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Sicilia: l'identità di una terra nata dalle onde - Liceo magistrale

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marmo: San Martino e il povero. All'esterno dell'ala destra del transetto, si trova un altro portale del<br />

sec. XIV, che faceva parte della struttura primitiva del Duomo nell'archivolto interno è <strong>una</strong> plastica<br />

decorazione dai tipici chevrons (zig-zag). Le absi<strong>di</strong> conservano ancora l'aspetto originario.<br />

L'interno del Duomo è vasto e spazioso, a tre navate su massicce colonne. Dietro il Duomo è il<br />

Museo Alessi che ospita il Tesoro del Duomo, costituito da preziosi monili, ostensori, oggetti<br />

sacri, fra cui la splen<strong>di</strong>da Corona in oro della Vergine, smalti e pietre preziose. Vi è pure <strong>una</strong><br />

collezione numismatica dell'età siculo-punica, ed <strong>una</strong> pinacoteca comprendente, fra altre cose,<br />

alcune icone bizantine e <strong>una</strong> tavola, il Matrimonio mistico <strong>di</strong> Santa Caterina, opera <strong>di</strong> Antonio<br />

Spatafora, firmata e datata 1585 Nel vicino palazzo Varisano, il cui impianto risale al sec. XV, è<br />

allogato il Museo archeologico regionale, che espone, in cinque sale, i materiali rinvenuti nella<br />

zona secondo le più moderne tendenze museografiche, con apparati, cartine e pannelli illustrativi.<br />

La I sala espone i materiali della zona, dall'età del rame fino al VI sec. La II sala, i materiali<br />

riguardanti Enna preistorica, classica e me<strong>di</strong>evale. La III sala illustra la situazione storica del lago<br />

<strong>di</strong> Pergusa e n’espone gli oggetti rinvenuti. La IV sala è de<strong>di</strong>cata ai reperti rinvenuti nell'area<br />

urbana. Altri corre<strong>di</strong> tombali sono esposti nella V sala. Continuando in via Roma, si passa davanti<br />

al palazzo Pollicarini, elegante <strong>di</strong>mora signorile del Quattrocento: vi si accede attraverso un portale<br />

<strong>dalle</strong> tipiche forme barocche. Davanti, in piazza Colajanni, si alza un monumento <strong>di</strong> Ettore<br />

Ximenes, de<strong>di</strong>cato a Napoleone Colajanni, il cui nome, infatti, è stato dato alla piazza. Qui è anche<br />

la chiesa <strong>di</strong> Santa Chiara, sec. XVII, che ha <strong>una</strong> facciata larga, <strong>di</strong>sposta su due or<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong>visi da<br />

un'aggettante cornice e percorsa da piatte lesene. Poco avanti, in piazza Coppola, si eleva la chiesa<br />

<strong>di</strong> San Giuseppe, stretta e massiccia, quasi a guisa <strong>di</strong> torre. Sulla fronte, ha un plastico portale, e<br />

l’or<strong>di</strong>ne superiore <strong>di</strong>viso da <strong>una</strong> cornice sporgente, con archi a pieno sesto. Nell'interno, ad unica<br />

navata, si conservano: un <strong>di</strong>pinto, la Deposizione <strong>di</strong> Antonino Mercuri, un Gruppo ligneo della<br />

Sacra Famiglia <strong>di</strong> vivace intonazione popolaresca, sec. XVII, e, nell'altare maggiore, un magnifico<br />

paliotto in argento, dai forti risalti plastici, opera <strong>di</strong> Vincenzo Natoli nel 1768. All'angolo con via<br />

Candrilli, si erge ancora il campanile della <strong>di</strong>strutta chiesa <strong>di</strong> San Giovanni, sec. XV. Ha pianta<br />

quadrata e tre or<strong>di</strong>ni sovrapposti, caratterizzati da eleganti archi acuti, con plastici archivolti; al<br />

centro, è <strong>una</strong> raffi<strong>nata</strong> trifora <strong>dalle</strong> esili colonnine e dalla fluida decorazione catalaneggiante Ancora<br />

avanti, in piazza Umberto I, è il Municipio: ha stile neoclassico e colonnato sulla fronte;<br />

nell’e<strong>di</strong>ficio è inglobato il Teatro Garibal<strong>di</strong>. Proseguendo, in piazza Crispi è la fontana <strong>di</strong><br />

Proserpina rapita. Sono vicine la chiesa <strong>di</strong> San Marco, barocca, con stucchi ed il pavimento in<br />

maiolica del '700, e la chiesa <strong>di</strong> San Francesco d’Assisi, sec. XIV, con rifacimenti d'età barocca.<br />

All'esterno, in San Francesco, s'addossa un campanile del '400, massiccio e squadrato. L'interno, ad<br />

unica navata, conserva <strong>una</strong> Croce <strong>di</strong>pinta del '400 e <strong>una</strong> tela del '500, raffigurante l’Epifania. Gli<br />

affreschi del presbiterio sono <strong>di</strong> G. B. Bruno, sec. XVII. Vicina è la piazzetta <strong>di</strong> San Cataldo con<br />

l'omonima chiesa, rie<strong>di</strong>ficata nel Settecento su un preesistente luogo <strong>di</strong> culto. Conserva <strong>una</strong> Croce<br />

<strong>di</strong>pinta del '400 e due opere marmoree attribuite a Domenico Gagini: l’icona e il fonte battesimale.<br />

Sempre sulla via Roma, prospettano la chiesa delle Anime Sante, sec. XVII, e la chiesa <strong>di</strong> San<br />

Tommaso. Quest'ultima conserva ancora <strong>una</strong> massiccia torre campanaria del XV sec., su tre or<strong>di</strong>ni.<br />

Un plastico archivolto, a pieno centro, ne incornicia le eleganti finestre. All'interno, è un’icona<br />

marmorea, 1515, attribuita a Giuliano Mancino. Nelle vicinanze, sulla piazza omonima, è la chiesa<br />

del Carmine. La chiesa ha <strong>una</strong> bella torre campanaria del sec. XV, su pianta quadrata e corpo<br />

cilindrico addossato lateralmente. Sottili cornici a marcapiano <strong>di</strong>vidono la torre in tre or<strong>di</strong>ni: su due,<br />

si aprono finestre monofore incorniciate da eleganti archivolti a pieno centro. In alto, è un giro <strong>di</strong><br />

archetti pensili <strong>di</strong> coronamento. La via Roma termina costeggiando il giar<strong>di</strong>no pubblico dove si<br />

trova la Torre <strong>di</strong> Federico, da attribuire a Federico II <strong>di</strong> Svevia, secondo alcuni, e a Federico II d'<br />

Aragona, secondo altri. Ha però i caratteri dell'architettura sveva, pianta ottagonale, e due sale<br />

ancora integre con volte a ombrello. Chiusa <strong>di</strong>eci anni, restaurata, è riaperta al pubblico dal giugno<br />

2000.

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