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Caldo torrido Da qualche mese la gente del Primiero ha la possibilità di trattare, tra gli argomenti di conversazione, la tematica del “teleriscaldamento di Mezzano”. Si farà? Non si farà? Sembrava quasi che non fosse dato sapere cosa sarebbe successo. E così, la “querelle” su un progetto serio e sicuramente strategico per il futuro della intera Valle, man mano che il tempo passava, ha preso una piega tendente al chiacchiericcio, in larga parte costruitosi su mere dicerie, in ordine ad una supposta contrapposizione tra Amministrazioni e tra Amministratori. E in particolare tra Mezzano e il resto della comunità primierotta. Tutto deriva dall’avvio della iniziativa, curata da AC- SM s.p.a. (che si avvale della controllata società di scopo Ecotermica s.p.a.), la quale, attivando un preciso indirizzo contenuto nel proprio piano industriale, nel corso del 2004 interpellava i sei Comuni del Basso e dell’Alto Primiero per individuare un sito idoneo per la costruzione di un impianto centralizzato di produzione di calore funzionante a biomassa. La tecnologia, tutt’altro che nuova nel panorama delle fonti di produzione energetica, permette in buona so- a Mezzano! stanza di fornire il calore necessario agli insediamenti produttivi, commerciali, turistici e residenziali, sostituendosi alle singole fonti di calore a legna, a gasolio, elettriche…, garantendo così da un lato forti “economie di scala” e inoltre favorendo un significativo abbattimento delle emissioni di fumi nocivi in atmosfera. Nella impossibilità di garantire un sito adatto – dimostrata dalle altre Amministrazioni con il silenzio piuttosto che formalmente dichiarata –, soltanto Mezzano, verso la fine del mandato amministrativo appena trascorso, indicò in via del tutto sommaria e informale (senza cioè interessare della questione la popolazione e il Consiglio comunale) la disponibilità a dedicare a ciò un terreno di proprietà, in località Melai. Ben presto però tale area si dimostrò sottodimensionata e inadatta, e così avvenne per un’altra area, in località Sorive, soggetta ad impatto ambientale e paesaggistico insostenibile. La Amministrazione Orler, insediatasi nel maggio del 2005, ha dovuto affrontare da subito la questione, su sollecitazione di ACSM s.p.a., nel frattempo dichiaratasi intenzionata a procedere in tempi brevissimi (così brevi da indurla di lì a poco ad acquisire direttamente e senza interpellare la Amministrazione comunale un’area idonea allo scopo nella attuale zona artigianale delle Giare). Problema non facile, in realtà, nella persistente assenza, da un lato, di un quadro complessivo della iniziativa che ne indicasse titolarità, finalità, contenuti essenziali, tempi di realizzazione, dall’altro di un progetto, sia pure allo stato preliminare, che permettesse una analisi tecnica ed economica che non fosse solo basata su affermazioni verbali e non del tutto complete assunte dai Responsabili della iniziativa. Da allora, tra i Soggetti protagonisti di questa esemplare vicenda, si è innescata una sequela, a volte incontrollata e forse incontrollabile, di incomprensioni, scambi di informazioni riottosi, prese di posizione, affermazioni di principio, difese pretestuose di reciproche pretese, che hanno inasprito il confronto e rallentato il procedimento. Vicenda esemplare perché insegna, una volta di più, che i pregiudizi e i campanilismi tra i nostri Paesi, di antica origine, soprattutto se artatamente indotti nel pensiero del cittadino comune, possono ancora incancrenire situazioni “normali” e problemi altrimenti risolvibili.
Ma, insomma, che cosa chiedeva “Mezzano”, il Paese notoriamente più “antico” della Valle, di tanto complesso, a fronte della individuazione del sito sul proprio territorio? Ecco quanto espresse il Consiglio comunale - si badi bene: nella sua interezza – nello scorso inverno: - che l’impianto (certamente collaudato per tecnologia ma comunque tutt’altro che “minimalista” per impatto visivo, difficoltà costruttive, dimensionamento, …) garantisse standard costruttivi, tecnologici, e soprattutto di emissioni nocive, del tutto in linea con le normative vigenti; - che il progetto di teleriscaldamento, nel suo complesso, fosse inteso quale nuova occasione di implementazione dei servizi pubblici forniti alla cittadinanza, oltreché di effettivo miglioramento del “bilancio ambientale” delle emissioni in atmosfera, e che, di conseguenza, si favorisse la massima capillarizzazione della rete di distribuzione sul territorio comunale, a beneficio quindi non solo delle cosiddette “grandi utenze” (esercizi commerciali, uffici pubblici, alberghi, edifici produttivi,…) ma anche e soprattutto delle singole unità abitative; - che il risparmio economico per i fruitori del nuovo sistema di approvvigionamento di calore fosse effettivo sul lungo periodo, rispetto alle fonti tradizionali; - che non venissero penalizzati i cittadini che avessero dovuto richiedere l’allacciamento in un successivo momento, non contestualmente alla posa delle rete principale. Problema non facile, inoltre, perché appariva sempre più evidente, man mano che si approfondiva l’argomento, che Ecotermica s.p.a., nella piena legittimità dei propri intendimenti societari, avrebbe privilegiato il perseguimento di finalità eminentemente economico-industriali,garantendo soltanto come eventualità ed opzione futura il servizio pubblico alla generalità della cittadinanza. Per fortuna, si sa, il trascorrere del tempo, la cocciutaggine dei singoli e l’interesse collettivo – che ispira ancora chi a livello locale ricopre ruoli amministrativi e gestionali – hanno pian piano fatto sì che le chiusure siano diventate intenzioni di collaborazione, che le ragioni degli uni siano state recepite come opportunità dagli altri. E così, quel progetto inizialmente pensato a Mezzano ma a servizio soltanto dei paesi dell’Alto Primiero, successivamente sviluppato ancora in embrione su tutta la Valle ma al solo servizio delle grandi utenze, ulteriormente garantito per la collettività solo se economicamente vantaggioso in termini industriali, potrà ora diventare per davvero una piena opportunità per tutti i cittadini del Primiero. Ecotermica s.p.a. si è impegnata infatti, con l’avallo non solo formale del Servizio provinciale competente, per opera del Comune di Mezzano, a procedere per fasi progressive e condivise, e in particolare: a) a predisporre un proget- to preliminare con dislocazione dell’impianto sul citato sito artigianale di Mezzano, e con sviluppo di rete di distribuzione ritenuto opportuno e sufficiente in via tecnica; b) a mettere in atto con la Amministrazione di Mezzano (ma ciò potrà avvenire per tutti i Comuni che lo riterranno opportuno) un piano di informazione alla cittadinanza completo ed esaustivo, provvedendo contestualmente alla raccolta delle adesioni preventive degli allacciamenti desiderati da qualsiasi utenza li richieda; c) a predisporre quindi il progetto definitivo dell’intervento,configurando la rete di distribuzione sulla dislocazione effettiva delle utenze richiedenti l’allacciamento; d) laddove il numero e la distribuzione delle utenze richiedenti l’allacciamento sul territorio comunale non soddisfino tuttavia oggettivi parametri tecnici di sostenibilità economica, a rivedere completamente la progettazione dell’intervento, prevedendo il trasferimento dell’impianto di centrale in una zona dell’Alto Primiero. È questo l’epilogo della vicenda che, mentre esce questo periodico, si spera possa essere confermato da tutti i Soggetti coinvolti. Con buona pace di coloro che, nella supposta divisione delle Amministrazioni su questo tema, hanno voluto riporre la propria intelligenza. Evidentemente sprecata! A cura della Giunta Comunale
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