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UNIVERSIT`A DEGLI STUDI DI URBINO, “Carlo Bo”

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le particelle subatomiche. Così, il problema della dinamica dei fluidi è stato<br />

storicamente un argomento trattato più dagli ingegnieri e meno dai fisici<br />

[46]. Però, come dimostrarono nel 1971 D. Ruelle e F. Takens [108], un<br />

sistema può diventare caotico anche dopo un numero finito di biforcazioni<br />

[39].<br />

Sfogliando le referenze dei libri si trovano nomi di fisici e matematici<br />

illustri che, nel corso della loro carriera, si sono messi alla prova nel tentativo<br />

di trovare una soluzione alla turbolenza senza però lasciar segno tra<br />

le leggi che ne costituisco l’attuale paradigma; significativo esempio è la<br />

frase attribuita ad A. Einstein da J.C.R. Hunt [49] secondo cui egli, dopo<br />

aver risolto altri problemi della fisica, avrebbe risolto quello della turbolenza.<br />

Tuttavia, la soluzione del problema della turbolenza resta ancora aperto così<br />

come la domanda se la sua soluzione sia dello stesso tipo di altri problemi o<br />

sull’universalità delle sue caratteristiche [143, 49, 74, 24].<br />

La forte casualità del moto in regime turbolento ha fatto sí che nascesse,<br />

accanto alla teoria classica e deterministica, una teoria statistica della<br />

turbolenza. L’obbiettivo era quello di ottenere un insieme finito di equazioni<br />

per le quantità medie, ad esempio, della velocità e l’energia, approccio<br />

iniziato da O. Reynolds. Tuttavia, nessun insieme finito di equazioni può<br />

essere determinato mediando le equazioni di Navier-Stokes (1.1).<br />

Eccezione a questa disfatta dei grandi delle scienze del XX secolo è A. N.<br />

Kolmogorov. A. N. Kolmogorov diede nel corso della sua carriera contributi<br />

fondamentali in diversi campi della matematica e della fisica, oltre ad essersi<br />

interessato anche di storia russa. Nel 1941, A.N. Kolmogorov espose in due<br />

articoli [61, 60] di poche pagine ciascuno quello che costituisce ancora lo<br />

schema concettuale alla base della teoria statistica della turbolenza.<br />

Egli spiegò che le proprietà fondamentali della turbolenza sono invarianti<br />

per cambiamenti di scala per separazioni spaziali più grandi di quelle dominate<br />

dalla viscosità cinematica e più piccole di quelle influenzate dalle<br />

condizioni al contorno, questo intervallo di scale prende il nome di intervallo<br />

inerziale. Inoltre, in tale intervallo, il tasso medio di energia cinetica<br />

turbolenta dissipata per effetti viscosi è costante [83, 84, 38, 124]. Ne segue<br />

che la viscosità cinematica ν ed il tasso medio di dissipazione ε sono<br />

i due parametri dimensionali che influenzano il moto. L’insieme delle proprietà<br />

della turbolenza prescritte da A.N. Kolmogorov costituisce una teoria,<br />

questa viene spesso indicata con l’acronimo K41. L’approccio di A.N. Kolmogorov<br />

introduce quindi anche la scala spaziale η e quella temporale τη<br />

sotto le quali il moto è fortemente influenzato dalla viscosità cinematica ν e<br />

sono così definite<br />

η = (ν 3 /ε) 1/4 , τη = (ν/ε) 1/2 , (1.7)<br />

inoltre, esse risultano legate al numero di Reynolds (1.6) nel modo seguente<br />

η = Re −3/4 L , τη = Re −1/2 L/σ , (1.8)<br />

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