Scarica il NUMERO 3 – Agosto 2011-Novembre 2011
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Medaglie<br />
49<br />
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
La famiglia Catalano<br />
e la Ceramica Ericina di Vincenzo Labruzzo<br />
La ceramica ad Erice<br />
I reperti archeologici, conservati nel Museo di Erice,<br />
danno già una inconfutab<strong>il</strong>e testimonianza che, sin dai<br />
secoli precedenti la venuta di Cristo, si producevano ad<br />
Erice ceramiche, che, pur conservando la destinazione<br />
di oggetti per l’uso quotidiano, raggiungevano un buon<br />
livello di qualità artistica. In Erice, le fornaci si trovavano<br />
fuori dalla cinta muraria, in luoghi prossimi ai terreni di<br />
natura arg<strong>il</strong>losa da dove gli artigiani traevano la materia<br />
prima. Recentemente sono state trovate le vestigia di<br />
una fornace di epoca romana, nella zona denominata<br />
“Runzi”.<br />
Le prime testimonianze storiche di artigianato appaiono<br />
attraverso i documenti del “Registro” notar<strong>il</strong>e di Giovanni<br />
Majorana che comprovano l’esistenza degli artigiani fin<br />
dagli ultimi anni del secolo XIII.<br />
Le Pandette di Trapani, datab<strong>il</strong>i prima del 1309,<br />
stab<strong>il</strong>iscono precise tassazioni per la produzione di de<br />
operìbus stagnatis che fanno i quartararì erìcini.<br />
In questa vetta, molto probab<strong>il</strong>mente, la produzione<br />
di ceramica maiolicata, (cioè ricoperta di uno smalto<br />
di colore bianco su cui vengono passati i colori, che in<br />
cottura fondono con lo smalto divenendo br<strong>il</strong>lanti ed un<br />
tutt’uno con esso), venne importata da una soldatesca<br />
N. 3 <strong>2011</strong><br />
di Carlo D’Angiò, superstite di una spedizione a Tunisi,<br />
che fu abbandonata nel 1270 nel territorio ericino.<br />
Probab<strong>il</strong>mente a Tunisi, soldati ericini della spedizione<br />
avevano appreso l’arte della maiolica, che poi avranno<br />
praticato in patria, primeggiando su tutta la Sic<strong>il</strong>ia.<br />
La produzione maiolicata era largamente praticata dalle<br />
fornaci ericine, che avevano una r<strong>il</strong>evante produzione, le<br />
cui testimonianze si trovano in alcuni oggetti custoditi<br />
in musei (Museo della Ceramica di Caltagirone) e<br />
collezioni private (Collezione Barresi di Trapani).<br />
Tale produzione fiorisce fino alla tremenda pest<strong>il</strong>enza del<br />
1347, che sterminò i ceti più poveri della popolazione<br />
ericina e trapanese. Viene ripresa soltanto quando, più<br />
di un secolo dopo, Cosimo dei Medici promuove uno<br />
scambio culturale tra i corallai trapanesi e i ceramisti<br />
fiorentini. I ceramisti ericini si spostano a valle nella<br />
vicina Trapani e si fondono con gli artigiani trapanesi.<br />
Questi raggiungono, sin dai primi del 1700, altissimi<br />
livelli artistici nella produzione di piastrelle maiolicate.<br />
Ne è esempio mirab<strong>il</strong>e quel pannello pavimentale che<br />
si trovava nella Chiesa di Santa Lucia e che si conserva<br />
nel Museo Pepoli, raffigurante una veduta panoramica<br />
della città di Trapani con una scena di pesca del corallo.