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No Turkeys 2 2009 - Valgame

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<strong>No</strong> <strong>Turkeys</strong> 2 –– 22000099 Apriile pag -- 3311<br />

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Probabilmente i giocatori di wargame italiani<br />

non hanno la minima idea di quali fossero<br />

i generali migliori (a quali i peggiori) di quel<br />

periodo. Ci assistono nella disamina alcuni<br />

grandi nomi della storiografia USA: Steven E.<br />

Woodworth, prof. di Storia alla Texas Christian<br />

University autore tra l’altro di “Jefferson<br />

Davis and his Generals”; Reid Mitchell,<br />

autore di “Civil War Soldiers”; Gordon Rhea,<br />

autore della serie di libri sulla Overland<br />

Campaign; John Y. Simon, direttore della<br />

Ulysses S. Grant Association ed editore del<br />

carteggio di Grant; Craig L. Symonds, professore<br />

di Storia alla United States Naval Academy<br />

e autore della biografia di Joseph E.<br />

Johnston; Stephen W. Sears, autore di un<br />

recente “Gettysburg” e infine Steven H.<br />

Newton, professore di Storia alla Delaware<br />

State University.<br />

TThhee TToopp TTeenn<br />

Longstreet fu grandemente stimato come ufficiale<br />

e gli fu immediatamente attribuita la<br />

nomina a brigadier generale dell'esercito<br />

confederato. Combatté bene nella prima Bull<br />

Run e fu promosso maggior generale. La sua<br />

carriera decollò nell'estate del 1862 allorché<br />

il generale Robert E. Lee assunse il comando<br />

dell'Armata della Virginia Settentrionale.<br />

Durante le battaglie dei Sette Giorni, Longstreet<br />

ebbe il comando operativo di quasi la<br />

metà dell'Armata di Lee. James Longstreet<br />

non aveva lo slancio di Jackson, ma era un<br />

membro indispensabile della squadra di Lee<br />

e pari a Jackson in abilità. Ebbe alcuni rovesci,<br />

come la disfatta di Knoxville, ma quando<br />

aveva la sua giornata era meraviglioso. Il<br />

suo recupero dell’armata della <strong>No</strong>rthern Virginia<br />

nella Wilderness ed il suo immediato<br />

attacco sul fianco fu uno degli episodi più<br />

brillanti della guerra confederata. Secondo<br />

Steve Newton Longstreet difettava per essere<br />

smodatamente ambizioso, ed era del tutto<br />

incapace di sostenere comandi autonomi.<br />

Tuttavia fu probabilmente il più brillante tattico<br />

della Civil War.<br />

Nei suoi giorni migliori<br />

(es. Wilderness il 7<br />

di maggio 1864) gli<br />

attacchi del generale<br />

sudista avevano la<br />

potenza e l’inevitabilità<br />

di una valanga.<br />

Due parole vanno spese anche per il “Presidente”.<br />

Abraham Lincoln, quale comandante<br />

in capo delle armate unioniste si accollò tutto<br />

il peso di gestire una guerra senza regole<br />

dovendo continuamente scegliere tra priorità<br />

militari e priorità politiche. Una sua lettera a<br />

McClellan mostrava anche una brillante intelligenza<br />

militare, superiore alla media. Ma<br />

in ogni caso Lincoln no era un generale, nè<br />

soltanto un militare. Ed ora torniamo a parlare<br />

dei generali in campo.<br />

Iniziava con il condurre il 6° Alabama alla<br />

Battaglia di Antietam. Ferito alla testa ad<br />

Antietam, fu posto al comando della brigata<br />

Georgiana alla battaglia di Chancellorsville e<br />

a Gettysburg. Robert E.Lee apprezzò molto<br />

Gordon per il suo attacco sul fianco destro<br />

dell’Unione alla battaglia della Wilderness.<br />

Durante la battaglia di Spotsylvania, Gordon<br />

guadagnò il grado di Maggior-generale.<br />

Gordon condusse anche l'ultima carica dell'esercito<br />

della Virginia Settentrionale<br />

ad Appomattox.<br />

John B. Gordon dimostrò<br />

notevoli qualità come leader<br />

di uomini e come comandante<br />

campale. Partito senza<br />

alcuna esperienza militare, aveva organizzato<br />

una compagnia con la quale aveva iniziato<br />

a distinguersi sul campo sino ad arrivare ad<br />

essere generale.<br />

Per gli studiosi americani Gordon fu un elemento<br />

paradigmatico dell’onesto cittadino<br />

che diventa, con i fatti, un abile comandante<br />

militare.<br />

Senza alcuna esperienza militare, Forrest<br />

divenne una delle figure più caratteristiche<br />

dei comandanti la cavalleria nella guerra<br />

civile. Dopo aver servito a Shiloh e<br />

all’assedio di Corinth, Forrest fu promosso<br />

brigadiere e condusse una brigata con la<br />

quale catturò Murfreesboro, la sua guarnigione<br />

e i rifornimenti. Fu anche il promotore<br />

della teoria tattica che soleva riassumere con<br />

la frase:<br />

“Get there first with the most men.”; il concetto<br />

corrente di aggredire gli spazi, comune<br />

anche alla tattica calcistica. Era considerato<br />

geniale, un genio naturale ma aveva dei profondi<br />

problemi di carattere, tanto spesso da<br />

renderlo inutile come impiego. Era incapace,<br />

infatti, di collaborare con altri colleghi e<br />

spesso riottoso ed insubordinato.<br />

Nel ricordo degli storici<br />

e delle memorie rimase<br />

come il “wizard of the<br />

saddle” (mago della<br />

sella) ed i suoi raids<br />

restano ancor oggi<br />

memorabili. Molti si chiedono cosa avrebbe<br />

fatto se fosse stato capace di operare a livelli<br />

di comando più elevati (dove la cooperazione<br />

tra comandanti era necessaria).

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