C on V - Rivista IDEA

Patrizia Deabate
Nella foto sopra, a destra:
la presentazione del volume
nella chiesa parrocchiale
di Santa Margherita a Roddino.
Da sinistra: l’assessore
regionale all’istruzione, allo
sport e al turismo, Alberto
Cirio, l’allora presidente
dell’unione “Colline di Langa
e del Barolo”, Franco Sampò, il
vicepresidente della Provincia
di Cuneo, Giuseppe Rossetto,
Valter Accigliaro, il sindaco,
Luciano Manera, Renato
Grimaldi dell’Università di
Torino, Baldassarre Molino, il
consigliere d’amministrazione
della fondazione “Cassa di
risparmio di Cuneo” Giacomo
Oddero e Silvia Liberino
RODDINO RESTA
UNA SPLENDIDA
“TERRA DI MEZZO”
Un libro curato da Walter Accigliaro e Silvia
Liberino svela molte clamorose novità
sulle origini del piccolo paese di Langa
Si dice “terra di mezzo”
e la mente vola a incantesimi,
fate e coraggiosi
guerrieri, in paesaggi da
fiaba, nel regno della saga fantasy
“Il Signore degli anelli”.
Eppure c’è una terra di mezzo
anche nel le Langhe, come attesta
il volume di 330 pagine, fresco
di stampa, “Roddino-Storia e gen -
te di u na terra di mezzo” edito
dal Co mune. Curato da Walter
Ac ci gliaro (responsabile anche
del progetto grafico, con Pier an -
gelo Vacchetto) e Silvia Liberi no,
au tori dei testi con Baldas sarre
Mo lino, Gianni Boffa e Bru na
Ghi glione, il volume è impreziosito
dall’introduzione di Re na to
Grimaldi, preside della Facoltà di
scienze della formazione dell’U -
ni versità di Torino.
L’opera ha visto la luce grazie ai
contributi della Regione, della
Provincia di Cuneo e della fondazione
“Crc”.
Si parte da una lapide etrusca
pre sumibilmente del V secolo a -
vanti Cristo (oggi perduta) e da u -
na lapide romana del II secolo do -
po Cristo (custodita al museo
“Ga betti” di Dogliani), arrivando
fino alla seconda guerra mondiale,
con interessanti approfondimenti
sulle opere d’arte, sui luoghi
di culto e sui personaggi significativi
tra ’800 e ’900.
Abbiamo intervistato i curatori,
iniziando da Silvia Liberino, giovane
insegnante roddinese alla
62 á 14 luglio 2011 á la storia... siamo noi
pri ma esperienza di ricercatrice
storica e di autrice.
Rifaresti la grande fatica, durata
oltre 2 anni, di scrivere il libro?
«Sì, certo, perché vedere pubblicata
l’opera è stata la realizzazione
di un sogno. Alcuni anni fa a
Roddino vennero Accigliaro e
Bof fa a presentare il loro volume,
di cui è autore anche Molino,
“Repertorio storico delle parrocchie
e delle parrocchiali nella
Diocesi di Alba” e io e la mia a -
mica Manuela Francavilla, che
oggi insegna lingua italiana all’U -
niversità del Wisconsin, negli
Stati Uniti, ne fummo colpite e
pen sammo a come sarebbe stato
bello scrivere un libro sulla storia
del nostro paese. Poi, nel 2008,
l’Amministrazione civica pro -
mosse il progetto, io contattai gli
altri autori e, messa insieme la
squadra, iniziammo i lavori».
Leggendo le antiche delibere co -
munali, cosa ti ha più colpito?
«Nell’Ottocento si usavano altri
termini rispetto a oggi: ad esempio,
il Consiglio comunale era la
“congrega”. Vi era il “focatico”,
una tassa in base alla quale le
famiglie venivano suddivise in
dieci categorie, la prima doveva
pagare 10 lire e l’ultima una lira,
in base al reddito. Negli anni ’20
del ’900 vi erano la tassa sui ca -
ni, l’imposta sulle vetture e sui
do mestici e persino un’imposta
sui pianoforti e sui biliardi!».
Per quanto riguarda i personaggi
del passato, avete trovato del -
le presenze femminili?
«Sì: la prima testimonianza scritta
dell’esistenza di Roddino compare
in un documento del 1077
proprio grazie a una donna: è la
donazione di Roddino e di altre
terre ai monaci benedettini di
San Pietro in Musinasco (Villa -
franca Po) da parte della duchessa
Immilla, figlia di Olderigo
Man fredi. Molto più moderna è