Scarica - Associazione San Marcellino
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CAPITOLO 2: IL CONTESTO<br />
1. Cenni sulle povertà<br />
Prima di parlare dell’<strong>Associazione</strong> <strong>San</strong> <strong>Marcellino</strong> di Genova credo sia utile<br />
alla comprensione cercare di dare un volto al contesto in cui opera, e credo<br />
che sia quindi necessario dare una più precisa spiegazione di cosa s’intende<br />
per povertà.<br />
La situazione stessa di definizione della povertà è un problema; la maggior<br />
parte delle persone infatti crede che i poveri si caratterizzino per una più o<br />
meno assoluta privazione materiale, stereotipo che perde immediatamente di<br />
validità se facciamo caso alle persone che si presentano a chiedere aiuto in<br />
qualsiasi servizio sociale; vediamo infatti persone normali, nel senso che non<br />
si differenziano nel loro apparire, dalla maggior parte delle persone; si<br />
presentano infatti ben vestiti, con cellulare e altri “optionals” il quale<br />
possesso a mio avviso, sta appunto ad evidenziare come non siano i beni<br />
materiali a mancare a queste persone. Solitamente si valuta la povertà non<br />
come fenomeno multidimensionale ma come povertà economica.<br />
Questo tipo di interpretazione però, è valida solo in parte, il concetto di<br />
povertà infatti ha subito e tutt’ora inevitabilmente subisce modificazioni, si<br />
muove infatti di pari passo con la trasformazione della città e delle sue<br />
tradizionali forme di tessuto connettivo. La società, imperniata dei valori, delle<br />
regole, delle caratteristiche del sistema capitalistico, racchiude in sé<br />
meccanismi subdoli e meno appariscenti di esclusione sociale che prima non<br />
erano presenti.<br />
Innanzitutto è necessario concepire la povertà come un processo , come ,<br />
usando le parole del professore Guidicini, lo stato finale di immobilità ormai<br />
del tutto priva di autonomia strategica. Non è uno stato d’essere ma una<br />
sequenza verso il basso che passa attraverso più situazioni.<br />
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