UNIVERSIT`A DEGLI STUDI DI URBINO, “Carlo Bo”
UNIVERSIT`A DEGLI STUDI DI URBINO, “Carlo Bo”
UNIVERSIT`A DEGLI STUDI DI URBINO, “Carlo Bo”
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
= A<br />
= A<br />
= 0 ,<br />
+∞ +∞ +∞<br />
rjri exp(−B(r<br />
−∞ −∞ −∞<br />
2 i + r2 j + r2 k )1/3 ) dridrjdrk<br />
+∞ +∞ +∞<br />
<br />
−∞<br />
−∞<br />
rj<br />
−∞<br />
ri exp(−B(r 2 i + r2 j + r2 k )1/3 )dri<br />
drjdrk<br />
dove A = (3/(35π 3/2 ))(3/2) 6 (αt) −9/2 e B = 9/(4αt). L’indipendeza statistica<br />
è espressa solamente dalla fattorizzabilità della PDF e non dalla correlazione<br />
nulla [137].Tuttavia, variabili indipendenti hanno sempre correlazione<br />
pari al prodotto delle medie, ne segue che se una delle dua ha media nulla<br />
altrettanto lo è la correlazione.<br />
Lo schema proposto da L.F. Richardson è coerente con la teoria di Kolmogorov<br />
del 1941 [61], confermata dagli esperimenti [93] e dalla simulazioni<br />
numeriche dirette (DNS) [13]. Tuttavia, la descrizione di L.F. Richardson<br />
della dispersione relativa non è fisicamente corretta sotto due punti di vista<br />
concettualmente distinti: il primo dovuto a G.K. Batchelor nel 1952 [10] ed<br />
il secondo a S. Corrsin nel 1974 [31].<br />
G.K. Batchelor osservò ([10] p. 359) che il coefficiente di diffusione è<br />
per sua stessa definizione una quantità statistica e pertanto non può essere<br />
funzione di quantità ottenute dalla singola realizzazione, ne segue, in<br />
particolare, che esso non può essere funzione della separazione della singola<br />
coppia. Volendo descrivere ed investigare le proprietà statistiche del<br />
processo, G.K. Batchelor propose un coefficiente che fosse ancora funzione<br />
della separazione ma intesa come separazione quadratica media, conservando<br />
il senso statistico del coefficiente di diffusione. Ciò che ottenne fu un<br />
coefficiente di diffusione funzione del tempo come segue<br />
L’equazione di evoluzione diventa<br />
la cui soluzione è la gaussiana<br />
<br />
1<br />
p(r; t) =<br />
K(t) ∼ 〈r 2 〉 2/3 ∼ t 2 . (2.74)<br />
∂p<br />
∂t = K(t) ∂2p , (2.75)<br />
∂ri∂ri<br />
2πσ 2 r<br />
3/2 <br />
exp − r2<br />
2σ2 <br />
, (2.76)<br />
r<br />
dove 〈r2 〉 = σ2 r . Tuttavia, sebbene matematicamente più fondata, la soluzione<br />
gaussiana di G.K. Batchelor non è sostenuta dalle evidenze sperimentali.<br />
S. Corrsin sviluppò [31] una serie di considerazioni generali sull’applicabilità<br />
dell’assunzione che il coefficiente di diffusione sia non omogeneo. Tale<br />
assunzione richiede che le scale caratteristiche del meccanismo di trasporto<br />
siano piccole confrontate con la distanza sulla quale il gradiente medio<br />
35