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«VIVERE DI SPORT È VERA EMOZIONE» STEFANO TAROLLI, UNA PASSIONE PER IL NUOTO Il monregalese Stefano Tarolli (foto sotto) qui accanto è ritratto con la campionessa francese Laure Manaudou e fra Massimiliano Rosolino e Luciano D’Agostino, assessore allo sport di Mondovì. Sopra: in acqua con la squadra romana dell’Aniene, di cui è team manager, dopo la conquista dello scudetto Paolo Cornero C’è chi insegue i propri sogni e c’è chi si ac - contenta di sognare. Stefano Tarolli ha scel to la prima via. Correva l’anno 1996, ad Atlanta era Olimpiade. In vasca, un giovane Emiliano Brembilla centrava due quarti po - sti (400 e 1.500 stile libero). Il giovane monregalese, allora studente liceale, si appassionava dinnanzi al televisore, seguendo il com mento di Sandro Fioravanti e Giorgio Lamberti. Nove anni dopo, nel giugno 2005, l’avvocato Ste - fano Tarolli iniziava a collaborare con il campione bergamasco in veste di manager. «Mai avrei immaginato tanto nella mia vita», commenta un emozionato Tarolli, «perché vivere di sport è emozione, lavorare a contatto con tali campioni un onore». Nove anni ap - pena e una scalata inimmaginabile. Molte tap - pe, ciascuna ricca di significato: «Nel febbraio 1999», Stefa - no racconta a “IDEA”, «nacque la Polisportiva Li - bertas Mondovì: il primo importante passo. Con gli amici Giu sep - pe Luoni, Orlando Linzas, Adolfo Pacher, Marina Beccaria, Maria Sciolla ed Elio Magliano (attuale presidente, ndr) fondammo una so - cietà natatoria, ora la più longeva nel panorama monregalese, con i suoi dodici anni di vita». Va ricordata anche la presenza a Mondovì, in veste di allenatrice, di quella che era stata una straordinaria campionessa: «Eh sì, Federica (Biscia, ndr) era un’atleta formidabile, nata ranista e affermatasi mi - stista. A Sidney 2000 fu la prima italiana a scendere in vasca e raggiunse la semifinale nei 200 misti. Proprio l’Olimpiade che più ha dato in assoluto al nuoto italiano, con i tre ori conquistati da Fio - ravanti e Rosolino». Emozioni di livello mondiale che Mondovì imparò a conoscere “a domicilio”, grazie al meeting internazionale “Città di Mondovì”: «Cinque edizioni consecutive», continua Tarolli, «per una kermesse che portò il grande nuoto nella Granda e il nome della città sulle prime pagine dei quotidiani sportivi con un connubio tra agonismo, spettacolo e promozione del nuoto in un solo contesto. La presenza dei big del nuoto, degli amici della nazionale italiana disabili e dei piccoli atleti che attendevano il tangibile contatto con i propri idoli: ecco gli ingredienti di una manifestazione unica nel suo genere». Non si può parlare di una sola carta vincente, ma di una serie di eventi nell’evento, culminanti con la gara australiana. «Il nostro marchio di fabbrica», sorride Tarolli, «è un mix tra tattica e tecnica che gli atleti 44 á 14 luglio 2011 á un monregalese da Olimpiade!
avevano imparato ad apprezzare e onorare». Ricordare quali siano state le illustri presenze aiuta a capire l’importanza del meeting: l’olandese volante Pieter Van Den Hoogenband (2004), l’intero po - dio olimpico dei 200 stile libero femminili dei Giochi di Atene (Potec, Pellegrini e Figues) e il californiano Anthony Ervin nell’edizione del 2005, i primatisti mondiali Schoeman e Hansen che, u - niti alla partecipazione di Filippo Magnini, infiammarono l’impianto monregalese nel 2006. Il “fenomeno Manaudou” sbarcò a Mon - dovì nel 2007. La presenza della “stella” francese (prima volta asso- luta in un meeting italiano) conferì alla manifestazione, presa d’assalto dai media italiani e francesi, una veste internazionale ancora più luccicante. Il decennale del 2008, ultima edizione del meeting, vide tra i protagonisti i migliori nuotatori della nazionale azzurra, tra loro anche quella Federica Pellegrini che a Pe chino avrebbe regalato emozioni d’oro. Nel frattempo il nuoto era divenuto per Stefano un vero e proprio lavoro: chiamato dal Team Ispra di Varese, il monregalese ricoprì per quattordici mesi il ruolo di team manager e contribuì alla storica promozione in serie A della squadra lombarda. Date le dimissioni, ecco una nuova inaspettata avventura: «Dopo un primo incontro a Pesaro, a Phoenix, in Arizona, du - rante una vacanza, rividi Gianni Nagni (direttore tecnico del l’A - niene, ndr), negli States per un collegiale della nazionale. La sua proposta mi riempì di orgoglio: una società romana aveva deciso di chiamare un monregalese a ricoprire il ruolo di team manager del settore nuoto». Fondato nel 1892, il circolo “Canottieri Aniene” è attivo in diversi settori tra cui spiccano canoa, nuoto, canottaggio, tennis, vela e windsurf. «Nel 2007, quando arrivai a Ro - ma, l’Aniene era già campione d’Italia, grazie ad atleti del calibro di Pellegrini, Boggiatto, Cassio, Giacchetti e Bossini. Nelle stagioni successive abbiamo continuato a vincere, centrando quattro scudetti consecutivi, frutto di un ottimo lavoro d’équipe. Esser parte di un puzzle di tale livello è indescrivibile». La stagione ro - mana portò Ste - fano a vivere “live” l’O lim - pia de cinese, non ché i mondiali di Roma, organizzati da quel Giovanni Ma lagò che bene ha conosciuto in veste di presidente del circolo “A niene”. «Di Pechino ricordo la spettacolare cerimonia inaugurale, la memorabile medaglia d’oro di Federica e l’incantevole atmosfera dei siti olimpici. Di Roma l’organizzazione perfetta, con la consapevolezza che il parco del Foro italico non ha pari al mondo». Per il futuro un punto d’arrivo: «Eh sì, “London cal ling”, potremmo dire. Tra un an - no si chiuderà un ciclo, fatto di grandi emozioni che solo lo sport può regalare. Spero di poter godere nuovamente dell’atmosfera olimpica». Magari passando per un altro meeting? «Chissà... la speranza è quella di poterlo riproporre in futuro. Per far tornare Mondovì capitale del nuoto!».
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