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Sicilia: l'identità di una terra nata dalle onde - Liceo magistrale

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Palazzo arcivescovile. Svoltando in via Matteo Bonello, ecco <strong>una</strong> bella trifora gotico catalana; ma<br />

qui è il Palazzo arcivescovile, e<strong>di</strong>ficato dall'arcivescovo Simone <strong>di</strong> Bologna nel 1460. Museo<br />

<strong>di</strong>ocesano. All'interno del Palazzo, ed ora in rior<strong>di</strong>no, è allogato questo interessantissimo Museo che<br />

conserva numerosi esempi d'arte religiosa: tavole bizantine del XII-XIII sec., <strong>di</strong>pinti del Tre e<br />

Quattrocento, fra cui la tabella dei Confrati <strong>di</strong> San Nicolo', firmata da Antonio Veneziano, la<br />

Flagellazione <strong>di</strong> Simone <strong>di</strong> Wobreck, sec. XVI, varie tele dello Zoppo <strong>di</strong> Ganci, e del Settecento<br />

siciliano, con interessanti <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> scuola locale; e cinque tempere della sala dei velluti, raffiguranti<br />

le Sante protettrici <strong>di</strong> Palermo. Ed anche belle tele <strong>di</strong> Pietro Novelli (San Francesco,<br />

l'Annunciazione, la Pietà) e dei Novellini, e numerose formelle <strong>di</strong> Domenico, Fazio e Vincenzo<br />

Gagini.<br />

La Cattedrale. Di fronte al Palazzo arcivescovile, la nostra attenzione era stata attratta dalla<br />

possente e scenografica mole della Cattedrale, che si affaccia su un vasto piano balautrato, voluto<br />

dall'arcivescovo Simone <strong>di</strong> Bologna, ne1 1452. La storia <strong>di</strong> questo magnifico e<strong>di</strong>ficio è lunga e<br />

complessa. Qui sorgeva <strong>una</strong> chiesa bizantina, trasformata dagli Arabi in moschea. L'arcivescovo<br />

Gualtiero Offamilio, ministro <strong>di</strong> Guglielmo II, vi promosse la costruzione della Cattedrale tra il<br />

1184 e il 1185, ma l'e<strong>di</strong>ficio subirà numerose aggiunte e trasformazioni. Fra il Tre e il Quattrocento,<br />

vennero costruiti gli or<strong>di</strong>ni superiori delle torri angolari e, nel 1453, fu aggiunto il portico<br />

meri<strong>di</strong>onale in stile gotico-catalano. Tra gli archi e il timpano del portico, nel l992 è stato liberato<br />

dall'intonaco, e messo in luce, un retablo con figure in lieve rilievo e pitture, <strong>di</strong> incerto significato. Il<br />

portale, splen<strong>di</strong>damente intagliato, è opera <strong>di</strong> Antonio Gambara, nel l426. I lavori, approntati tra il<br />

1781 e il 1801, e affidati all'architetto fiorentino Fer<strong>di</strong>nando Fuga, conferirono all'interno della<br />

chiesa l'attuale aspetto neoclassico; nello stesso tempo, con la collaborazione dell'Attinelli e del<br />

Marvuglia, fu realizzata la gran<strong>di</strong>osa cupola che emerge prepotentemente dal corpo dell'e<strong>di</strong>ficio.<br />

Nelle absi<strong>di</strong>, si stende <strong>una</strong> fastosa decorazione <strong>di</strong> archi intrecciati, fasce e tarsie bicrome <strong>di</strong> pietra<br />

lavica e calcarea, <strong>di</strong> grande raffinatezza ed eleganza. Nell'interno, sulle navate si innestano il coro, il<br />

titolo, l'antititolo e le absi<strong>di</strong> che formano la massa del santuario.<br />

Le tombe reali. A sinistra, entrando dal portico, sono i sarcofagi <strong>di</strong> Federico II (esplorato <strong>di</strong><br />

recente, con s<strong>onde</strong> ottiche e dubbi esiti), Ruggero II, Enrico VI e Costanza d'Altavilla. Fra le<br />

sculture, primeggiano il fonte battesimale dei fratelli Pennino e le statue del Laurana (Madonna<br />

Libera Infermi) e dei Gagini, alcune delle quali appartenevano al grande retablo dell'altare<br />

maggiore, rimosso durante i lavori settecenteschi.<br />

Cappella del Sacramento. È al termine della navata sinistra, or<strong>nata</strong> <strong>di</strong> pietre preziose e<br />

lapislazzuli.<br />

Cappella <strong>di</strong> Santa Rosalia. Al termine della navata destra, chiusa da <strong>una</strong> ricca cancellata bronzea,<br />

è questa cappella con l'urna d'argento della Santa, particolarmente venerata. Originari dell'età<br />

normanna sono il trono regio, il candelabro pasquale e brani del pavimento mosaicato.<br />

Il tesoro. Molto interessanti sono gli oggetti in mostra nella sala del tesoro: calici, paramenti,<br />

ostensori, e la famosa corona <strong>di</strong> Costanza: <strong>una</strong> tiara rinvenuta nella sua tomba.<br />

La Loggia e la Cappella dell'Incoronazione. Usciti dalla Cattedrale, a destra sulla via Matteo<br />

Bonello, è la loggia dell'Incoronazione, secoli XVI-XVII: vi si affacciavano i re <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong>, dopo<br />

essere stati incoronati nella a<strong>di</strong>acente Cappella dell'Incoronazione, <strong>di</strong> età normanna, e<strong>di</strong>ficata<br />

dove era <strong>una</strong> moschea (ne rimangono i resti <strong>di</strong> <strong>una</strong> sala ipostila <strong>di</strong> età aglabita, IX sec. d. C.).

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