cuore,<br />

3 non sparge calunnie con la sua lingua,<br />

non fa danno al suo prossimo,<br />

e non lancia insulti al suo vicino.<br />

4 Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,<br />

ma onora chi teme il Signore.<br />

Anche se ha giurato a proprio danno,<br />

mantiene la parola;<br />

5 non presta il suo denaro a usura<br />

e non accetta doni contro l’innocente.<br />

Colui che agisce in questo modo<br />

resterà saldo per sempre.<br />

«Signore, chi abiterà nella tua tenda?»<br />

È particolarmente interessante l’inizio del Salmo con<br />

quell’interrogativo, rivolto a Dio, per sapere chi possa accedere<br />

alla sua “tenda”, espressione che sta a indicare il<br />

tempio di Gerusalemme. Di fatto, nel periodo d’ingresso<br />

nella Terra promessa era sostituito da una “tenda”, che<br />

si spostava seguendo i movimenti del popolo eletto. La<br />

«santa montagna», poi, sta a indicare Gerusalemme, che,<br />

di fatto, si erge sopra un’altura. Al solenne interrogativo,<br />

proposto all’inizio dal Salmista, sembra rispondere lo stesso<br />

Signore, che indica le condizioni, tutte molto esigenti,<br />

che si richiedono da coloro che vogliono presentarsi nel<br />

suo tempio in Gerusalemme.<br />

E sono tutte “condizioni” , particolarmente esigenti, di san-<br />

tità, di vita, / e di purezza interiore, come risulta dal testo:<br />

«Colui che cammina senza colpa,/ pratica la giustizia/ e dice<br />

la verità che ha nel cuore» (v. 2).<br />

Bellissima l’ultima espressione sulla «verità che ha nel cuore»<br />

, , per indicare appunto la trasparenza di uno, incapace<br />

di mentire prima di tutto a se stesso.<br />

E proprio per questa limpidezza di spirito è incapace di<br />

inventare “calunnie” contro il suo prossimo e di lanciare<br />

contro di lui «insulti vergognosi» (v. 3).<br />

Al contrario, non solo lui personalmente rifugge dal male,<br />

ma ha pure un’istintiva avversione contro chiunque opera<br />

il male: «Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,/ ma onora<br />

chi teme il Signore» (v. 4).<br />

«E non presta ad usura»<br />

Tanto grande è l’attaccamento alla “verità” che, se si accorge<br />

di aver fatto un “giuramento” sbagliato, «mantiene<br />

la parola», pagando di persona , senza cercare inutili scuse<br />

(v. 4). Un altro aspetto di quest’uomo retto, descritto<br />

nel nostro Salmo, è il suo disinteresse di fronte al denaro:<br />

trovandosi egli in condizioni piuttosto agiate, e avendo<br />

notevole disponibilità di denaro, se gli viene chiesto<br />

di «prestarlo», lo fa gratuitamente, senza ricercare esosi<br />

guadagni. Egli, infatti, «non presta il suo denaro ad usura,/<br />

e non accetta doni contro l’innocente» (v. 5).<br />

L’ultima espressione è come la sintesi di quanto detto in<br />

precedenza: «Colui che agisce in questo modo/ resterà saldo<br />

per sempre» (v. 5).<br />

Il Salmista conferma così tutto quanto detto in precedenza,<br />

sicuro che Dio non mancherà di corroborare con la sua<br />

assistenza l’orante, che mette tutta la sua fiducia in Dio.<br />

*Biblista<br />

Il Monte Sinai<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

12<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [204] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

13<br />

Anno 126 - N. 5 - 2010 [205]

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