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Sicilia: l'identità di una terra nata dalle onde - Liceo magistrale

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portico neoclassico. Più avanti è la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong> Porto Salvo, del '500, e dopo<br />

stravolta. Ma ora entriamo a Piazza Marina, il vastissimo spazio occupato, dopo il 1860, dal<br />

Giar<strong>di</strong>no Garibal<strong>di</strong>, con bellissime piante <strong>di</strong> ficus.<br />

Lo Steri. Nella parte orientale della piazza, sorge il magnifico palazzo Chiaromonte, detto Steri<br />

dal latino hosterium, fortificato. E<strong>di</strong>ficato dal 1307 da Manfre<strong>di</strong> I Chiaromonte e successori,<br />

<strong>di</strong>venne, nel '600, sede del Trib<strong>una</strong>le dell'Inquisizione fino al 1782. Ha pianta quadrangolare e<br />

pareti semplici, su cui si aprono belle bifore e trifore con tarsie bicrome e decorazioni, tipiche<br />

dell'età chiaromontana. Al primo piano, si trova fa Sala magna, il cui soffitto è un capolavoro <strong>di</strong><br />

carpenteria ed arte pittorica: dovuto a pittori <strong>di</strong> ambiente locale (Cecco <strong>di</strong> Naro, Simone da<br />

Corleone e Darena da Palermo ), con la quale si voleva raffermare <strong>una</strong> tra<strong>di</strong>zione legata al mondo<br />

orientale. Le scene <strong>di</strong>pinte rappresentano soggetti religiosi o laici, od encomiastici per la famiglia<br />

Chiaromonte. Usciti dal palazzo, ad angolo col Cassaro, a sinistra, è la cinquecentesca chiesa <strong>di</strong><br />

San Giovanni dei Napolitani, <strong>dalle</strong> forme snelle e severe. L'interno ha decorazione settecentesca,<br />

con quattro statue delle Virtù. Di fronte a destra, tra il Cassaro e la Cala, è un eccezionale<br />

monumento: la chiesa <strong>di</strong> Santa Maria della Catena. L'e<strong>di</strong>ficio sorse nel sec. XV, nel sito <strong>di</strong> un<br />

altro preesistente, è probabile, su progetto dell'architetto Matteo Carnelivari, in uno stile gotico<br />

fiorito, già rivolto verso il gusto rinascimentale. La facciata ha sviluppo orizzontale, compensato<br />

dallo slancio <strong>di</strong> due alte paraste laterali, ed è chiusa in alto da <strong>una</strong> cimasa <strong>di</strong> coronamento lavorata a<br />

trina. In basso, si aprono tre ampi archi come armoniosi portali. L'interno, liberato dagli stucchi<br />

settecenteschi, rivela equilibrio e armonia: è <strong>di</strong>viso in tre navate da alte colonne; la nave maggiore<br />

ha copertura a crociera, quelle laterali a botte. Il Cassaro termina con la piazzetta Santo Spirito,<br />

dov'è la famosa statua del Cavallo marino <strong>di</strong> Ignazio Marabitti, sec. XVIII., e si erge la massiccia<br />

e possente Porta Felice, sec. XVI, che immette nel Foro Italico. Nella porta, dal 1997, si rivedono<br />

quattro statue, non tutte <strong>di</strong> sicura identificazione. Accanto alla Porta è l'ex Spedale <strong>di</strong> San<br />

Bartolomeo, 1608, poi Conservatorio degli Infanti, 1828, danneggiato <strong>dalle</strong> bombe del 1943, ora<br />

restaurato. Dietro il Foro Italico, si stende l'antico e popoloso quartiere della Kalsa, dove, nel 937,<br />

i Fatimiti avevano e<strong>di</strong>ficato la cittadella fortificata della Halisah, l'Eletta, sede dell'emiro e delle<br />

truppe. Dalla piazzetta Santo Spirito e via Butera, entriamo nella Kalsa, dov'è il nobile Palazzo<br />

Butera, sec. XVIII, ed il Museo delle Marionette. Continuando, si arriva in via Torremuzza e alla<br />

chiesa della Pietà, sec. XVII. opera <strong>di</strong> Giacomo Amato e splen<strong>di</strong>do esempio del barocco<br />

palermitano. La facciata ha forti risalti plastici, con <strong>una</strong> profusione <strong>di</strong> elementi decorativi. L'interno<br />

è pari all'esterno, e la decorazione a stucco è sfarzosa ed elegante. La strada accanto, via Alloro,<br />

porta al palazzo Patella-Abatellis, e<strong>di</strong>ficato nel XV sec., dall'architetto Matteo Carnelivari. La<br />

costruzione ha forme massicce, fortemente sagomate <strong>dalle</strong> cornici lineari, e sottolineate dallo<br />

splen<strong>di</strong>do portale, che reca tutt'intorno il motivo <strong>di</strong> <strong>una</strong> fune ritorta, e, superiormente, tre rombi con<br />

lo stemma dei Patella al centro. Nel palazzo ha sede la Galleria regionale della <strong>Sicilia</strong>, con opere<br />

dal Me<strong>di</strong>oevo al XVIII sec. Al piano terreno si trova il famoso affresco del Trionfo della Morte,<br />

proveniente dal palazzo Sclafani, ritenuto un capolavoro, per l'incisività delle figure e la<br />

drammaticità della composizione. Vi sono poi sculture del Quattro e del XVI sec., fra cui lo<br />

splen<strong>di</strong>do busto <strong>di</strong> Eleonora d'Aragona, opera <strong>di</strong> Francesco Laurana. Nel primo piano, nelle prime<br />

sale, sono esposti <strong>di</strong>pinti del Due e Trecento, tra cui <strong>una</strong> Madonna <strong>di</strong> Turino Vanni e la Madonna<br />

dell'Umiltà <strong>di</strong> Bartolomeo da Camogli. Segue la sala dove è esposta l'Annunziata <strong>di</strong> Antonello da<br />

Messina, capolavoro <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria finezza e intensità psicologica, sec. XV. Completano la<br />

raccolta alcuni <strong>di</strong>pinti fiamminghi, ed opere del Sei e Settecento siciliani. Usciti dalla Galleria, solo<br />

un po' più avanti, nella stessa via, è la chiesa della Gancia, Santa Maria degli Angeli, e<strong>di</strong>ficata dai<br />

Francescani alla fine del XV sec., insieme ad un ospizio (Gancia), in forme severe e geometriche;<br />

sulla facciata è un semplice portale recante in alto <strong>una</strong> Madonna a bassorilievo. L'interno, sebbene<br />

manomesso, reca ancora qualche segno dell'impianto originario: ad unica navata, con <strong>una</strong> serie <strong>di</strong><br />

cappelle laterali. Notevoli sono le sculture <strong>di</strong> Antonello Gagini egli stucchi <strong>di</strong> Giacomo Serpotta<br />

nella cappella della Madonna <strong>di</strong> Guadalupe. Sulla parte esterna della chiesa, in corrisp<strong>onde</strong>nza<br />

del transetto, si può vedere la buca della salvezza, da dove si salvarono, fuggendo, due patrioti,<br />

durante la rivolta del 1860.

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