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UNIVERSIT`A DEGLI STUDI DI URBINO, “Carlo Bo”

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dalla quale, sviluppando l’operatore di divergenza, nel caso di un fluido<br />

incomprimibile (1.2) si ha<br />

∇u = 0 . (1.4)<br />

In questo lavoro saranno studiate le caratteristiche del trasporto turbolento<br />

esclusivamente nei fluidi incomprimibili, ne segue che le equazioni di Navier-<br />

Stokes (1.1) saranno intese essere associate sempre alla (1.4).<br />

Adimensionalizzando l’equazione (1.1) con una scala per le velocità σ (ad<br />

esempio la sua deviazione standard) ed una per le posizioni L (ad esempio<br />

la larghezza massima per la quale si estende il moto) si ottiene, per quantità<br />

senza dimensione fisica,<br />

Du<br />

Dt<br />

ν<br />

= −1 ∇p +<br />

ρ σL ∇2u , (1.5)<br />

da cui si osserva che la dinamica dei fluidi è caratterizzata da un unico<br />

parametro detto numero di Reynolds Re<br />

Re = σL<br />

ν<br />

. (1.6)<br />

Nel caso di bassi valori di Re il termine dovuto alla viscosità risulta dominante<br />

ed il flusso che ne segue è regolare e detto laminare. Nel caso invece<br />

di alti valori di Re il flusso diventa irregolare ed è detto turbolento.<br />

I flussi turbolenti in atmosfera si manifestano nello strato influenzato<br />

dalla presenza del suolo (Strato Limite Atmosferico), essi sono indotti, prevalentemente,<br />

dall’attrito col suolo o dal trasferimento di calore. I processi di<br />

trasporto, in questo strato, si estendo da qualche centinaio di metri a pochi<br />

chilometri [122]. La viscosità cinematica dell’aria è circa 10 −5 m 2 s −1 , cosicché<br />

per moti che si estendono per 10 3 m con velocità dell’ordine di 1ms −1 si<br />

ha Re ∼ 10 8 . Per quanto riguarda i mari, essi hanno una viscosità cinematica<br />

più piccola, attorno a 10 −6 ms −2 , ed una scala del moto maggiore L ∼ 10 4 m,<br />

ne segue che lo stesso numero di Reynolds si ottiene con velocità dell’ordine<br />

di 10 −2 ms −1 . La turbolenza, nei mari, si sviluppa a velocità minori che<br />

in atmosfera. Infatti, determinazioni sperimentali di alcune caratteristiche<br />

della turbolenza si ebbero prima con misure effettuate nell’oceano che in<br />

atmosfera [124].<br />

Sebbene, però, la turbolenza sia un fenomeno naturale macroscopico e<br />

pertanto appartenere al dominio della cosiddetta fisica classica ed inoltre<br />

avere una solida teoria perchè fondata sulla seconda legge di Newton, essa<br />

risulta essere ancora un problema aperto. In modo un pò altisonante è spesso<br />

indicata come ‘l’ultimo grande problema irrisolto della fisica classica’ [46].<br />

In un noto articolo del 1990 U. Frisch e S. A. Orszag [39] confermano<br />

questa opinione sin dall’incipit<br />

La ricerca nella fisica classica macroscopica, come la fluidodinamica<br />

o certi aspetti di fisica della materia condensata, continua ad affrontare<br />

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