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Scarica il NUMERO 3 – Agosto 2011-Novembre 2011

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LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

Esistere per ricordare,<br />

ricordare per resistere…<br />

intervista a Giovanni Impastato<br />

di Fabrizio Costanzo<br />

Intervista<br />

È una bellissima notte d’<strong>Agosto</strong> fra Cinisi e V<strong>il</strong>lagrazia<br />

di Carini, abbastanza calda a dire <strong>il</strong> vero. È domenica.<br />

Raggiungo Giovanni Impastato nei locali all’aperto della<br />

sua Pizzeria, è già pieno di gente, di amici, e fra tanto<br />

fragore di stoviglie e <strong>il</strong> continuo via vai dei camerieri,<br />

peraltro tutti molto affaccendati, su, da un palchetto<br />

in muratura, seduto su una sedia, un uomo intanto<br />

racconta una storia. Nonostante luogo e momento<br />

possano sembrare insoliti lo ascoltano tutti.<br />

È <strong>il</strong> capitano Francesco Perniciaro di Mazara del Vallo<br />

sequestrato nelle acque Libiche con tutto <strong>il</strong> suo equipaggio<br />

e <strong>il</strong> prezioso carico di pescato, frutto di un mese di lavoro, parla di questa esperienza e di<br />

come in quel Paese colpito dalla guerra non ci sia, in molte zone, nè controllo nè regole, e di<br />

come, i pescatori sic<strong>il</strong>iani, «e in questo caso non è proprio un modo di dire» non navighino<br />

affatto in «acque tranqu<strong>il</strong>le». Ascoltiamo <strong>il</strong> comandante fino in fondo, scambiamo qualche<br />

considerazione, e infine, scegliamo un piccolo tavolo di plastica sotto un vecchissimo<br />

ulivo saraceno proprio ai margini della sala, come una piccola isoletta immersa fra tantà<br />

umanità. Iniziamo a chiacchierare ne uscirà fuori questa breve intervista.<br />

Giovanni quando nasce Casa Memoria? che ruolo ha nel territorio?<br />

«Casa Memoria nasce, di fatto, subito dopo la morte di mio fratello Peppino, e nasce<br />

unicamente per volontà di mia madre Felicia, che materialmente “apre le porte” di quella<br />

che era ancora la sua abitazione, proprio li, nel corso principale di Cinisi a pochi metri dalla<br />

casa dell’assassino di suo figlio, <strong>il</strong> boss Tano Badalamenti. Felicia, apre i battenti della sua<br />

piccola dimora a tutti coloro i quali volevano incontrarla, a tutti coloro i quali volevano ridare<br />

dignità alla figura ma soprattutto al ruolo fortemente attivo di suo figlio Peppino, un uomo,<br />

di fatto ancora un ragazzo, barbaramente trucidato per aver contrastato a viso aperto e<br />

nel suo territorio, la mafia del boss di Cinisi, denunciandone con tutti gli strumenti allora<br />

immaginab<strong>il</strong>i ogni singolo affare, ogni n’trallazzo, ma soprattutto facendo i nomi e i cognomi<br />

di mafiosi e gregari. Sin da subito la sua casa diventa quindi punto di riferimento e simbolo<br />

per tutti coloro i quali volevano continuare l’azione coraggiosa di Peppino, fosse anche solo<br />

col supporto morale, con la sola presenza fisica, incoraggiando la famiglia Impastato, noi<br />

tutti, durante tutto <strong>il</strong> lungo arco del processo penale che vedeva come imputato principale<br />

Badalamenti, <strong>il</strong> boss che intanto era detenuto in un carcere americano incastrato dalla<br />

famosa operazione di polizia “Pizza Connection”, per <strong>il</strong> reato di traffico internazionale di<br />

stupefecenti. Casa Impastato diventava, così, luogo di incontro e di scambio, i cui protagonisti<br />

erano sicuramente gli amici e compagni di lotta di Peppino, quelli di Cinisi primi fra tutti, ma<br />

anche molta gente comune, certo giornalismo, certa politica schierata seriamente e in prima<br />

linea nella lotta al fenomeno mafioso, molti artisti. Un ruolo di prim’ordine, di catalizzatore<br />

direi, ebbe da subito <strong>il</strong> Centro di Documentazione Peppino Impastato col prof. Umberto<br />

Santino, praticamente, <strong>il</strong> testimone di quella lotta era ormai passato nelle mani di quella<br />

sana ed eterogenea parte della società che aveva eletto la casa di Felicia importante luogo<br />

di “memoria attiva”. Nascerà ufficialmente solo dopo la sua morte, nel 2005, Casa Memoria».<br />

12<br />

Il progetto legalità<br />

Banca Don Rizzo

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