Sicilia: l'identità di una terra nata dalle onde - Liceo magistrale
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architettura d'età federiciana, ed è anche il simbolo del potere militare <strong>di</strong> Federico II <strong>di</strong> Svevia, e<br />
dell'accentramento statale operato da questo sovrano. Sotto il dominio aragonese, Siracusa <strong>di</strong>venne<br />
capitale <strong>di</strong> un territorio vasto, comprendente nove comuni. Sorsero in questo periodo eleganti<br />
<strong>di</strong>more baronali, e chiese e conventi, tra i quali Santa Lucia, San Benedetto e l'Annunziata. Tra il<br />
Cinque e il Seicento, in età spagnola, l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Gesuiti Carmelitani e <strong>di</strong> altri or<strong>di</strong>ni<br />
religiosi, determino' nuove trasformazioni nell'urbanistica citta<strong>di</strong>na, secondo i dettami del nuovo<br />
gusto barocco, che tuttavia a Siracusa assume contorni specifici e peculiari. A causa principalmente<br />
dell'incalzante minaccia turca, vennero innalzati imponenti bastioni attorno alla città. Dopo il<br />
terremoto de1 1693, Siracusa fu in parte ricostruita, e gli interventi <strong>di</strong> ristrutturazione continuarono<br />
per tutto il XVIII sec. Tra il XVIII sec. e l'Ottocento, si assistette a nuove trasformazioni<br />
urbanistiche e culturali; molti e<strong>di</strong>fici religiosi vennero confiscati e destinati ad uso pubblico. Tale<br />
processo si accentuò dopo l'unità d'Italia, quando fu deciso l'abbattimento delle mura spagnole, e la<br />
città avviò la sua espansione verso l'entro<strong>terra</strong>. Cominciarono, infatti, a sorgere quei nuovi quartieri,<br />
che, sempre più, segneranno la cesura tra la città storica e la città moderna.<br />
Monumenti:<br />
È opportuno iniziare la visita <strong>di</strong> Siracusa dall'isola <strong>di</strong> Ortigia, nucleo della città antica. Passato il<br />
ponte che unisce Ortigia alla <strong>terra</strong>ferma, si incontrano i resti del tempio de<strong>di</strong>cato ad Apollo,<br />
secondo quanto attesta un'iscrizione, rinvenutavi in un gra<strong>di</strong>no. Il tempio, rimesso in luce nel<br />
decennio 1930-40, conserva due colonne del lato meri<strong>di</strong>onale, con parte dell'epistilio e <strong>di</strong> alcune<br />
colonne del lato orientale; in origine, come altri templi d'età arcaica, era a 6 colonne sui lati brevi e<br />
17 su quelli lunghi (la cella <strong>di</strong>visa in navate da colonne, senza l'opistodomo), ed era rivestito da <strong>una</strong><br />
decorazione policroma fittile (alcuni frammenti sono conservati nel Museo archeologico regionale<br />
<strong>di</strong> Siracusa). In età bizantina, il tempio <strong>di</strong> Apollo fu chiesa cristiana, e moschea in età musulmana.<br />
Si supera, ora, la settecentesca chiesa <strong>di</strong> San Paolo, e si entra nel corso Matteotti; dopo il palazzo<br />
Cireco, sede dell'Istituto nazionale del dramma antico, e la chiesa <strong>di</strong> San Cristoforo, trecentesca,<br />
rie<strong>di</strong>ficata nel XVIII sec., si arriva nell'ottocentesca piazza Archimede, punto <strong>di</strong> confluenza dei due<br />
assi principali della città (via Maestranza e via Roma), e centro <strong>di</strong> Ortigia. La piazza ha, al centro, la<br />
fontana <strong>di</strong> Artemide, <strong>di</strong> Giulio Moschetti, ed è delimitata da e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> notevole <strong>di</strong>gnità artistica<br />
come il palazzo dell'Orologio, sede della Banca d'Italia, il cinquecentesco palazzo Lanza<br />
Buccheri, ed il palazzo del Banco <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong>, costruito ne1 1928. Dalla piazza, salendo per via<br />
Montalto, si giunge al palazzo Mergulese- Montalto, che conserva la bella e ampia facciata, col<br />
portale ad arco acuto, e un'e<strong>di</strong>cola, con <strong>una</strong> iscrizione in latino, recante l'anno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione: 1397.<br />
Procedendo lungo la via Roma, si arriva alla chiesa della Concezione, e<strong>di</strong>ficata nel sec. XVII su un<br />
precedente e<strong>di</strong>ficio trecentesco. All'interno, sono degni <strong>di</strong> nota: il coro ligneo, sec. XVIII; gli<br />
affreschi della volta, raffiguranti la Gloria <strong>di</strong> Maria, e tre interessanti tele <strong>di</strong> Onofrio Gabrielli: la<br />
Madonna della Lettera, la Strage degli Innocenti, il Martirio <strong>di</strong> Santa Lucia. Alla chiesa era annesso<br />
il trecentesco convento dei Benedettini che, dalla fine del secolo scorso, è sede degli uffici della<br />
Prefettura. Si giunge, quin<strong>di</strong>, a piazza Duomo. Qui, gli scavi d'inizio secolo e del 1963, hanno<br />
messo in luce testimonianze <strong>di</strong> <strong>una</strong> frequentazione del luogo in età pre-ellenica, e nella prima età<br />
greca, ed i resti <strong>di</strong> un grande tempio ionico arcaico della fine del VI sec. a. C. Nel V sec. a. C., fu<br />
costruito il grande tempio <strong>di</strong> Atena, e<strong>di</strong>ficio dorico con 6 colonne sui lati corti e l4 su quelli lunghi,<br />
posto su un alto basamento a tre gra<strong>di</strong>ni. La cella era preceduta dal pronao e seguita<br />
dal1'opistodomo, entrambi in antis. Già dal VI sec. d. C., il tempio <strong>di</strong> Atena (se ne intravedono le