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Veniva <strong>in</strong> quel tempo annualmente<br />

<strong>in</strong> Primiero l’Austriaca, e<br />

la Veneta Commissione sopra i<br />

Conf<strong>in</strong>i, ed entrambe prendevano<br />

alloggio alla nostra Locanda,<br />

ed’<strong>in</strong> quell’anno 1777 erano composte<br />

di numerosi qualificati Soggetti,<br />

che dopo ultimate le loro visite<br />

sui conf<strong>in</strong>i stabilito avevano<br />

di partire il giorno della Natività<br />

della Beata Verg<strong>in</strong>e, agli 8 di settembre,<br />

e mio Padre aveva sempre<br />

l’<strong>in</strong>combenza di procurarle<br />

tutta la Cavalcatura, che loro faceva<br />

di bisogno. La sera della Vigilia,<br />

tutti i Cavalli, e Mulli necessarj,<br />

e già richiesti erano nella<br />

nostra Stalla, a riserva di uno<br />

solo, che mai si vedeva condurre<br />

da chi si era impegnato. Mio Padre<br />

smaniava per tal mancanza,<br />

né voleva scomparire per alcun<br />

patto, ma giunse la mezzanotte,<br />

né si vide alcuno a comparire.<br />

Tutti di casa erano ancora <strong>in</strong> piedi,<br />

ed’io pure mi trovava con’essi,<br />

unitamente ad’un mio fido Compagno,<br />

il Michele Gaz, ed’io scorgendo<br />

mio Padre <strong>in</strong> tanti affanni,<br />

mi offersi di andare al Foll da<br />

un certo Tonet nostro mugnajo<br />

perché mi dasse il suo Cavallo.<br />

con accuratezza e vivezza che raggiunge<br />

a volte accenti divertenti o<br />

poetici.Tra il 1796 e il 1814 Primiero<br />

si trova catapultata nella bufera<br />

delle guerre napoleoniche e della<br />

sollevazione antifrancese. E’ un periodo<br />

storico caotico e drammatico<br />

<strong>in</strong> cui gli eventi militari e politici<br />

si susseguono ed evolvono rapidamente.<br />

Ne ha dato chiara esposizione<br />

Christoph Hartung von Hartungen,<br />

storico sudtirolese.<br />

Negrelli partecipa attivamente a<br />

questi fatti, esponendosi <strong>in</strong> prima<br />

persona: nel 1809 opera al seguito<br />

del maggiore austriaco De La Notte<br />

attraversando l’altopiano di Asiago<br />

f<strong>in</strong>o alla pianura vicent<strong>in</strong>a per poi,<br />

a causa dell’avanzata francese, ripiegare<br />

<strong>in</strong> Valsugana e <strong>in</strong> Primiero. Negli<br />

anni successivi si attiva per alleviare<br />

alla comunità di Primiero (che<br />

egli vede <strong>in</strong>nanzitutto come la propria<br />

Patria) l’aggravio fiscale causato<br />

dal mantenimento delle truppe<br />

austriache e dai balzelli francesi.<br />

Si è esposto, forse troppo e, forse a<br />

causa di un tradimento “d’<strong>in</strong>vidia”,<br />

viene arrestato a Feltre il 30 agosto<br />

1813 e deportato a Pallanza sul Lago<br />

Maggiore, dove resterà f<strong>in</strong>o al 21<br />

aprile dell’anno successivo. La cronaca<br />

della vicenda è puntuale e dettagliata:<br />

la prigionia sarà il giro di<br />

volta della sua vita. Al rientro “trionfale”<br />

farà seguito una serie di avversità<br />

economiche e di delusioni (da<br />

parte dei “Patriotti”) che lo prostreranno<br />

e lo allontaneranno man mano<br />

dalla vita pubblica.<br />

Di tratteggiare la realtà delle produzioni<br />

agricole e del settore alimentare<br />

che si coglie nelle Memorie si è<br />

Era passata la mezza notte scurissimo,<br />

ed’io presa una candella,<br />

ed’accomodatala <strong>in</strong> un foglio<br />

di carta a guisa d’empiria la impizzai,<br />

ed’abbracciatomi nel mio<br />

Compagno mi avviai per la strada<br />

di Tonadigo verso il Fol, dove<br />

giunti, e destando il Munajo,<br />

con repplicar le chiamate alla f<strong>in</strong>estra<br />

si alzò, gli parlai, mi promise,<br />

che all’alba sarebbe col Cavallo<br />

a casa nostra, e così fece.<br />

Noi due addunque col nostro lume<br />

acceso nel cartoccio <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciammo<br />

contenti, ed’abbracciati,<br />

la strada per far presto di ritorno<br />

a casa per tranquillizzare<br />

mio Padre, che ci attendeva,<br />

ma quando ripassato il ponte del<br />

Foll giunsimo vic<strong>in</strong>i alle Case delle<br />

Grave, sentimmo dietro di noi<br />

un fischio sonoro che c’imbrividì<br />

e ci mise un tremito per tutta<br />

la vita, e tolta la corona <strong>in</strong> mano<br />

ci misimo a correre pieni di spavento,<br />

né <strong>in</strong> quell’età fummo capaci<br />

di far’altri riflessi più saggi<br />

di quelli, che ci suggeriva un panico<br />

timore, cioè che quel fischio,<br />

che poi cont<strong>in</strong>uava a farsi sentire<br />

dietro di noi, derivasse da qualche<br />

streggaria, e tanto più <strong>in</strong> al-<br />

preoccupato Danilo Gaspar<strong>in</strong>i, storico<br />

dell’alimentazione. Nel manoscritto<br />

i rimandi alla produzione,<br />

commercializzazione, trasporto, trasformazione<br />

e “godimento cul<strong>in</strong>ario”<br />

di alimenti sono numerosi. Anche<br />

solo puntando l’attenzione su<br />

tre prodotti - il sorgo, il v<strong>in</strong>o, il “butirro”<br />

- già si <strong>in</strong>tuisce il rapporto di<br />

<strong>in</strong>terdipendenza alimentare tra pianura<br />

e montagna. In generale la bilancia<br />

economica, a cavallo tra Sette<br />

e Ottocento, pende a favore della<br />

montagna (situazione che si capovolgerà<br />

a partire dalla metà del XIX<br />

secolo) soprattutto grazie alle risorse<br />

m<strong>in</strong>erarie, alla produzione di legname,<br />

legno e carbone, e a quella<br />

di prodotti alimentari particolari<br />

e apprezzati dai cittad<strong>in</strong>i come il<br />

“butirro di Primiero”. Di quest’ultimo<br />

Gaspar<strong>in</strong>i stima <strong>in</strong> ben 40.000<br />

libbre, per quel periodo storico, la<br />

produzione annua. Chi ha <strong>in</strong> mano<br />

i mezzi (mule e carri) per il trasporto<br />

e si muove sul territorio può<br />

raccogliere, importare ed esportare,<br />

speculare sui prezzi delle derrate<br />

alimentari, può accedere a risorse<br />

f<strong>in</strong>anziarie e giocare su più fronti<br />

economici. Così fa Angelo Michele<br />

ricavando cospicui guadagni.<br />

Con “Esercizi di lettura. La biblioteca<br />

di Angelo Michele Negrelli” Ugo<br />

Pistoia, bibliotecario e storico, si è cimentato<br />

<strong>in</strong> un lavoro da certos<strong>in</strong>o:<br />

“ricomporre”, a distanza di due secoli,<br />

la biblioteca di Angelo Michele.<br />

Partendo dall’osservazione che nella<br />

famiglia Negrelli l’uso della scrittura<br />

e della lettura era necessità mercantile<br />

e passando attraverso la storia<br />

scolastica e la formazione cultu-<br />

lora, che giunti di piena corsa al<br />

Capitello delle Tressane dove si<br />

credeva di aver superata la paura<br />

di cui eravamo <strong>in</strong>vestiti senza<br />

sapere il perché, io mi rivolsi<br />

<strong>in</strong> dietro, e con coraggio dissi<br />

“fischiami adesso nel cesto”. Non<br />

aveva appena pronunciata questa<br />

parola, che un fischio maggiore<br />

di tutti mi ferì l’orecchio a guisa<br />

di un turb<strong>in</strong>e impetuoso che<br />

mi est<strong>in</strong>se il lume <strong>in</strong> un’istante,<br />

e noi rimasimo come <strong>in</strong>terrizziti,<br />

all’oscuro, e sopraffatti dalla<br />

paura ci misimo <strong>in</strong>’una precipitosa<br />

corsa, e si riffuggiamo nella<br />

Bottega di certo Calzolaio Carlo<br />

Stoccher <strong>in</strong> Fiera, che stava ivi<br />

ancora lavorando per la vic<strong>in</strong>a<br />

Festa, e riavuti poscia dal concepito<br />

spavento, ci portammo a casa<br />

per dar conto a mio Padre della<br />

nostra missione. Io non starò<br />

a dir cosa fosse, o da che orig<strong>in</strong>e<br />

provenissero quelle fischiate, e<br />

massimamente l’ultima, ch’est<strong>in</strong>se<br />

il lume: né dirò mai, che ciò<br />

derivasse da un riscaldo d’immag<strong>in</strong>azione<br />

di due timidi ragazzi,<br />

ma solo posso sostenere, che il caso<br />

fù realmente così.<br />

rale di Micélot, Pistoia ha ripercorso<br />

il camm<strong>in</strong>o che porta il protagonista<br />

a leggere, anzi a divorare, libri di<br />

poesia, filosofia, storia e soprattutto<br />

teatro, una delle sue grandi passioni.<br />

Pistoia ha ricostruito passo passo<br />

la biblioteca di Angelo Michele <strong>in</strong>dividuando<br />

dec<strong>in</strong>e di titoli riportati<br />

nel manoscritto o citati nelle “Raccolte<br />

di versi” lasciate dall’autore.<br />

Negrelli legge per piacere, per acculturarsi<br />

e, soprattutto nella vecchiaia,<br />

per consolarsi. Legge da solo,<br />

ma legge anche ad altri, come<br />

racconta lui stesso, quando trovandosi<br />

a bivaccare presso un cantiere<br />

boschivo legge Le mille e una notte<br />

ai suoi boscaioli. L’<strong>in</strong>teresse per i<br />

libri lo sp<strong>in</strong>ge f<strong>in</strong>o a crearne e rilegarne<br />

lui stesso, a farne dei compagni<br />

<strong>in</strong>sostituibili di vita: oggetto di<br />

scambio, motivo di rapporti sociali,<br />

o di possessione bibliofila.<br />

Il passaggio dalla lettura alla scrittura<br />

non era a quel tempo affatto<br />

scontato ma Angelo Michele diventerà<br />

comunque un accanito scrittore.<br />

Scrive, prima copiando i testi<br />

(soprattutto poesie) di altri, poi<br />

componendo da sé e <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciando<br />

a scrivere per sé i numerosi diari<br />

con annotazioni quotidiane e i<br />

resoconti di viaggi. Scrive dappertutto:<br />

sulle seconde e terze di copert<strong>in</strong>a<br />

dei suoi libri; arriva addirittura<br />

a vergare con la data 1848 una<br />

foglia di ulivo. Tutto questo esercizio<br />

trova la sua summa proprio nelle<br />

Memorie, redatte <strong>in</strong> tarda età, il<br />

cui stile mostra l’<strong>in</strong>flusso di tanta<br />

bibliografia e, ha osservato Pistoia,<br />

di “<strong>in</strong>nervature” teatrali che le rendono<br />

vivaci e accattivanti.<br />

Appassionarsi alle memorie e affezionarsi<br />

all’Autore-protagonista è<br />

facile. Leggendo le Memorie di Angelo<br />

Michele si viene trasportati, come<br />

su una fantastica macch<strong>in</strong>a del<br />

tempo, <strong>in</strong> un’epoca, <strong>in</strong> circostanze,<br />

<strong>in</strong> luoghi remoti eppure vividi e reali.<br />

Si rimane avv<strong>in</strong>ti a tal punto nelle<br />

vicende narrate che è possibile per<br />

i lettori di Micèlot trovarsi <strong>in</strong> Valle di<br />

Primiero o tra i palazzi di Trento o<br />

di Rovereto, camm<strong>in</strong>are per le calli<br />

di Venezia o per le strade di Bassano<br />

o di Padova e ricercare i “segni”,<br />

i luoghi, i palazzi, le osterie che hanno<br />

fatto da scenografia alle vicende<br />

di Angelo Michele Negrelli.<br />

Il poco spazio non ci consente altre<br />

citazioni dal manoscritto (ci è possibile<br />

solo un secondo breve cammeo).<br />

Speriamo bast<strong>in</strong>o per punzecchiare<br />

la curiosità e la smania<br />

della scoperta (e lettura) di questo<br />

“romanzo” dalla <strong>in</strong>tensità epica. Per<br />

i relatori del Sem<strong>in</strong>ario è già tempo<br />

di sollecitare “s<strong>in</strong>tonie” e trovare risorse<br />

per realizzarne la pubblicazione<br />

e f<strong>in</strong>almente svelare e offrire a<br />

tutti questo piccolo grande gioiello.<br />

(*) Bibliotecario

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