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Sicilia: l'identità di una terra nata dalle onde - Liceo magistrale

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gruppo scultoreo della Crocifissione e un buon <strong>di</strong>pinto d’Olivio Sozzi: la Madonna delle Grazie e i<br />

Santi Giuseppe e Benedetto. Riprendendo Via Crociferi, si arriva al quartiere <strong>di</strong> San Domenico, ma<br />

prima si supera il Convento dei Crociferi, e si riconoscono i resti della fortezza, fatta costruire da<br />

Carlo V nel 1556, che incorporano la chiesa barocca, settecentesca, con più antiche strutture<br />

quattrocentesche, <strong>di</strong> Sant' Agata al Carcere, oggi Santuario, nel luogo dove la tra<strong>di</strong>zione vuole il<br />

carcere romano che, nel 251, ospito' la Santa. Più avanti, all'incrocio <strong>di</strong> Via Crociferi con via<br />

Maddalena, si trovano il convento e la chiesa <strong>di</strong> San Domenico, del sec. XVIII. La chiesa è or<strong>nata</strong><br />

<strong>dalle</strong> due statue <strong>di</strong> San Domenico e San Vincenzo Ferreri, e, lateralmente, da un bel portaletto<br />

barocco riccamente decorato. L'interno conserva un <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Olivio Sozzi, raffigurante San<br />

Vincenzo Ferreri che resuscita un bambino, e <strong>una</strong> statua <strong>di</strong> marmo <strong>di</strong> Antonello Gagini, La<br />

Madonna e il Bambino. Il Convento ha <strong>una</strong> biblioteca con preziosi testi del Cinque e del Seicento.<br />

Si procede per via Androne e, dopo via Regina Margherita, è la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Gesù,<br />

<strong>di</strong>strutta dal terremoto del 1693 e ricostruita nei primi anni del XVIII sec. Continuando ora per Via<br />

Regina Margherita, s'incontra Piazza Roma, dove sorge il Monumento a Umberto I, <strong>di</strong> Mario<br />

Rutelli; <strong>di</strong> fronte è uno degli ingressi alla villa Bellini, un tempo privata, ora giar<strong>di</strong>no pubblico <strong>di</strong><br />

straor<strong>di</strong>naria bellezza. Il viale Regina Margherita incrocia Via Sant’Euplio e, subito dopo, il lungo<br />

asse <strong>di</strong> via Etnea che, aperto dal XVIII sec., percorre tutta la città da nord a sud, giungendo sino a<br />

Piazza Duomo. Ma prima si arriva a Piazza Stesicoro, dove s’innalza il monumento a Vincenzo<br />

Bellini, <strong>di</strong> Giulio Monteverde, del 1880-82. E si notano, l'e<strong>di</strong>ficio dell'antico ospedale <strong>di</strong> San<br />

Marco, 1724, e il Palazzo Paterno' del Toscano, eretto nel 1870. Vicino si scorgono i resti <strong>di</strong> un<br />

anfiteatro romano del II sec. d. C., con struttura in pietra lavica, rivestita <strong>di</strong> marmo, riaperto al<br />

pubblico nel 1999. Da Piazza Stesicoro, per Via San Gaetano alla Grotta, dov'è l'omonima chiesa,<br />

si giunge a piazza Carlo Alberto dove sorge il santuario del Carmine, e<strong>di</strong>ficato dopo il 1729. La<br />

facciata è monumentale, con due possenti semicolonne in aggetto. Vi sono all'interno interessanti<br />

tele settecentesche e un <strong>di</strong>pinto della Madonna del Carmelo <strong>di</strong> Andrea Pastura, 1501. Ritornati in<br />

via Etnea, s’incontrano la chiesa <strong>di</strong> San Michele Arcangelo e il palazzo della Prefettura; e si<br />

arriva all'incrocio con via Antonino <strong>di</strong> Sangiuliano: i cosiddetti Quattro Canti, la cui costruzione<br />

fu prevista dal piano urbanistico del duca Camastra, deciso dopo il terremoto del 1693.In uno dei<br />

Canti è il Palazzo Carcaci e vicino è il palazzo Manganelli. Più avanti, in via Etnea, si ergono il<br />

palazzo Gioeni D'Angio' e, soprattutto, la Collegiata, Santa Maria dell' elemosina, e<strong>di</strong>ficata<br />

dall'architetto Angelo Amato su <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Angelo Italia. La facciata, liberamente fantasiosa e<br />

riccamente or<strong>nata</strong>, è opera <strong>di</strong> Stefano Ittar, nel 1758, e si puo' considerare come la migliore<br />

espressione del barocco tardo a Catania. L'interno, a tre navate, reca affreschi <strong>di</strong> Giuseppe Sciuti, e<br />

alcuni <strong>di</strong>pinti fra i quali Sant'Apollonia, <strong>di</strong> Olivio Sozzi, sec. XVIII. Più avanti ancora, sorge il<br />

palazzo dell'Università, secoli XVIII - XIX, nel luogo ove era la sede dell’Almo Stu<strong>di</strong>o, fondato<br />

da Alfonso il Magnanimo nel 1444. E siamo <strong>di</strong> nuovo in Piazza Duomo. A sinistra del Duomo, in<br />

questo tratto del Corso Vittorio Emanuele, è la chiesa <strong>di</strong> Sant’Agata, notata certamente prima:<br />

splen<strong>di</strong>da opera <strong>di</strong> G. B. Vaccarini, sec. XVIII. Un po' più avanti, a destra, è la chiesa <strong>di</strong> San<br />

Placido, sec. XVIII. La facciata, opera <strong>di</strong> Stefano Ittar, ha la squisita eleganza del barocco catanese.<br />

Ora dal corso, si raggiunge, in breve, Piazza Bellini, dove sorge il Teatro Massimo Bellini, opera<br />

<strong>di</strong> Carlo Sada, che utilizzo', f<strong>onde</strong>ndoli, precedenti progetti <strong>di</strong> altri architetti. Dalla piazza, per via<br />

Teatro Massimo, si raggiunge il collegio Cutelli, costruito dall' architetto Francesco Battaglia, sec.<br />

XVIII, con facciata <strong>di</strong> Stefano Ittar. Più avanti, nel Corso, è il Palazzo Reburdone, e<strong>di</strong>ficato nel<br />

1776 su progetto <strong>di</strong> Francesco Battaglia.

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