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M U E C - Istituto italiano di studi cooperativi Luigi Luzzatti

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luppo dell'intento mutualistico prima<br />

e poi solidaristico, il che re n d e<br />

evidente “l’ancoraggio etico dell’agire<br />

cooperativo” 1 2 e rende possibile<br />

c o n s i d e r a re la cooperativa mutualistica<br />

come u n ’ i m p resa socialmente re -<br />

s p o n s a b i l e.<br />

La solidarietà, da intendersi come sentimento<br />

comune <strong>di</strong> vicendevole aiuto<br />

che si estrinseca nel volere agire assieme<br />

e nel perseguire il proprio interesse<br />

attraverso il perseguimento degli interessi<br />

dell’altro 1 3 , è connessa naturalmente<br />

alla mutualità interna al sorgere<br />

della cooperativa; al crescere della sua<br />

incidenza (ed al suo aggregarsi in forme<br />

coor<strong>di</strong>nate ad altri soggetti <strong>cooperativi</strong><br />

e non) essa si “traduce” sempre<br />

più in assunzione <strong>di</strong> obiettivi d'or<strong>di</strong>ne<br />

anche non economici verso i soci, poi<br />

verso i terzi non soci ed infine verso la<br />

collettività circostante (assunzione<br />

questa che si rende evidente qualora si<br />

considerino i processi produttivi <strong>di</strong><br />

esternalità positive che la cooperativa<br />

genera col suo operare e finanche col<br />

solo suo esistere nei confronti dei terzi<br />

non soci 14 ); collettività che <strong>di</strong>viene collettività<br />

tutta qualora:<br />

• l'agire delle cooperative sia volto: a)<br />

alla crescita occupazionale; b) alla produzione<br />

<strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> interesse collettivo;<br />

c) alla produzione/<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

beni relazionali 15 ;<br />

• l’assunzione finalistica metaeconomica<br />

sia gestita dalle singole cooperative<br />

<strong>di</strong>rettamente o per il tramite dell'organizzazione<br />

che le contiene (movimento<br />

cooperativo);<br />

• e tutto ciò avviene in part i c o l a re<br />

quando la cooperativa pone in essere<br />

c o m p o rtamenti <strong>di</strong>rezionali <strong>di</strong> tipo<br />

c o n c e rtativo volti a favorire il bilanciamento<br />

interno degli interessi dei<br />

soci cooperatori e non, del movimento<br />

cooperativo a cui appartiene e degli<br />

specifici s t a k e h o l d e r s singoli e coll<br />

e t t i v i .<br />

In altri termini si propone una evoluzione<br />

della mutualità interna verso una<br />

mutualità esterna che si qualifica semp<br />

re più come comportamento socialmente<br />

responsabile qualora l’attività<br />

gestionale delle cooperative ampli il<br />

proprio impatto <strong>di</strong>mensionale e giunga<br />

a coinvolgere <strong>di</strong>rettamente un maggior<br />

numero <strong>di</strong> soggetti a cui la stessa rende<br />

conto del suo essere attore economico<br />

e sociale.<br />

Le richiamate finalità solidaristiche (e<br />

sociali) non potranno essere quin<strong>di</strong><br />

pienamente perseguite da cooperative<br />

che presentano scarsa <strong>di</strong>mensione (cooperative<br />

residuali o, melius, etero<strong>di</strong>rette<br />

e come tali volte principalmente alla<br />

funzione <strong>di</strong> tutela <strong>di</strong> cooperatori economicamente<br />

marginali), mentre si segnalano,<br />

come potenti leve moltiplica-<br />

12 Sul concetto sopra richiamato si rinvia a Zamagni, Mazzoli (2005).<br />

13 Sull’argomento cfr. Zamagni (2002).<br />

14 Sull’argomento dei benefici indotti <strong>di</strong>rettamente ed in<strong>di</strong>rettamente sulla collettività dalle forme impren<strong>di</strong>toriali<br />

cooperative si veda Borzaga, Tortia (2004).<br />

15 È relazionale un bene “che può essere prodotto soltanto assieme, non è esclu<strong>di</strong>bile per nessuno che<br />

ne faccia parte, non è frazionabile e neppure è concepibile come somma <strong>di</strong> beni in<strong>di</strong>viduali (…) in<br />

quanto <strong>di</strong>pende dalle relazioni messe in atto dai soggetti l’uno verso l’altro e può essere fruito solo se<br />

essi si orientano <strong>di</strong> conseguenza”. Donati (1991).<br />

Il bene relazionale è quin<strong>di</strong> un servizio alla persona la cui fruizione dovrebbe mo<strong>di</strong>ficare stati o comportamenti<br />

dell’utente e migliorarne il benessere e la cui qualità è verificabile solo al momento del<br />

consumo e successivamente.

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